
Discorso del Capo di Stato Maggiore della Difesa Ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone in occasione dell’assunzione dell’incarico
Roma
(fa fede solo il testo effettivamente pronunciato)
Signor Presidente della Repubblica, Le rivolgo il più deferente saluto, nella Sua veste di Comandante supremo delle Forze Armate, nonché custode dei più alti valori di amor di Patria e di unità nazionale. Le sono profondamente grato per la fiducia accordatami e per aver voluto presenziare a questa solenne cerimonia.
Saluto le Bandiere di guerra dell’Esercito, della Marina e delle Forze Navali, dell’Aeronautica, dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, che evocano la memoria del sacrificio estremo dei nostri eroi, il sangue versato in armi, in tutti i fronti e campi di battaglia, nei mari, nei cieli, in missioni di supporto alla pace, nello svolgimento ordinario delle attività di servizio, nel concorso assicurato in Patria e all’estero alle attività di soccorso alle popolazioni in difficoltà, in cui le nostre Forze Armate sono state chiamate a intervenire, portando il tricolore, con onore, in ogni angolo del mondo.
Nell’assumere l’incarico di Capo di Stato Maggiore della Difesa, sono pienamente consapevole dell’onere e delle responsabilità che dovrò sostenere, ma sono profondamente onorato delle aspettative riposte su di me dalle Istituzioni. In particolare, desidero esprimere il mio vivissimo ringraziamento al Ministro della Difesa, Onorevole Lorenzo Guerini, per la fiducia di cui mi onora, e al quale non posso che confermare i più genuini sentimenti di lealtà e incondizionata disponibilità.
Saprò profondere ogni mia risorsa, morale fisica e intellettuale, al conseguimento degli obiettivi indicati da Lei, Signor Ministro, e dal governo, contando sulla lealtà e sulla piena condivisione di intenti di tutte le Forze Armate, a partire dai Capi di Stato Maggiore, dal Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri e dal Segretario Generale della Difesa: a tutti loro, che saluto calorosamente, mi lega un sincero rapporto di amicizia e granitica stima umana e professionale che, sono sicuro, sfrutteremo costantemente.
Nel salutare il Generale Vecciarelli, mi fa piacere potermi associare agli indirizzi di saluto e ai ringraziamenti che ha voluto rivolgere nei confronti di tutte le eminenti autorità e di tutti i gentili ospiti intervenuti, in particolare alla Presidente del Senato, ai Presidenti delle Commissioni Difesa, agli onorevoli rappresentanti del Governo e del Parlamento, tra cui i Sottosegretari alla Difesa, ai Capi di Stato Maggiore della Difesa emeriti, ai Vertici militari e delle Forze di polizia, all’Ordinario Militare, alle Autorità militari, civili e religiose, alle Associazioni Combattentistiche e d’Arma, agli organi della rappresentanza militare e delle organizzazioni sindacali, agli organi della pubblica informazione e a voi tutti, intervenuti a testimonianza di grande affetto per le Forze Armate.
Infine, il mio saluto più grato desidero rivolgerlo a tutti gli uomini e alle donne delle Forze Armate, Ufficiali, Sottufficiali, Soldati, Marinai, Avieri, Carabinieri nonché al personale civile della Difesa, che ringrazio di cuore per il loro operato, ben conscio del loro impegno e della loro abnegazione al servizio delle Istituzioni e del Paese. Tramite loro, desidero estendere il mio ringraziamento più fervido anche a tutte le famiglie del nostro personale che sostengono il peso dei sacrifici maggiori, vivendo la parte più “in ombra” della nostra scelta di vita. Grazie!
La portata delle sfide che la Difesa deve affrontare è quanto mai vasta, sia sul piano del mantenimento e del potenziamento dello strumento e il completamento della sua trasformazione in ottica pienamente interforze, sia per quanto riguarda il suo impiego operativo in un contesto che, mai come in questi anni, si contraddistingue per complessità crescente.
Raccolgo un grande lascito dal Generale Vecciarelli che con la sua azione instancabile, con la sua lucida visione e la ferrea determinazione ha realizzato un tremendo “cambio di passo”, sapendo esprimere al meglio il perseguimento degli obiettivi strategici che il Paese e lo scenario attuale hanno posto alla Difesa.
Il perfezionamento dell’integrazione interforze, lo sviluppo delle attività nei nuovi domini operativi, il potenziamento, a tutto tondo, della nostra capacità di proiezione di intervento e di presenza nel Mediterraneo allargato - temi più volte da Lei affrontati, Signor Ministro - saranno le mie priorità, per mettere al servizio del Paese, delle Nazioni Unite, della NATO e dell’Unione Europea uno strumento credibile, capace, equilibrato, e reattivo e in grado, in primis, di tutelare la nostra sovranità e di proteggere le nostre genti e tutelare i nostri interessi nazionali.
Nel contempo, sulla base delle lezioni apprese dall’emergenza pandemica intendo proseguire fermamente nell’opera tesa a dare maggiore resilienza, attraverso lo strumento militare, alle Istituzioni della Repubblica, esaltando quelle capacità che hanno consentito di contribuire in maniera decisiva alla tutela della salute e dell’incolumità della comunità nazionale.
Porrò ogni possibile attenzione per valorizzare opportunamente le preziose capacità specifiche che ciascuna Forza Armata possiede. Si tratta di veri e propri ambiti di eccellenza, che sono ammirati se non letteralmente “invidiati” a livello internazionale.
