
Missioni internazionali: audizione del Ministro Guerini
Il Ministro della Difesa Lorenzo Guerini, ha illustrato questa mattina davanti alle Commissioni riunite Esteri e Difesa di Camera e Senato, la partecipazione dell'Italia alle missioni internazionali

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“Il disegno strategico che sottende alla nostra proiezione internazionale mira a concentrare forze e risorse nel Mediterraneo Allargato, area di nostro prioritario interesse, attraverso una partecipazione qualificata alle iniziative delle organizzazioni internazionali di riferimento e lo sviluppo di attività bilaterali, anch’esse funzionali alla tutela degli interessi nazionali, sempre nel rispetto del dettato costituzionale”.
Così il Ministro della Difesa Lorenzo Guerini questa mattina davanti alle commissioni riunite Esteri e Difesa di Camera e Senato, in occasione delle comunicazioni effettuate con il Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale Luigi Di Maio, sulla partecipazione dell'Italia alle missioni internazionali.
Dal Ministro è innanzitutto giunto il ringraziamento al personale militare e civile della Difesa per la professionalità e lo spirito di abnegazione con cui assolvono tutte le missioni assegnate, ovunque siano chiamati ad operare.
Dopo aver illustrato il contesto geo-strategico in cui si inserisce il nostro impegno internazionale, Guerini ha detto che l’obiettivo è quello di fornire il contributo ovunque sia necessario, focalizzando la nostra attività nell’area di preminente interesse strategico nazionale del Mediterraneo Allargato, che le recenti evoluzioni dello scenario internazionale hanno collocato nuovamente al centro delle dinamiche di sicurezza globale.
“Lo schieramento delle nostre Missioni e Operazioni si colloca proprio all’interno del Mediterraneo Allargato, con una specifica attenzione al continente africano, sempre più centrale negli interessi di sicurezza europei e italiani” ha affermato ricordando inoltre che l’Italia è presente nelle missioni internazionali con una media di circa 6500 unità di personale, con un massimo autorizzato di circa 9500, distribuite in 40 missioni.
Guerini ha spiegato che pochi giorni fa è stato completato, come pianificato, il rientro dall’Afghanistan del nostro contingente nazionale in Italia e che con l’Operazione Aquila è stato anche garantito l’arrivo in Italia di una prima aliquota di 230 collaboratori afgani e delle loro famiglie.
Per quanto riguarda il futuro del Paese, le ipotesi attualmente allo studio da parte della NATO prevedono, fino al 2024, la prosecuzione del sostegno finanziario e dell’attività formativa e addestrativa a favore delle forze di sicurezza afgane presso strutture dei paesi dell’Alleanza.
“Non si può negare che oggi la situazione interna desta preoccupazione, in considerazione del livello della violenza e della postura aggressiva dei Talebani, a discapito dell’auspicato processo di riconciliazione nazionale. La Difesa sarà pronta, in ogni caso, a contribuire alle eventuali future iniziative volte a non disperdere i risultati fin qui conseguiti” ha aggiunto.
Altro tema centrale, l’Iraq. Nel merito Guerini ha sottolineato la necessita di proseguire l’azione di contrasto contro Daesh, le cui capacità operative, per quanto anemizzate, restano imprevedibili e sempre insidiose.
“Nonostante gli sforzi del Governo del Primo Ministro Al Khadimi, la situazione nel Paese continua ad essere critica, sia dal punto di vista economico - sociale, sia sul piano della sicurezza, come mi ha confermato il Ministro della Difesa iracheno ENAD nel nostro incontro della scorsa settimana” ha detto.
In questa prospettiva, pertanto, anche nel 2021, l’Italia confermerà il proprio contributo alle due missioni internazionali già presenti in Iraq, Inherent Resolve (OIR) e NATO Mission Iraq (NM-I).
“Nel corso dell’anno, in piena sintonia con le autorità irachene, si procederà al graduale travaso di assetti e capacità dalla prima alla seconda Operazione, privilegiando in tal modo le attività di training e capacity building, peculiari della missione NATO, di cui assumeremo il Comando nella primavera del 2022” ha aggiunto.
Nei contigui settori meridionali, l’area del Golfo continua ad essere vitale per la stabilità dell’intera regione e per la salvaguardia dei nostri interessi, specialmente per quanto concerne le vie di comunicazioni marittime.
Al riguardo, la Difesa intende confermare gli impegni già avviati in precedenza.
“Un ruolo centrale assumerà sempre più il Kuwait e in particolare la base di Al Salem, divenuta centro nevralgico delle nostre capacità di supporto strategico nella regione, alla cui sicurezza contribuiamo anche con una batteria missilistica, autorizzata da questo Parlamento lo scorso anno” ha detto Guerini.
“Ciò - ha aggiunto - anche alla luce della chiusura, negli Emirati Arabi Uniti, della base aerea di Al Minhad, che si completerà nei prossimi giorni con il rientro dei materiali. Relativamente a questa specifica situazione, la Difesa guarda con attenzione alle azioni diplomatiche in corso per il pieno ristabilirsi di relazioni positive con gli EAU, che rappresentano sicuramente un partner strategico nella Regione”.
Tra le missioni di nuovo avvio, l’Italia intende fornire un contributo operativo all’iniziativa di sorveglianza marittima europea nello Stretto di Hormuz, denominata EMASOH, con l’impiego di un’unità navale ed un assetto di sorveglianza aerea.
