
La Storia
Il presente quadro mira a ricostruire il percorso compiuto dall’apparato Tecnico-Amministrativo del Dicastero della Difesa negli ultimi 100 anni, fino ad arrivare all’attuale Segretariato Generale della Difesa e Direzione Nazionale degli Armamenti.
Dal 1915 al 1920
Prendiamo le mosse dalla Prima Guerra Mondiale, conflitto che segnò un appuntamento straordinario con la storia europea e mondiale e che costituì un momento di svolta epocale sul piano della scienza strategica e della dottrina militare.
In quel contesto storico, la macchina a vapore e poi il motore a scoppio resero più efficiente e veloce il trasporto logistico, mentre il carro armato e il mezzo aereo fecero la loro prima apparizione sul campo di battaglia. L’armamento chimico-biologico, inoltre, divenne un micidiale mezzo offensivo. Ne conseguì che il volume di accumulo di materie prime o semilavorati da fornire alle industrie per la produzione di veicoli, velivoli, munizioni, armamenti e materiali assunsero proporzioni senza precedenti.
Per far fronte alle nuove e molteplici esigenze, il 9 luglio 1915, con Regio Decreto n. 1065, vennero istituiti il Comitato Supremo per i Rifornimenti di Armi e Munizioni (composto dal Presidente del Consiglio e dai Ministri degli Esteri, del Tesoro, della Guerra e della Marina) e il Sottosegretariato di Stato delle Armi e delle Munizioni presso il Ministero della Guerra.
A capo del Sottosegretariato, elevato due anni dopo a rango di Ministero, fu posto il Generale Alfredo Dallolio, il quale chiese e ottenne che l’organismo a lui affidato fosse l’esclusivo destinatario della responsabilità di provvedere, per la durata della guerra, a tutto ciò che riguardava il munizionamento, l’armamento ed i servizi aeronautici dell’Esercito e della Marina, in base ai programmi stabiliti dai rispettivi Ministeri. Il Generale riuscì così a diventare, a tutti gli effetti, il capo della mobilitazione industriale e conferì al nuovo organismo un assetto organizzativo compatto e ben coordinato.
L’impossibilità di fronteggiare gli approvvigionamenti con le sole risorse dell’industria nazionale portò Dallolio alla costituzione di un Ufficio Tecnico Esteri, che organizzò missioni permanenti in Francia, Stati Uniti, Gran Bretagna, Spagna e Svizzera. Il continuo flusso informativo proveniente dai vari emissari consentiva di valutare meglio il luogo dove poter effettuare gli acquisti e, conseguentemente, di corrispondere nel migliore dei modi alle richieste di materiale bellico provenienti dal Comando Supremo.
Il Generale Dallolio rimase alla guida del Ministero fino alla primavera del 1918 e l’opera straordinaria condotta dal suo Dicastero nei tre anni di guerra fu una delle condizioni necessarie per gli esiti finali del conflitto.
Dal 1920 al 1947
All’inizio degli anni Venti si affacciò l’esigenza di riordinare e ristrutturare l’intero comparto industriale militare. Il delicato compito venne affidato ancora una volta al Generale Dallolio, il quale ricevette da Mussolini, nel febbraio del 1923, l’investitura di Presidente del Comitato per la Preparazione della Mobilitazione Civile. In tale veste, partecipò attivamente alla gestazione dello strumento giuridico che poi sarebbe sfociato nella legge 969 del 1925 “L’Organizzazione della Nazione per la Guerra”.
Nel giugno del 1928, fu costituita la Commissione Suprema Difesa (CSD) e, da allora, iniziò per Dallolio un periodo di intensa attività di studio e di consulenza per il varo del Commissariato Generale per le Fabbricazioni di Guerra (COGEFAG).
Questo nuovo organismo, nato nel 1935 sulla base delle deliberazioni della CSD, conteneva in sé contraddizioni insanabili: la sua opera, in realtà, era limitata a ricevere e classificare tutte le richieste dei vari Enti, controllandone la rispondenza alle partite di materie prime assegnate e seguendone, successivamente, la distribuzione, ma rimanendo completamente estranea all’azione di controllo e di stimolo per la produzione.
Alla vigilia dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale, il COGEFAG si trasformò nel Sottosegretariato per le Fabbricazioni di Guerra (FABRIGUERRA). Il Generale Dallolio si dimise e venne sostituito dal Generale Carlo Favagrossa, che, al pari del suo predecessore, si trovò nell’impossibilità di esercitare il controllo sulla produzione e di provvedere ai collaudi dei manufatti con unicità di indirizzo e di metodo, rimanendo, peraltro, del tutto estraneo al circuito delle commesse.
Capitava così che manufatti identici, anche se fabbricati da una stessa ditta, venissero forniti a differenti Ministeri a condizioni differenti; oppure, fatto ancora più grave, si verificava che un Ministero cercasse di soffiare all’altro una commessa in corso d’opera, dinamica che comportava anche maggiorazioni di prezzo. Il Generale Favagrossa, conscio di ciò, ottenne nel 1941 che FABRIGUERRA cominciasse a studiare la possibilità di prendere la guida dell’intero apparato delle commesse di guerra.
