
Conoscere il trattamento clinico
Una persona che è a rischio di suicidio o ha recentemente tentato di farlo, ha bisogno di un intervento specialistico. Nei casi più gravi è preferibile e più sicuro il ricovero in ospedale, militare o civile, dove lo staff può supervisionare da vicino i pazienti. Alla dimissione, gli specialisti impostano un piano per le eventuali cure domiciliari.
Un ruolo importante rivestono gli interventi di tipo psicoterapeutico e farmacologico. Non è certamente delegata al farmaco l’attenzione e la cura che l’operatore sanitario deve riservare, attraverso la relazione, al paziente, ma consentendo di agire nell’immediato, può donare quel sollievo dall’agitazione interna utile a recuperare le risorse necessarie ad affrontare, attraverso una psicoterapia, le origini del suo dolore mentale.
E’ bene ricordare che in particolare l’insonnia, se associata ad altri sintomi, è foriera di rischio di suicidio, pertanto il suo trattamento è fondamentale nella terapia. Scopo della psicoterapia è mobilitare risorse e promuovere cambiamenti: nelle capacità di problem solving, nelle modalità relazionali, nella percezione di sé, nelle convinzioni disfunzionali su se stessi.
Tutti questi interventi possono essere effettuati sia presso le strutture o i servizi specialistici delle FF.AA., ove disponibili, che presso le strutture del SSN o in ambito privatistico. Il piano di trattamento presuppone che uno specialista prenda in carico la persona e lavori con lei esplorando le aree fonti di incontenibile stress e preoccupazione. Gli obiettivi sono personalizzati e possono includere aspetti relativi alla salute mentale o fisica, alle relazioni, ai problemi professionali o finanziari. Quando è possibile, è auspicabile coinvolgere i membri della famiglia e le persone care in questo progetto di supporto globale e capillare. La garanzia di successo è la rete che si crea intorno alla persona.