Si è concluso con una esercitazione il corso formativo, della durata di 4 settimane, destinato agli operatori della Gendarmeria Nazionale Gibutiana sulle Analisi di Laboratorio e sulle tecniche di Investigazioni Scientifiche tenuto dagli istruttori della Missione Addestrativa Italiana MIADIT 17.
La cerimonia di consegna degli attestati, che ha certificato il proficuo svolgimento, si è tenuta all'Ecole Internationale de Perfectionnement à la Pratique de la Police Judiciaire (E.I.3.P.J), sita all’interno del Centro di Istruzione della Gendarmeria Nazionale Gibutiana Cheik Moussa, alla presenza del Direttore Lt.Col. Houssein Mohamed Kayad e del Colonnello Pier Vittorio Romano, comandante della missione.
La missione MIADIT - Somalia è frutto di un accordo di cooperazione trilaterale tra lo Stato italiano, somalo e del gibuti. È volta a favorire la stabilità e la sicurezza della Somalia e dell’intera regione del Corno d’Africa, accrescendo le capacità nel settore della sicurezza e del controllo del territorio da parte delle Forze di Polizia somale ed al mantenimento e sviluppo delle condizioni di sicurezza della Repubblica del Gibuti da parte della Polizia e Gendarmeria.
Il Corso Train The Trainers (T3), strutturato su 4 settimane, ha permesso ai frequentatori del corso di consolidare il loro background teorico e pratico sulle diversificate tecniche scientifiche sul rilevamento delle tracce utili alle indagini. La fase successiva ha permesso di implementare le conoscenze sulle Analisi di Laboratorio e sulle pratiche di evidenziazione delle tracce dattiloscopiche sulla scena del crimine nonché di verificare le capacità comunicative degli operatori istruendoli per diventare formatori.
Durante il corso addestrativo numerose sono state le esercitazioni; dal fotosegnalamento ai trattamenti chimici ed analisi di laboratorio, dall’evidenziazione delle impronte digitali al sopralluogo e repertamento, il tutto simulando varie e diversificate scene del crimine e possibili situazioni operative.
Durante la prima settimana è stato valutato il livello di conoscenza dei partecipanti al corso, poiché già frequentatori di un precedentemente corso sulle investigazioni scientifiche, e l’approccio comportamentale all’interno di un laboratorio forense soprattutto in relazione all’utilizzo dei Dispositivi di Protezione Individuale e della conoscenza delle attrezzature e dei reagenti chimici. Sono state effettuate esercitazioni di Dattiloscopia Preventiva, Dattiloscopia Giudiziaria, Analisi di Laboratorio, Repertamento e Sopralluogo.
La seconda settimana è stata utilizzata per il potenziamento e l’approfondimento delle conoscenze pregresse in merito all’evidenziazione e l’analisi delle impronte digitali (Dattiloscopia Preventiva e Giudiziaria), alle analisi di laboratorio sui trattamenti per l’esaltazione delle impronte digitali, al sopralluogo sulla scena del crimine ed al repertamento delle tracce, facendo particolare attenzione alla fotografia forense evitando possibili inquinamenti.
La terza settimana è stata dedicata quasi esclusivamente alle esercitazioni pratiche, simulando tutti i possibili scenari e tutte le possibili tipologie di reperti, su fotosegnalamento e dattiloscopia preventiva, dattiloscopia Giudiziaria e confronti dattiloscopici, analisi di laboratorio, repertamento e sopralluogo.
Durante l’ultima settimana sono state verificate le capacità comunicative ed espositive degli operatori su tutte le materie del corso ed è continuata la pratica sulla ricerca, individuazione, trattamento, repertamento ed interpretazione delle tracce sulla scena del crimine.
Tutte le attività svolte in teatro operativo sono condotte sotto il coordinamento e secondo le direttive impartite dal Comando Operativo di Vertice Interforze (COVI), guidato dal Generale di Corpo d’Armata Francesco Paolo Figliuolo, che è il Comando di Vertice dell’Area Operativa Interforze ed assolve anche alle funzioni di organismo di staff del Capo di Stato Maggiore della Difesa.
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