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La Difesa in pillole: L’orologio da polso, dal fronte alla vita di tutti i giorni

La Difesa in pillole: L’orologio da polso, dal fronte alla vita di tutti i giorni
La Difesa in pillole: L’orologio da polso, dal fronte alla vita di tutti i giorni

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CC BY-NC-SA 4.0 DEED

Chi direbbe che il tradizionale accessorio che portiamo quotidianamente al polso, prima della Grande Guerra non era affatto un oggetto d’uso comune, né tantomeno necessario? Eppure, l’orologio da polso deve la sua diffusione proprio all’ambito militare e alle esigenze imposte dal fronte.

I primi orologi da polso apparvero nell’Ottocento, ma erano considerati oggetti di prestigio, riservati alle famiglie reali e all’alta nobiltà. Gli uomini, all’epoca, utilizzavano ancora l’orologio da tasca, ritenuto più elegante e consono al loro abbigliamento.

Fu l’aviatore brasiliano Alberto Santos Dumont a richiedere un orologio funzionale da consultare in volo senza staccare le mani dai comandi. Il suo amico Louis Cartier accolse la richiesta e nel 1904 realizzò il primo vero orologio da polso maschile: il “Cartier Santos”, ancora oggi presente nelle collezioni della maison francese.

Ma è con lo scoppio della Prima guerra mondiale che l’orologio da polso si trasforma da oggetto di lusso a strumento militare. In battaglia, i soldati avevano la necessità di avere le mani libere e, allo stesso tempo, di conoscere con esattezza l’ora stabilita per le operazioni. Coordinare attacchi simultanei su più fronti senza possibilità di comunicazione richiedeva una sincronizzazione precisa: la “fatidica ora X” doveva essere rispettata da tutti i reparti.

Il rimedio fu semplice ed efficace: legare l’orologio all’avambraccio. Nacque così un uso quotidiano e funzionale dell’orologio da polso in ambito militare. Tuttavia, esisteva un ostacolo economico: molti militari provenivano da famiglie modeste e non potevano permettersi un orologio personale. I comandi militari, consapevoli delle gravi perdite dovute a scarsa coordinazione, iniziarono così a fornire orologi da polso ai soldati: strumenti robusti, affidabili e immediatamente leggibili, anche grazie all’introduzione di indici luminescenti per la visione notturna.
Cominciò così una produzione industriale su larga scala, per garantire una distribuzione ampia e costi contenuti. Alla fine del conflitto, molti ufficiali continuarono a utilizzare i propri orologi anche nella vita civile, favorendone così la diffusione in tutte le culture occidentali.

Oggi l’orologio da polso è parte integrante della nostra quotidianità, ma per collezionisti e appassionati, quei primi modelli militari restano pezzi di straordinario valore storico, simboli di un tempo in cui la precisione era una questione di sopravvivenza.

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