Questa mattina al Circolo Ufficiali della Marina Militare della Spezia è stata presentata la seconda tappa del progetto espositivo itinerante promosso e prodotto dallo Stato Maggiore Difesa e dalla Procura Generale Militare presso la Corte Militare di Appello dal titolo “Nonostante il lungo tempo trascorso …” Le stragi nazifasciste della guerra di Liberazione 1943-1945.
La Mostra, che sarà esposta dal 29 aprile al 29 maggio al Centro Arte Moderna e Contemporanea (CAMeC) della Spezia sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, è stata inaugurata dal Sottosegretario di stato alla Difesa, Sen. Stefania Pucciarelli, alla presenza del Procuratore Generale Militare presso la Corte Militare di Appello Dottor Marco De Paolis, del Capo di Stato Maggiore della Difesa Ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, del Capo di Stato Maggiore della Marina Ammiraglio di Squadra Enrico Credendino, del Presidente della Regione Liguria Giovanni Toti e del Sindaco della Città della Spezia Dott. Pierluigi Peracchini.
Attraverso fotografie, pannelli grafici, postazioni video interattive e documenti, disposti in un percorso che si sviluppa in due piani del museo, la mostra si propone di illustrare e far conoscere in modo semplice e diretto una delle vicende più complesse e dolorose della nostra storia nazionale: quella relativa ai crimini nazifascisti commessi in Italia e all'estero sulla popolazione civile e sui militari italiani dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943.
Il progetto presenta questa triste e delicata pagina di crimini dall’angolazione di chi li ha tenacemente perseguiti sul versante giudiziario, anch'esso complesso e ricco di episodi poco noti o addirittura sconosciuti: i processi penali militari delle Corti Alleate e dei Tribunali Militari Italiani.
Il Capo di Stato Maggiore della Difesa, Ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, ha ricordato che "Attraverso i documenti sarà possibile comprendere la portata e le implicazioni dei crimini commessi sulla popolazione civile e sui militari italiani, Prove che non devono rimanere chiuse negli archivi ma che devono essere portate alla luce del sole, all’attenzione delle coscienze di tutti noi, come un patrimonio da condividere". Pertanto, ha continuato l'Ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, "il materiale, accuratamente raccolto anche attraverso testimonianze, renderà il giusto tributo a quanti in quel periodo hanno dovuto affrontare i crimini della deportazione e dell’internamento nei lager: oppositori politici, ebrei, membri di minoranze e militari perseguitati dal regime."