
Generalità
La Stabilization Force (SFOR) costituisce lo strumento militare utilizzato dalle Nazioni NATO e del Partenariato per la Pace (Partnership for Peace - PfP) per garantire quella cornice di sicurezza necessaria a favorire la normalizzazione della Bosnia-Herzegovina (BiH) tale forze hanno operato prima nell'ambito dell'Op. denominata "JOINT GUARD" e successivamente nella "JOINT FORGE". L'Italia ha contribuito ad entrambe le operazioni con un contributo complessivo di circa 2200 uomini inquadrati, principalmente, nella Brigata Multi Nazionale Nord (BMN-N). Il 15 marzo 2000 è stato completato il processo di ristrutturazione e riorganizzazione di SFOR, noto come "Opzione 2" di SFOR, che, nelle sue linee generali, ha portato ad una riduzione delle Forze dalle 28.000 unità alle attuali 20.000 circa. L'organizzazione del Teatro rimane basata sulla suddivisione dello stesso in tre settori divisionali:
- settore della Divisione multinazionale Nord (DMN-N);
- settore della Divisione Multinazionale Sud Est (DMN-SE) il cui Comando da gennaio 2003 è affidato a rotazione ai Paesi che la costituiscono, sotto il cui comando agisce il personale del Contingente Nazionale;
- settore della Divisione multinazionale Nord Ovest (DMN-SW).
A loro volta, le Divisioni, precedentemente organizzate su Unità di Manovra a livello di Brigata, sono state organizzate su Battle Groups (BG), a livello Reggimento.
La missione è rimasta sostanzialmente invariata, si concretizza nel mantenimento di una credibile capacità di deterrenza e di progressiva stabilizzazione dell'area con l'obiettivo finale di consolidare la pace e rimuovere la necessità di una presenza militare della NATO in BiH. In tale quadro, SFOR continuerà ad assicurare una adeguata presenza militare in BiH per impedire una eventuale recrudescenza delle ostilità e per contribuire alla realizzazione di un ambiente sicuro.
La riduzione numerica delle forze in Teatro ha posto la necessità di conferire alle stesse un adeguato grado di flessibilità e mobilità che dovrà essere acquisito e mantenuto consentendo ai Battle Groups di operare, seppure su basi di contingenza, al di fuori dei rispettivi settori di responsabilità. Su questo tema l'Italia si è dichiarata, nelle Sedi di Bruxelles, disponibile a condividere il principio purché la NATO delineasse in anticipo possibili ipotesi d'impiego delle Forze al di fuori delle rispettive AOR.
All'operazione contribuiscono 18 Paesi appartenenti alla NATO e 17 Paesi non-NATO.
Il 9 luglio 2004 l'ONU approva la Risoluzione 1551 che, nell'autorizzare la prosecuzione di SFOR per ulteriori sei mesi, accoglie la decisione della NATO di concludere SFOR entro la fine del 2004 e la decisione dell'UE di avviare in Bosnia, da dicembre 2004, una missione a guida UE comprensiva anche di una componente militare.
Il 15 luglio 2004 viene reso noto che dopo il termine di SFOR, la NATO manterrà una presenza militare nel Paese con una "Military Liaison and Advisory Mission - NATO HQ Sarajevo", con specifiche competenze quali l'assistenza per la riforma della difesa e per la preparazione per la potenziale adesione del Paese al programma PfP e che la missione a guida UE si chiamerà "ALTHEA".
L'11 ottobre 2004 la UE approva la pianificazione operativa di "ALTHEA" e rende noto che "ALTHEA" succederà a SFOR il 2 dicembre 2004.