• L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS)  evidenzia che nel mondo ogni anno quasi un milione di persone muore per suicidio, con un tasso “globale” di mortalità di 16 casi ogni 100.000 persone (un decesso ogni 40 secondi).
• In Italia i dati forniti dall’Istituto Superiore di Sanità, relativi al  biennio 2008-2009, evidenziano un numero di decessi per suicidio pari a 7,4 decessi ogni 100.000 persone tra la popolazione nella fascia di età superiore a 15 anni.
• In occasione della «Giornata Mondiale per la Prevenzione del Suicidio», promossa dall’OMS e dall’ «Associazione Internazionale per la Prevenzione del Suicidio», i dati riferiti al triennio 2012-2014 hanno evidenziato un tasso suicidario pari a 6,5 ogni 100.000 abitanti (il 14% in meno rispetto al 1995, anno in cui i casi erano 8,1/100.000).
• Questi dati suggeriscono una diminuzione significativa e trasversale, per genere ed età, dei suicidi nel periodo 1995-2015. Ciò colloca l’Italia in basso nella graduatoria europea (6,3 il tasso standardizzato di mortalità nel 2014 contro l’11,2  della media dei paesi dell’Unione Europea).
• In generale nei casi di suicidio riportati nel 13% erano presenti patologie mentali, nel 6% patologie organiche non mentali.
• Il 77,9% dei suicidi riguarda soggetti di sesso maschile, il 22,1% soggetti di sesso femminile;
• Suicidi per età:  

  Età	Pencentuale
  oltre i 65 anni	35%
  45 - 64 anni	37%
  25 - 44 anni	23%
  sotto i 24 anni	5%

• L’Osservatorio Epidemiologico della Difesa (OED), fin dalla sua istituzione nel 2006 segue il fenomeno suicidario per doveroso contrasto alle diverse cause di morte nelle Forze Armate in tempo di pace e per un’opera di studio del fenomeno finalizzata alla prevenzione. L’OED riceve dalle singole FFAA/CC le schede di notifica relative ai decessi per suicidio e ai tentativi di suicidio, organizzate in un Database che consente una lettura della diffusione e dell’andamento del fenomeno nella popolazione militare.
• Dal 2006 al 2018 sono stati notificati all’OED, da parte delle FF/AA e dell’Arma dei CC, 228 casi di suicidi e 21 casi di tentati suicidi.
• Dal confronto con la popolazione generale italiana (dati ISTAT 2008-2012) si evidenzia una distribuzione del fenomeno che, per la popolazione militare, non presenta peculiari elementi di significatività sul piano statistico presentando un numero di casi osservati decisamente inferiore al numero di casi attesi (per approfondimenti cfr Giornale di Medicina Militare fas.2/2014; Anno 164). Il picco dei casi riportati di suicidi nelle FFAA risale al 1986, periodo particolarmente attivo nel reclutamento della Leva, seguito da un progressivo declino del fenomeno. Il picco nel 1986 fa riferimento ad un valore di 7,6/100.000, rispetto a valori oscillanti  fra 0,7 e 5,9/100.000 degli anni precedenti e fra 2,4 e 5,6/100.000 degli anni successivi.
• In bibliografia (Giampieri et al.) viene riportato un tasso di suicidio più basso nelle Forze Armate italiane (4,5 per 100.000) rispetto alla popolazione generale (6,5 per 100.000).
• Trattandosi di un fenomeno multifattoriale, non legato all’azione di singole e specifiche variabili, viene svolta dalla Sanità Militare una attenta attività di monitoraggio dei cosiddetti «fattori di rischio», cioè di quei fattori presenti con frequenza statisticamente significativa nell’atto suicidario. 

Bibliografia:
Giampieri E. et al ( 2013) « IL suicidio nell’Esercito e nelle Forze dell’Ordine in « Il suicidio oggi, implicazioni sociali e psicopatologiche» Ed. Springer-Verlag, Milano pp-221-223
Pompili M. «La Prevenzione del Suicidio», Il Mulino, 2013