
Servizio Femminile
Personale Femminile Militare
1) Premessa
L'entrata in servizio di personale femminile nelle Forze Armate italiane è un argomento di cui sia la pubblica opinione sia le istituzioni militari discutono dal 1963, anno in cui una proposta di legge fece cenno per la prima volta a tale possibilità.
Sin dal 1919 le donne sono state ammesse all'esercizio di tutte le professioni ed impieghi pubblici con l'esclusione della difesa militare dello Stato.
Anche successivamente, la legge 9 febbraio 1963 n. 66 "Ammissione della donna ai pubblici uffici ed alle professioni", pur consentendo l'accesso delle donne a tutte le cariche pubbliche, ha mantenuto una riserva sulla possibilità di arruolamento nelle Forze Armate.
Questo ha comportato che, nel nostro Paese, l'opinione pubblica ha sviluppato, nel corso degli anni, una cultura ed una sensibilità di base sulla questione, che progressivamente hanno condotto all'istituzione del servizio militare volontario femminile. Il concetto di "donna soldato" nasce dunque esclusivamente come richiesta della società civile.
A distanza di quasi quaranta anni dal lontano 1963, i numerosi progetti di legge presentati nelle varie legislature, gli studi, le proposte hanno trovato una risposta positiva. Inoltre, l'evoluzione della società e del quadro internazionale hanno consentito di guardare con nuova apertura al servizio militare femminile.
L'approvazione della legge che consente l'ingresso delle donne nelle Forze Armate e nella Guardia di Finanza risponde in modo aderente sia alle aspirazioni femminili sia alle esigenze delle Forze Armate, ormai pronte per accogliere le donne nei propri ranghi.Non a caso, la possibilità di reclutamento delle donne avviene durante la fase attuativa del nuovo modello di Difesa, aderente ai nuovi compiti e scenari operativi previsti per le Forze Armate (incremento delle missioni a carattere internazionale, attività di peace keeping), per assolvere ai quali è essenziale uno strumento interamente professionale e pienamente integrato con quelli dei Paesi europei e NATO che annoverano, da molto più tempo, personale femminile nelle loro fila.
In proposito, la pubblicazione NATO "Women in the NATO Armed Forces", pubblicata nella primavera 2000, costituisce un utilissimo termine di riferimento.
Nel 1992 L'Esercito Italiano ha realizzato il primo esperimento di "donne soldato", presso la caserma dei "Lancieri di Montebello" in Roma.
In quel contesto fu preso in considerazione un campione di 29 ragazze italiane cui fu data la possibilità di vivere 36 ore in caserma, svolgendo normali attività militari di addestramento.Un ruolo importante nella promozione dell'arruolamento volontario femminile e nell'accesso alle carriere nelle Forze Armate è stato svolto da un gruppo di ragazze che, il 25 maggio 1995, ha costituito a Roma l'A.N.A.D.O.S. (Associazione Nazionale Aspiranti Donne Soldato) con Presidente Debora Corbi.
In un sondaggio del 15 giugno 1999, su 600 intervistate iscritte all'ANADOS, il 43% delle ragazze ha dichiarato di voler entrare in Accademia e fare l'Ufficiale; il 22% si è espresso a favore del Sottufficiale, il 12%, pur di entrare nelle Forze Armate, sarebbe stato disposto ad arruolarsi nella truppa mentre il 23% non ha saputo rispondere. Il 21% delle preferenze è andato all'Aeronautica Militare, il 19% si è espresso a favore dell'Esercito, il 14% per l'Arma dei Carabinieri, il 10% per la Marina ed il 9% per la Guardia di Finanza.
2) Iter Legislativo
Il disegno di legge delega per l'istituzione del servizio militare volontario femminile è stato presentato dall'On.le Spini ed altri il 15 gennaio 1997.
Assegnato alla IV Commissione Difesa della Camera dei Deputati (atto n 2970), in sede referente il 29 gennaio 1997, è stato esaminato in aula il 24 luglio 1998 ed approvato il 30 luglio 1998.
Il 16 settembre 1998 è stato assegnato, in sede referente, alla 4^ Commissione Difesa del Senato (atto n. 3495), esaminato in aula il 15 luglio 1999 ed approvato con modificazioni il 21 luglio 1999.