Punterò, di conseguenza, su una sempre maggiore integrazione delle forze, preservando le peculiarità di ciascuna Componente, quale fondamentale elemento per il contributo alla Difesa, conferendo quella complessiva robustezza e resilienza che ritengo sia necessario annettere allo strumento operativo nazionale.
Certamente, tra le molteplici e complesse sfide che ci attendono, la più preminente è rappresentata dall’attuale scenario geopolitico di riferimento, in continuo mutamento, che vede nell’area di principale interesse per gli obiettivi strategici del Paese - il Mediterraneo Allargato - il proliferare di conflitti e focolai preoccupanti, oltre alla presenza di attori terzi che dispiegano assetti militari, tesi a influenzare e destabilizzare la regione, ponendo a rischio la piena fruizione degli interessi della comunità internazionale nonché i nostri precipui interessi nazionali.
Occorre pertanto calibrare una risposta armonica, strutturata, puntando a uno strumento di Difesa flessibile, moderno, proiettabile, che risponda alle più recenti predisposizioni di sicurezza cyber, potenziando le capacità di informazione e di intelligence, investendo significativamente nell’ammodernamento dei mezzi e nell’innovazione tecnologica. Uno strumento che sia in grado di integrarsi a framework interforze, anche in ottica combined, ovvero con gli assetti europei e della Alleanza Atlantica.
Sui tavoli internazionali, quindi, sarò l’Ambasciatore più convinto del nostro contributo e del ruolo che ci compete appieno nel processo per la costruzione di una solida Europa della difesa e per una NATO più coesa e moderna, che possa ancora, dopo 70 anni, continuare a essere il riferimento della nostra sicurezza collettiva. Reputo questo aspetto, in particolare, cruciale per riposizionarci attivamente nelle diverse geometrie di alleanze e di partenariati di cui siamo membri autorevoli e che sono imprescindibili per la nostra sicurezza e altresì per confermare il giusto rango dell’Italia.
Tornando all’ammodernamento dello strumento, grazie alle più recenti linee di indirizzo, si prospetta una congiuntura finalmente favorevole, grazie all’azione del Governo nel garantire risorse maggiori e certe, a cui si coniuga la capacità della Difesa di concepire e di “varare”, in totale sinergia con l’industria nazionale programmi di armamento complessi, moderni ed efficaci.
In tale contesto, è mia intenzione ricercare ovunque possibile un raccordo ancora più stretto con il comparto produttivo e promuovere una spesa ancora più efficace che privilegi la base industriale nazionale, traguardando sempre e comunque le priorità operative del medio e del lungo termine, evitando così quelle discontinuità capacitive che costituiscono il principale ostacolo ai nostri ambiziosi sì, ma raggiungibili obbiettivi. La recente direttiva sulla Politica Industriale della Difesa garantisce le necessarie premesse per muovere in questa direzione e sono sicuro che con il supporto prezioso ed imprescindibile del Segretario Generale della Difesa i risultati attesi non si faranno attendere.
L’industria della Difesa, quindi, adeguatamente sostenuta, si proietterà con sempre maggiore efficacia sui mercati internazionali, grazie alla ricerca e allo sviluppo di nuove e performanti tecnologie, allo stato dell’arte. Non trascurando il fatto che la tecnologia sviluppata per scopi militari risulta sovente di utile applicazione in campo civile, confermandosi elemento trainante per il progresso tecnologico del Paese.
La Difesa si proporrà così ancora più autorevolmente al centro - quale elemento aggregante, qualificante e con approccio inclusivo - di una solida e promettente azione di integrazione tra tutte le realtà, inter-dicastero e inter-agenzia che hanno un ruolo e che concorrono al sistema di sicurezza e difesa degli interessi dell’Italia: il sistema Paese.
Intendo porre la massima attenzione alla valorizzazione del personale, ricercando le migliori condizioni di vita e di lavoro, non sempre bilanciate, ricercando soluzioni efficaci e durature: innanzitutto, affrontare il problema degli organici del personale, che affligge componenti vitali dello strumento della Difesa. Per la risoluzione di tale ostacolo abbiamo, noi tutti, già percepito il convinto interesse del Ministro e delle Istituzioni Parlamentari.
Al Generale Vecciarelli va tutta la mia, e la nostra, riconoscenza per quanto fatto: Enzo, sono certo di interpretare i sentimenti di tutti gli uomini e le donne della Difesa, nell’augurarti ogni bene e intima soddisfazione, personale e familiare, adesso che lasci alle spalle 45 anni di servizio, trascorsi alla luce di una carriera brillante ed esemplare, colma di traguardi e successi che tanto lustro hanno conferito alle Forze Armate tutte e, in particolare, all’Aeronautica che si è pregiata di avviarti al Servizio del Paese.
Prima di concludere concedetemi un cenno di riconoscenza per la pazienza e il supporto, che non mi è mai mancato, anche nelle situazioni più difficili, da parte dei miei familiari, cui moltissimo devo e che ringrazio dal profondo del mio cuore.
A tutto il personale militare e civile delle Forze Armate, nella consapevolezza che ci attende un cammino impegnativo, voglio assicurare la mia inesauribile disponibilità e la mia determinazione per il raggiungimento di traguardi sempre più ambiziosi per la Difesa e per il nostro Paese. Avremo tanto da fare e lo faremo insieme.