Quando, secondo i carabinieri, la letteratura poliziesca per ragazzi era immorale!

 

Sono sconsigliati i libri che “trattino delitti o soggetti immorali” ai soggetti maschi intorno ai 14 o 15 anni. Scrive così un articolo pubblicato, nel dicembre 1934, sulla Rivista dei Carabinieri Reali che dichiara immorale la letteratura poliziesca per i più giovani.
Secondo la rivista dell’epoca, i ragazzi sono dotati a quell’età d’insufficiente esperienza e fortemente suggestionabili e incapaci di distinguere fra la realtà e l’immaginazione.
Il rischio è che l’ammirare poi finisca, per i giovani lettori, con l’imitare l’eroe che si propone loro!
“Una lieve debolezza intellettuale, un’emotività anormale aumentano la suggestionabilità del soggetto giovane” si legge ancora sulla rivista dei Carabinieri, che sottolinea poi come tale suggestionabilità può esser ancora più incrementata se vi è alla base una tendenza perversa per familiarità.
Secondo l’Arma dunque “si devono proteggere i giovani dalle suggestioni cattive, unitamente a coloro che sono moralmente fragili e predisposti a diventare esseri pericolosi. E la letteratura poliziesca è da biasimare in tal senso, e da reputarsi immorale!”.

 

Ada Fichera

 

Riferimenti Bibliografici

 

  • Rivista dei Carabinieri Reali, Anno 1934 - Novembre – Dicembre - XIII

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