Prefazione al libro del Presidente del Comitato Paralimpico Italiano Luca Pancalli

                                                                                                                                                                        @SM_Difesa

Quando lanciammo, insieme al Ministero della Difesa, l’idea di utilizzare lo sport per dare una nuova opportunità a ragazze e ragazzi appartenenti alle Forze Armate che avessero riportato una disabilità permanente nello svolgimento delle loro mansioni, non immaginavamo che quel plotoncino iniziale si trasformasse, in breve tempo, in una compagnia eterogenea e carica di feroce determinazione.

Il Gruppo Sportivo Paralimpico della Difesa è diventato, in pochi anni, una meravigliosa realtà. E, ora, ha un volume capace di narrare la sua storia, appena cominciata, ma già tanto bella da finire tra le pagine di questo libro.
Sono storie di umanità e straordinarie capacità, quelle che Puntidivista offre al lettore.

Partono tutte dalla stessa passione per la divisa, lo spirito di servizio, un aiuto sul campo, professione difficile ed entusiasmante: per portare la pace e la ricostruzione nei Paesi martoriati dalla guerra. Storie eroiche come tante, di rischi pesantissimi e quotidiani, quelli di quanti agiscono sui fronti di guerra più caldi, in missioni che nascondono insidie quotidiane, per aiutare chi ha bisogno.

Poi l’incidente, la fortuna di essere ancora vivi, il cuore che batte forte, sotto i muscoli addestrati, e vuol farsi sentire di nuovo. È lo sport che ha teso loro le mani, dopo aver subito amputazioni, lesioni midollari, disabilità di ogni tipo. Ferite che stenderebbero a terra chiunque, togliendogli ogni voglia di vivere. Ma lo sport, per definizione, è sfida e superamento del limite, un gioco serio che promette traguardi da fissare e applausi del pubblico, insieme alla certezza di farcela.

Storie, queste dei militari ed ex militari con disabilità del G.S.P.D., che indicano la strada a chiunque di noi, anche senza disabilità. I protagonisti sui campi di combattimento sono diventati protagonisti sui campi di gara, l’unico rischio che corrono ora è la dipendenza da tutto questo: l’adrenalina, lo spirito di squadra, l’idea di misurarsi con gli avversari nel resto del mondo e la voglia di sentire ancora risuonare l’inno nazionale. Stesso orgoglio di prima, stessa passione, stoffa da veri indomiti, ora campioni pieni zeppi di medaglie… al valore sportivo.

                                                                                                                                                                                Avv. Luca Pancalli

                                                                                                                                               Presidente Comitato Italiano Paralimpico

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