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Il Ministro Crosetto all’inaugurazione della mostra sul Check Point Pasta

Roma 04 lug 2023

creative commons creative commons creative commons Immagini messe a disposizione con licenza
CC BY-NC-SA 4.0 DEED

“Le Forze Armate difendono democrazia, pace, istituzioni ma il loro compito è anche onorare la memoria di chi ha sacrificato la sua vita per loro. Questo evento ne è la prova”.

Così il Ministro della DifesaGuido Crosetto, nell’intervento d’inaugurazione della mostra “Check Point Pasta, Mogadiscio 1993-2023” realizzata in occasione del trentesimo anniversario dell’omonima battaglia avvenuta a Mogadiscio il 2 luglio 1993.

Quel giorno i militari del contingente italiano presente in Somalia nell’ambito dell’Operazione IBIS II, durante una operazione che aveva lo scopo di sequestrare delle armi, vennero coinvolti negli scontri con oltre 600 miliziani. Durante gli scontri persero la vita, Andrea MillevoiStefano Paolicchi e Pasquale Baccaro e altri 31 soldati rimasero feriti.

“Lo Stato non è un’entità astratta, lo Stato, quello migliore, è composto dagli uomini che lo servono tutti i giorni in ogni luogo in cui ci sia bisogno di qualcuno che lavori per sostenere la libertà delle Istituzioni. Noi abbiamo il dovere di ricordare questi uomini” ha concluso il Ministro.

La missione militare italiana in Somalia, iniziata il 13 dicembre 1992, nell’ambito dell’operazione internazionale “Restore Hope”, tentò di portare soluzione a decenni di crisi del Corno d’Africa. Anni costellati da guerre civili, carestie, epidemie. Durante l’operazione che terminò il 21 marzo 1994, persero la vita, complessivamente, 12 militari italiani, un’infermiera volontaria della Croce RossaMaria Cristina Luinetti, la prima donna caduta in missione militare di pace all’estero, e 2 giornalisti, Ilaria Alpi Miran Hrovatin. Altri 107 militari sono rimasti feriti.

La mostra, inaugurata quest’oggi, con oltre 20 pannelli ripercorre le fasi salienti di quell’impegno attraverso UNOSOM 1 e 2IBIS 1 e 2 e, con i 400 scatti fotografici si vuole ricordare i circa 12.000 uomini impiegati. I risultati raggiunti furono notevoli: 600 le scorte a convogli umanitari, 4.000 armi sequestrate, 200.000 visite mediche e 600 interventi chirurgici effettuati nell’ospedale da campo dell’Esercito, 100 scuole riaperte e 22 orfanotrofi cui venne prestata assistenza.

IL MINISTRO ESERCITO ITALIANO

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