
Esercito Italiano: il COMFOSE all'ISTC di Pfullendorf
Per il terzo anno consecutivo un operatore delle Forze Speciali dell'Esercito Italiano si qualifica primo assoluto al Corso NSOCM.

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Lo scorso 28 marzo ha avuto luogo, presso la sede dell’International Special Training Centre (ISTC) di Pfullendorf, la cerimonia di consegna degli attestati di qualifica della terza edizione del Corso NATO Special Operations Combat Medic (NSOCM) in favore di 20 operatori delle Forze Speciali Internazionali. Alla cerimonia ha partecipato, tra i vari Distinguished Visitors Internazionali, il Generale di Brigata Ivan Caruso, Comandante del Comando delle Forze Speciali dell’Esercito (COMFOSE). Il Corso NSOCM è il fiore all’occhiello dell'offerta formativa-addestrativa in seno al cosiddetto NATO Global Programming sviluppato dall’Allied Command Transformation (ACT). Il NATO Special Operations Combat Medic Course qualifica personale delle Forze Speciali in grado di garantire un adeguato supporto sanitario nei moderni scenari di impiego dove si deve operare in situazioni di grande isolamento.
A questa edizione del Corso hanno preso parte 4 operatori dei Reparti del COMFOSE e, per la terza volta consecutiva, uno di essi è stato insignito con l’attestato di Distinguished Honored Graduate, essendosi classificato 1° su 20 con la media complessiva del 93%. Nel corso della cerimonia, inoltre, un istruttore italiano del 185° R.R.A.O. è stato insignito dell'US Army Achievement Medal per il suo impegno fuori dal comune durante lo svolgimento del Corso, condotto interamente in lingua inglese.
L’Italia è tra i maggiori contribuenti in ambito NATO del progetto NSOCM, avendone compreso sin dalla fase di sviluppo la valenza operativa, ed in tale contesto il COMFOSE è impegnato nella individuazione e selezione dei migliori operatori dei Reparti dipendenti più inclini alla cosiddetta “medicina da combattimento”, da praticare in quelle remote aree dove non vi è alcuna copertura con personale medico del normale sistema sanitario militare, come quando un Incursore del 9° reggimento "Col Moschin" ha salvato oltre 120 vite durante un impiego all'estero.