
Il Sottosegretario Pucciarelli al Women 2020 (W20) Summit
Il Sottosegretario alla Difesa Stefania Pucciarelli al panel di apertura della tre giorni W20 - Women Rome Summit.

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"Dopo un ventennio dall'apertura anche in Italia al reclutamento femminile, la presenza di motivati militari donna, ha contribuito a mutare lo strumento militare in senso positivo, risultando per la nostra Nazione un valore aggiunto ormai irrinunciabile.
Un valore che garantisce alle nostre Forze Armate un contributo elevatissimo di impegno, determinazione, ingegno e passione, capace di assicurare un trasversale approccio di genere in tutti gli impieghi dello Strumento militare: nelle operazioni di difesa avanzata e nelle missioni in Patria." Queste le parole del Sottosegretario alla Difesa, Stefania Pucciarelli, nel suo intervento di apertura dal panel dedicato al tema Women in Peace and Security nell'ambito del W20 - Women Rome Summit.
"Le donne militari sono professioniste, mamme, mogli e compagne di vita. Assolvono gli incarichi sia sul territorio nazionale che in tutti i principali teatri operativi, nei diversi ruoli/corpi e specialità alla stregua della componente militare maschile, senza nessuna preclusione. Inoltre, nel peacekeeping il loro contributo è rilevante anche nel prevenire e contrastare le diverse forme di violenza contro il genere femminile, diventando riferimento, tanto per l'ascolto e la raccolta di denunce da donne vittime di soprusi – soprattutto quelle segnate da violenza sessuale –, quanto per la smobilitazione e il reinserimento sociale di donne e bambine ex-combattenti. Nei contesti culturali connotati da bassa considerazione della condizione femminile, le nostre militari agiscono anche da 'modelli di ruolo' per ispirare le donne e le ragazze del luogo."
Il Sottosegretario ha voluto anche sottolineare come "si debbano ancora spendere energie per conseguire un'equa rappresentanza di genere", richiamando un dato emblematico: la media del personale militare femminile in ambito NATO – considerando cioè anche i Paesi che hanno ammesso donne in uniforme molto prima dell'Italia – si attesta all'11%.
"Nel ricordare che l'Italia è il maggiore contributore occidentale di militari verso le Nazioni Unite, evidenzio che come Difesa abbiamo convintamente aderito al progetto onusiano di aumento della presenza di donne in uniforme nelle missioni di pace, ritenendo che la componente militare femminile costituisca una risorsa abilitante rispetto alle attuali e futuribili operazioni militari di questo ventunesimo secolo. Occorre inoltre investire nel supporto alla donna militare e madre, perché il doppio ruolo possa essere svolto in serenità", ha concluso il Sottosegretario Pucciarelli
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