Sul Libano, Guerini - che poche settimane fa ha co-presieduto con la collega francese Parly una videoconferenza, con i partner del Gruppo Internazionale di Supporto al Libano, sulla sempre più grave crisi che ha colpito le Forze Armate libanesi - ha poi rimarcato l’esigenza di un sostegno urgente ed immediato da parte della Comunità Internazionale alle Forze Armate Libanesi.
L’Italia, in virtù della storica vicinanza con il popolo libanese, si è già attivata su più fronti allo scopo di soddisfare questa nuova emergenza, come fatto all’indomani dell’esplosione del porto di Beirut con l’Operazione “Cedri” che si è andata ad affiancare alla missione UNIFIL, di cui deteniamo oggi il comando, e la missione di addestramento bilaterale MIBIL.
“Per quanto concerne UNIFIL, nelle more delle decisioni che saranno prese in sede ONU, abbiamo offerto un’unità navale per la sua aggregazione al dispositivo marittimo della missione” ha affermato Guerini spiegando che questo contributo consentirebbe di rafforzare la presenza nazionale nel bacino del Mediterraneo Orientale, oggetto di una sempre più marcata competizione per lo sfruttamento delle risorse presenti nell’area e dove risiedono rilevanti interessi nazionali.
Nel Continente Africano l’impegno del nostro Paese si sviluppa principalmente all’interno di un virtuale “triangolo d’instabilità”, incentrato sul Sahel, che vede i suoi vertici nella Libia a nord, nel Golfo di Guinea a ovest e nel Corno d’Africa a est.
“Si tratta di un’area geografica che rappresenta il vero confine sud dell’Europa e coincide in larga parte con il Fianco Sud dell’Alleanza Atlantica” ha detto Guerini ribadendo che per questo motivo in seno all’Alleanza Atlantica continuiamo, in ogni occasione, a promuovere una maggiore attenzione verso il Sud.
Tema che il Ministro Guerini ha portato più volte anche all’attenzione dell’Unione Europea.
“A più riprese ho trasmesso all’Alto Rappresentante Borrell e ai miei colleghi Ministri della Difesa, l’esigenza di profondere uno sforzo maggiore ed integrato dell’Unione proprio nell’Africa sub-sahariana, rafforzando le iniziative già in atto sia in Corno d’Africa che in Sahel. Ritengo infatti necessario che Bruxelles debba assicurare un’unica regia all’azione dei paesi europei nell’area, che abbracci le progettualità non solo della dimensione militare ma di tutti quei settori della cooperazione, politica ed economica, indispensabili al rafforzamento delle istituzioni statuali e allo sviluppo delle comunità di quei paesi. Un impulso che l’Unione, per la sua natura politica, può dare più efficacemente”.
Nella regione del Sahel, di concerto con i partner internazionali ed in sinergia con il MAECI, la Difesa opera nella regione su più direttrici, contribuendo sia alle iniziative UE, quali EUTM Mali, EUCAP Sahel Mali e EUCAP Sahel Niger, sia a quelle multilaterali della Coalizione per il Sahel - la Task Force Takuba- a cui si affiancano le attività condotte in tutta la regione, con approccio bilaterale, dalla missione di assistenza ed addestramento MISIN in Niger.
In Libia “desta preoccupazione la presenza di mercenari e miliziani stranieri, la cui uscita dal territorio libico è condizione essenziale per i successivi passaggi verso una gestione unificata ed inclusiva delle forze armate e di sicurezza nel paese” ha affermato Guerini.
“Raggiunto l’auspicato obiettivo delle elezioni - ha aggiunto - sarà necessario procedere con un efficace processo di Riforma del Settore della Sicurezza che preveda il confluire delle milizie di tutte le regioni del paese in un unico apparato istituzionale libico, con lo scopo di superare le attuali divergenze e di agire da creatore di sicurezza e garante di democrazia per il proprio popolo”.
Un processo che non può che essere a guida libica e che già ci vede agire in supporto alle autorità locali con un intenso e articolato piano di cooperazione tecnico-militare in settori di alta valenza quali quello della sanità militare, dello sminamento umanitario e della formazione. Da qui la decisione di prorogare nel 2021 la missione di assistenza MIASIT.
Nell’ambito delle attività marittime che vedono coinvolta la Difesa, Guerini ha ricordato che la missione MARE SICURO e la missione UE IRINI, a fronte impronta italiana, costituiscono la dorsale principale della nostra presenza nel Mediterraneo.
A queste si aggiungono il nostro contributo all’operazione NATO Sea Guardian nonché tutte le attività di dialogo e cooperazione con i paesi del Bacino.
In questo contesto si colloca anche la recente decisione parlamentare per l’istituzione di una zona economica esclusiva nazionale. È evidente che nella sua concreta attuazione sarà altrettanto importante la sua tutela, a garanzia dei nostri diritti e per il contrasto di azioni illegittime.
Per queste finalità, e per rendere chiaramente visibile a tutti la presenza italiana, stiamo aggiornando la “Strategia della Difesa per il Mediterraneo”, con l'obiettivo di valorizzare a pieno le capacità di presenza, sorveglianza, allerta tempestiva e intervento delle Forze Armate.
In riferimento ai Balcani, infine, Guerini ha spiegato che l’impegno della Difesa italiana proseguirà nell’ambito delle operazioni NATO ed UE, ovvero KFOR ed ALTHEA, in continuità con quanto fatto in più di vent’anni di impegno militare nell’area.
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