Dal 1947 al 1965
L’evolversi delle dottrine militari e dei criteri di impiego delle forze terrestri, marittime e aeree di quasi tutti gli Stati sviluppò, nel secondo dopoguerra, il convincimento che la difesa nazionale dovesse essere affrontata non più settorialmente, ma con una visione unitaria in tutte le sue espressioni organizzative. Questo processo di unificazione ebbe inizio in Italia con l’emanazione del Decreto del Capo Provvisorio dello Stato del 4 febbraio 1947, n. 17, che riunì, in un unico Ministero della Difesa, i Ministeri della Guerra, della Marina e dell’Aeronautica.
Con successivo Decreto del Capo Provvisorio dello Stato del 10 maggio 1947, n.306, vennero istituite, altresì, le cariche di tre Segretari Generali: per l’Esercito, per la Marina e per l’Aeronautica. Solo nei primi anni ’60, giunse a maturazione l’idea di pervenire ad una radicale razionalizzazione dell’area tecnico-amministrativa della Difesa, volta a creare un solo organismo che fosse in grado di assicurare unitarietà gestionale nei campi economico, finanziario e produttivo.
Dal 1965 al 1978
Con il Decreto del Presidente della Repubblica del 18 novembre 1965, n.1478, si pervenne alla riorganizzazione del settore, con la creazione di un’unica area tecnico-amministrativa interforze della Difesa. Al vertice dell’area unificata fu posto un unico Segretario Generale del Ministero della Difesa (nominato con decreto del Presidente della Repubblica, previa deliberazione del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro della Difesa) con il compito di svolgere azione di guida, direzione e coordinamento di tutte le attività tecnico-amministrative della Difesa, dando concreta attuazione agli indirizzi politici e programmatici indicati dal Ministro e coordinando gli affari e gli atti amministrativi svolti dalle Direzioni Generali e dagli Uffici centrali interforze.
Per l’assolvimento dei nuovi compiti, il Segretario Generale della Difesa poteva disporre di un’apposita struttura. La configurazione complessiva dell’area tecnico-amministrativa interforze prevedeva una forza organica di 6.500 unità lavorative.
Dal 1978 al 1997
Con l’approvazione del Decreto Ministeriale del 24 novembre 1978, il Ministro della Difesa stabilì che “il Segretario Generale del Ministero della Difesa, ferme restando le attribuzioni già sancite, assume anche le funzioni di Direttore Nazionale degli Armamenti”. In quanto tale, i suoi compiti risultarono notevolmente ampliati:
- fornire consulenza e collaborazione al Comitato dei Capi di Stato Maggiore in materia di ricerca, sviluppo, produzione e approvvigionamento di mezzi e materiali, con l’obiettivo di evitare duplicazioni di iniziative e dispendio di risorse;
- seguire lo stato di avanzamento dei progetti interforze e di Forza Armata, coordinando tutti i programmi di acquisizione all’estero e le commesse affidate all’industria nazionale;
- svolgere le opportune azioni di coordinamento nel campo della politica economica, industriale, tecnica e scientifica del sistema Paese, mantenendo i collegamenti con gli Stati Maggiori, le Direzioni Generali, i Dicasteri interessati e i massimi centri della cultura tecnologica della Nazione;
- orientare l’industria nazionale nei settori della ricerca e dello studio, sulla base delle esigenze e dei programmi di ammodernamento dello strumento militare, curando, in particolare, gli indispensabili rapporti di cooperazione con i competenti organi dei Paesi alleati.
Dal 1997 (dopo la riforma dei vertici militari) ai giorni nostri
La legge 18 febbraio 1997 n.25, recante norme sulla ristrutturazione dei vertici militari, compie una decisa ed efficace semplificazione dell’assetto strutturale della Difesa, ponendo alle dirette dipendenze del Ministro:
- il Capo di Stato Maggiore della Difesa, responsabile dell’attuazione delle direttive in materia di pianificazione, sostegno logistico, addestramento, assegnazione dei fondi e impiego dello strumento operativo nazionale e del personale delle Forze Armate;
- il Segretario Generale della Difesa e Direttore Nazionale degli Armamenti, responsabile dell’attuazione delle direttive in materia di alta amministrazione e, più in generale, dell’organizzazione e del funzionamento dell’intero comparto Tecnico-Amministrativo e Industriale del Ministero della Difesa.
Conclusione
Si può concludere che la struttura del Segretariato Generale della Difesa e Direzione Nazionale degli Armamenti scaturita dalla riforma dei vertici del 1997, fino all’ulteriore e consistente evoluzione organizzativa degli anni 2023-2024, ha accorpato le unità organizzative per funzioni omogenee, ottimizzando l’impiego delle risorse. Ha comportato, inoltre, un sensibile snellimento delle procedure burocratiche, una profonda riorganizzazione della componente industriale della Difesa e di quella di sostegno tecnico-logistico (arsenali, stabilimenti di produzione e di manutenzione), l’introduzione di moderni strumenti gestionali e contabili (quali la creazione di un unico Centro di Responsabilità Amministrativa) e un forte impulso alla valorizzazione del personale civile.