Infine, il provvedimento è tornato alla IV Commissione Difesa della Camera (atto n. 2970/B), in sede referente, il 23 luglio 1999; è stato esaminato il 27 settembre ed approvato, a larghissima maggioranza, nella seduta 592 del 29 settembre 1999.
Il Parlamento dava così il via libera all'ingresso delle donne nelle Forze Armate a partire dall'anno 2000.
La legge 20 ottobre 1999, n. 380, "Delega al Governo per l'istituzione del servizio militare volontario femminile" è costituita da un solo articolo, composto da nove commi e prevede l'emanazione di una serie di decreti legislativi e ministeriali.
In particolare, il Parlamento ha delegato l'Esecutivo a predisporre entro sei mesi dall'entrata in vigore della legge, uno o più decreti legislativi per disciplinare il reclutamento, lo stato giuridico e l'avanzamento del personale militare femminile sulla base dei seguenti principi e criteri direttivi:
1) assicurare la realizzazione del principio delle pari opportunità uomo-donna, nel reclutamento del personale militare, nell'accesso ai diversi gradi, qualifiche, specializzazioni ed incarichi del personale delle Forze armate e del Corpo della Guardia di finanza;
2) applicare al personale militare femminile e maschile la normativa vigente per il personale dipendente delle pubbliche amministrazioni in materia di maternità e paternità e di pari opportunità uomo-donna, tenendo conto dello status del personale militar
La legge prevede, inoltre, al comma 3, l'istituzione di "un Comitato consultivo composto da undici membri nel quale è assicurata una partecipazione maggioritaria di personale femminile in possesso di adeguate esperienze e competenze nelle materie attinenti ai settori di interesse del Ministero della Difesa e del Ministero delle Finanze, con il compito di assistere il Capo di Stato Maggiore della Difesa ed il Comandante Generale del Corpo della Guardia di Finanza nell'azione di indirizzo, coordinamento e valutazione dell'inserimento e della integrazione del personale femminile nelle strutture delle Forze armate e del Corpo della Guardia di finanza".
La delega è stata attuata con l'emanazione dei seguenti provvedimenti:
- Il Decreto Legislativo 31 gennaio 2000, n. 24 "Disposizioni in materia di reclutamento su base volontaria, stato giuridico e avanzamento del personale militare femminile nelle Forze armate e nel Corpo della guardia di finanza, a norma dell'articolo 1, comma 2, della legge 20 ottobre 1999, n. 380", pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 38 del 16 febbraio 2000.
- Il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 16 marzo 2000, n. 112 "Regolamento recante modifiche al Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 22 luglio 1987, n.411, relativo ai limiti di altezza per la partecipazione ai concorsi pubblici",che stabilisce le misure di altezza per il reclutamento del personale delle Forze Armate:
a) per gli ufficiali, sottufficiali e volontari di truppa (...): non inferiore a metri 1,65 per gli uomini e a metri 1,61 per le donne e, limitatamente al personale della Marina, non superiore a metri 1,95;
b) per gli ufficiali piloti della Marina e per gli ufficiali dei ruoli naviganti normale e speciale dell'Aeronautica: non inferiore a metri 1,65 e non superiore a metri 1,90;
c) per gli ufficiali dell'Arma dei carabinieri: non inferiore a metri 1,70 per gli uomini e a metri 1,65 per le donne.
- Il successivo Decreto del Ministero della Difesa 4 aprile 2000, n. 114 "Regolamento recante norme in materia di accertamento dell'idoneità al servizio militare" stabilisce che, entro quindici giorni, il Direttore Generale della Sanità Militare provveda ad emanare le direttive tecniche riguardanti l'accertamento delle imperfezioni ed infermita' (...) ed i criteri per delineare il profilo sanitario dei soggetti giudicati idonei ai servizio militare.
In data 19 aprile 2000, il Direttore Generale della Sanità Militare ha emanato la Direttiva "Delineazione del profilo sanitario dei soggetti giudicati idonei al servizio militare" che illustra i criteri per la selezione del personale femminile con l'elenco aggiornato delle imperfezioni e delle infermità che sono causa di non idoneità al servizio militare.
Per quanto attiene alle aliquote del personale femminile da incorporare, ferme restando le consistenze organiche complessive, con decreto ministeriale vengono annualmente fissati le aliquote, i ruoli, i corpi, le categorie, le specialità e le specializzazioni in cui avranno luogo i reclutamenti.
