
Il Corpo di spedizione italiano in Cina 1900-1905
Organizzazione, uniformi e distintivi
Autore: Stefano ALES
DETTAGLI:
Descrizione: Volume
Formato: 17x24
Pagine: 352
All'inizio del XX secolo reparti del R. Esercito ed unità della R. Marina operarono in Cina nell'ambito di un corpo di spedizione internazionale a protezione degli europei e dei cinesi convertiti al cristianesimo.
All'origine dell'operazione c'era la necessità di soccorrere il personale diplomatico presso il quartiere delle legazioni di Pechino, asserragliato assieme ad un certo numero di convertiti, sostenuti da pochi militari di diverse nazionalità, tra i quali 42 marinai italiani, fatti sbarcare dalle nostre unità presenti nei porti cinesi.
La rivolta che stava scuotendo la Cina era provocata da una società segreta, denominata I-ho-t'uan, ("Pugni di giustizia e di concordia", donde la denominazione occidentale di Boxers), che utilizzavano il risentimento popolare contro gli stranieri; il motivo di tale atteggiamento nasceva dalle condizioni privilegiate di cui godevano gli stranieri, commercianti in primo luogo, residenti nel Celeste Impero.
Dalle province la rivolta si era estesa fino alla capitale ed il governo imperiale, debole e corrotto, aveva finito per appoggiare i Boxers.
Dall'Europa, nell'estate del 1900, era partito un corpo di spedizione composto da reparti francesi, tedeschi, britannici ed italiani, che si aggiunse alle unità navali degli stessi paesi già presenti nel teatro operativo.
Dopo 55 giorni di assedio le legazioni vennero sbloccate, il governo imperiale accettò tutte le condizioni poste dalle potenze straniere. L'Italia ottenne un quartiere della città di Tien-Tsin come "concessione".