
La sede storica di Palazzo Barberini
Dimora del Circolo Ufficiali delle Forze Armate d'Italia dal 1934 al 2006.
La fama dei Barberini è legata all'ascesa al soglio pontificio di Maffeo Barberini, papa Urbano VIII, discendente da una antica famiglia, oriunda del Castello di Barberino in Val D'Elsa, le cui origini risalgono al XII secolo (i "da Barberino", questo il loro primitivo cognome). Trasferitasi successivamente a Firenze, la famiglia si arricchì, dedicandosi alla produzione della lana il cui commercio andava oltre i confini della città
Maffeo Barberini (1568 - 1644) nacque a Firenze, svolse gli studi di diritto presso i Gesuiti prima nella sua città natale, poi a Roma presso il Collegio Romano e infine a Pisa dove ottenne il dottorato, decidendo infine di intraprendere la carriera ecclesiastica, mettendosi in luce per le sue brillanti doti di giurista e diplomatico.
Dopo una lunga serie di incarichi di prestigio, all'età di 55 anni, il 6 agosto 1623, al termine di un conclave durato circa un mese, salì al soglio pontificio con il nome di Urbano VIII diventando il 236° Papa.
Il suo pontificato durò 21 anni e fu caratterizzato, in un primo tempo, dalla volontà di accrescere la potenza militare dello Stato Pontificio, ma ciò che ha reso sicuramente celebre il pontificato Barberini è l'impronta barocca che Roma assunse grazie al grande mecenatismo del Papato. Urbano VIII diede nuovo impulso ai lavori della Basilica di S. Pietro, che consacrò personalmente nel1626, e numerosi furono le opere e gli edifici coinvolti nel suo programma di rinnovamento, che comportò d’altra parte la distruzione di molti monumenti antichi al fine di ricavarne materiale da impiegare nei nuovi cantieri, tra cui la rimozione della copertura del tetto in bronzo del Pantheon, metallo usato per creare il baldacchino al centro della Basilica di San Pietro, rimozione a seguito della quale sui muri della città apparve la scritta, ancora oggi ricordata: "quod non fecerunt barbari fecerunt Barberini".
Segno della potenza della famiglia fu quindi proprio Palazzo Barberini, testimonianza importantissima della Roma barocca e del ruolo di mecenate del committente, che voleva rendere la città degna del compito di capitale dell'Europa Cristiana.
dato l'incarico di progettazione fu affidato a Carlo Maderno (Bissone, Canton Ticino, 1556- Roma 1629), il quale elaborò due proposte: alla prima corrispondeva una costruzione quadrangolare, secondo lo schema classico del Palazzo rinascimentale, mentre la seconda, ad "ali aperte", prevedeva una pianta ad "H", in cui un corpo centrale si stagliava perpendicolare rispetto alle due ali parallele.
La scelta cadde sul secondo progetto e rappresentò un unicum nel panorama delle costruzioni architettoniche del periodo, proponendo infatti una commistione architettonica di palazzo e villa, che riunì in una unica costruzione le due funzioni di abitazione, secondo lo schema classico del palazzo rinascimentale, e di otium, proprio invece della villa suburbana, dotata di vasti giardini e di prospettiva aperta, come suggerito dalla Villa Farnesina alla Lungara di Baldassarre Peruzzi.
Dopo la morte del Maderno, la direzione dei lavori venne affidata a Gian Lorenzo Bernini, che mantenne il progetto originale.
Nel corso dei secoli molte sono state le vicende legate a Palazzo Barberini e gli interventi architettonici effettuati a vantaggio del Palazzo. Alterne vicende ereditarie e finanziarie degli eredi portarono alla vendita di gran parte delle collezioni di dipinti e di oggetti d'arte custoditi nel Palazzo. Venne venduta al Vaticano anche la eccezionale biblioteca del Cardinale Francesco Barberini, posta all'ultimo piano del palazzo, che, oltre a 60.000 volumi e 10.000 manoscritti, comprendeva anche una pregevole scaffalatura a due ordini, spartita da colonne e pilastrini ed eseguita da Giovan Battista Soria nel1633 su progetto di Gian Lorenzo Bernini.
Il teatro "Barberini" adiacente al lato nord dell'edificio, edificato da Pietro da Cortona e inaugurato nel 1634, alle cui scenografie partecipava lo stesso Bernini, fu demolito per far spazio alla costruzione della Via Barberini.
Il Palazzo stesso subì una infausta sorte: dopo essere stato diviso in diversi appartamenti per trasformarli in residenze, fu dato in affitto all'aristocrazia romana.
Nel1934 il Circolo Ufficiali delle Forze Armate, come si è visto nel capitolo precedente, prese possesso dei locali del piano terra di ambedue le ali, dei locali del piano nobile dell'ala sud, compresa la scala elicoidale, il Salone Pietro da Cortona, la Sala Ovale e il Salone dei Marmi e dopo vari lavori di restauro su struttura, impianti e tappezzerie inaugurò la sua sede il 9 maggio 1937.
Nel 1949 lo Stato italiano acquistò Palazzo Barberini per sistemarvi in sede definitiva la Galleria Nazionale di Arte Antica, lasciando tuttavia, secondo le convenzioni dell’epoca e man mano rivedute, in uso al Circolo alcuni locali, sino a giungere alla situazione attuale che vede la disponibilità da parte del Circolo di alcune sale per eventi di particolare rilievo istituzionale.