In via transitoria, per i primi tre anni, i limiti di età previsti per il reclutamento di Ufficiali e Sottufficiali, è elevato di tre anni per il personale femminile (art.8 della citata legge 20 ottobre 1999, n.380).
3) I Primi Arruolamenti
I primi bandi di concorso relativi al reclutamento nelle Accademie Militari dell'Esercito, Marina e Aeronautica sono stati pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale del 4 gennaio 2000.
L'adesione ai concorsi nelle Accademie è stata massiccia ed ha superato di gran lunga quella degli altri Paesi europei: l'Accademia Militare di Modena ha ricevuto 22.692 domande di cui il 54,91% da parte di donne (295 posti a disposizione), l'Accademia Navale di Livorno ha ricevuto 7.444 domande, di cui il 57,04% da donne (per 155 posti), l'Accademia Aeronautica di Pozzuoli 12.546 domande e la percentuale delle concorrenti è stata del 50,84% (per 136 posti).
Intanto, sono già stati banditi e conclusi i primi concorsi per nomina diretta ad Ufficiale (per medici e psicologi, uomini e donne, già laureati). E' previsto che le donne siano operative a partire da luglio 2001, dopo aver frequentato un corso di circa otto mesi. Queste sono in assoluto le prime donne soldato in servizio permanente effettivo e, specialmente per quanto riguarda le psicologhe, saranno chiamate a costituire una sorta di task force incaricata di favorire la transizione allo strumento militare misto.
Infine, è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale anche il bando di concorso per l'arruolamento di 800 volontari in ferma breve (tre anni) dell'Esercito (le prove di preselezione sono state effettuate dal 7 al 12 settembre 2000). Il concorso era aperto ad entrambi i sessi con il 30% dei posti riservato alle donne, diplomate e con un'età compresa tra i 17 e i 22 anni. A sollecitare il reclutamento femminile nella truppa a partire già dal 2000, era stato il Presidente della Commissione Difesa della Camera, Valdo Spini, che aveva interessato della questione il Ministro della Difesa, Sergio Mattarella. Il Ministro aveva immediatamente garantito la possibilità di estendere anche alle donne gli arruolamenti straordinari dei volontari in ferma breve dell'Esercito anticipando di almeno dodici mesi l'ingresso delle donne in tale tipologia di personale, inizialmente previsto a partire dal 2001-2002.
4) Considerazioni Finali
I dati confermano che, dietro i movimenti di opinione favorevoli all'accesso delle donne nella vita militare e l'impegno ed il significativo contributo di associazioni quali l'ANADOS, vi era effettivamente una realtà, numericamente importante, che ha portato a raddoppiare, almeno per le Accademie, il bacino dei concorrenti.
Il tutto a vantaggio della selezione e quindi della qualità del personale da immettere nelle Forze Armate. Non solo, se il trend dovesse essere confermato per i futuri arruolamenti dei volontari in ferma breve, ciò contribuirebbe a controbilanciare eventuali carenze di adesioni all'arruolamento dando così un notevole impulso alla realizzazione del futuro Modello Professionale.
Per concludere, risulta importante individuare le ragioni di un fenomeno di tale entità. Non si può non sottolineare che il concorso delle Accademie è stato il primo in assoluto per l'accesso del personale femminile nelle Forze Armate e che, dunque, le adesioni rappresentano la possibilità per molte giovani di concretizzare delle forti aspettative.
Anche l'attuale congiuntura occupazionale ha senz'altro influito sul numero delle adesioni.
Ma l'aspetto peculiare del fenomeno, peraltro messo in evidenza da varie indagini condotte sulle concorrenti, risulta essere una chiara scelta di valori che non può che giovare al mondo militare finora prerogativa maschile.
La spinta etico-morale e l'entusiasmo manifestato dalle donne produrrà certamente cambiamenti notevoli e positivi. Al di là di quello immediato e già affrontato di tipo logistico, il "mondo militare" è chiamato ad un adeguamento culturale che ponga le donne in condizioni di assoluta parità, di diritti come pure di doveri, con il personale maschile. In ciò sarà certamente utile l'esperienza già acquisita dalle Forze Armate degli altri Paesi NATO.
A cura del Gabinetto del Ministro
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