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Il Sottosegretario Mulè incontra il contingente italiano in Kosovo

Il Sottosegretario alla Difesa Giorgio Mulè ha incontrato, in Kosovo, il contingente italiano della missione NATO KFOR

Pristina 14 lug 2021

creative commons creative commons creative commons Immagini messe a disposizione con licenza
CC BY-NC-SA 4.0 DEED

"La vostra presenza in Kosovo è strategica, non solo perché qui dove operate si sente il respiro dell'Italia, ma perché la stabilità di questa regione ha un valore elevato in termini di sicurezza per l'Europa".

Così il Sottosegretario alla Difesa (SSSD), Giorgio Mulè, accompagnato dal Generale di Corpo d'Armata Luciano Portolano, comandante del Comando Operativo di vertice Interforze (COI) in occasione della visita al personale italiano schierato a Pristina. A riceverli, il Generale di Divisione Franco Federici, comandante di Kosovo Forces (KFOR).

"Siamo leader di una missione NATO che ha l'obiettivo di ristabilire l'ordine e la pace in Kosovo" ha evidenziato il sottosegretario, "e questo perché credo fermamente che sia stata riconosciuta alle nostre Forze Armate l'eccellente capacità di operare in supporto alla pace e alla stabilizzazione dell'area".

Nel corso della visita in Kosovo, presso il Regional Command West (RCW), il Sottosegretario Mulè ha presenziato all'avvicendamento tra il 1° Reggimento artiglieria da montagna della Brigata "Taurinense" e il 185° Reggimento Artiglieria Paracadutista della Brigata "Folgore" al termine di sei mesi di missione.

"Vedo davanti a me professionisti che hanno portato lustro all'Italia, ambasciatori di valori quali libertà e democrazia", ha detto il Sottosegretario Mulè nel suo indirizzo di saluto.

 

"Bravissimi ed esemplari Artiglieri del 1° Rgt, da montagna, grazie per l'eccellente lavoro svolto che accresce ulteriormente i risultati conseguiti dall'Italia negli oltre venti anni della missione KFOR a cui dal 1999 ad oggi, hanno contribuito tutte le Forze Armate", queste le parole del Comandante del COI, Gen di C.A. Portolano ai militari della NATO presenti alla cerimonia.

Infine, il Generale di Divisione Franco Federici, Comandante di KFOR, durante il cambio di comando, simboleggiato dal passaggio della bandiera della NATO tra i Comandanti delle Unità operative, ha evidenziando come questa sia la missione più longeva della NATO e allo stesso tempo rappresenti un sicuro successo dell'Alleanza.

La visita di due giorni è continuata poi nella città di Peja, dove il SSSD Mulè, ha visitato la Cellula Operativa Cibernetica (COC) della missione, capacità strategica nazionale deputata alla difesa delle reti informatiche dell'area.

 

Infine il SSSD si è recato in visita al Monastero di Dečani.

Rientra infatti tra i compiti dei militari della KFOR (Kosovo Force) anche quello di proteggere, tutelare e preservare l'integrità e la sicurezza della chiesa medievale nei Balcani che contiene, tra l'altro, uno dei più grandi e integri affreschi bizantini, punto di riferimento della Chiesa ortodossa serba in Kosovo.

"Mi ha colpito l'umanità, la capacità delle Forze Armate italiane di sapere "esportare" dialogo, accoglienza, cooperazione, imparzialità, professionalità con una particolare attitudine alle relazioni ed al confronto con la popolazione locale. I Militari italiani sono a presidio non solo della sicurezza, ma della storia e della cultura di un Paese", così ha concluso la visita il Sottosegretario.

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