
Multinational Force and Observer Sinai: posizionata in mare la nuova boa
Dall'isola di Tiran alla baia di Nabq
Sinai (Egitto) 08 lug 2024

Immagini messe a disposizione con licenza
CC BY-NC-SA 4.0 DEED
Con la cessione delle isole di Tiran e Sanafir dall'Egitto all'Arabia Saudita, la boa utilizzata dalla Marina Militare per le operazioni navali a supporto della missione di pace nel Sinai, situata vicino alla prima delle due isole, è stata rimossa su richiesta del Regno Saudita, Paese che non rientra tra gli attori firmatari degli accordi di pace di Camp David del 1978, la cui implementazione rientra tra le attività svolte dalla forza di pace di MFO.
Situate all'ingresso del Golfo di Aqaba, dove si affacciano quattro paesi chiave del panorama Mediorientale (Egitto, Israele, Giordania e Arabia Saudita), Tiran e Sanafir si collocano in un punto altamente strategico. Esse costituiscono un passaggio obbligato per il naviglio mercantile diretto ai porti giordano di Aqaba e israeliano di Eilat dal Mar Rosso.
Il 24 giugno scorso, al termine degli opportuni processi decisionali da parte degli stati firmatari degli accordi di pace, è stata finalmente posizionata una nuova boa all’interno della baia di Nabq, sul versante egiziano dello Stretto di Tiran.
Tale assetto permetterà alle Unità della Marina Militare italiana, che partecipano a questa missione di pace sin dal 1982, di garantire il monitoraggio della libertà di navigazione lungo lo Stretto di Tiran e di osservare, verificare e riportare ogni possibile infrazione al trattato di pace con maggiore efficacia, assicurando una presenza più continuativa in mare e con una ragionevole diminuzione dei costi manutentivi.
Oltre alla mera esecuzione della posa e dei relativi benefici in termini di costi di gestione per le nostre Unità Navali, il posizionamento della boa rappresenta un evento dai forti risvolti strategici e, sul piano diplomatico, un atto altamente distensivo nei rapporti tra Egitto e Israele, in un’area, quella del Mar Rosso, recentemente già interessata da notevoli squilibri.
Con il contributo di Nave Sentinella e del team dei palombari del Contingente italiano, la missione di riposizionamento della boa è stata completata con successo; tutta l’operazione, dalla pianificazione alla conduzione e fino alla posa, è stata curata dall’unica componente marittima della MFO: la Coastal Patrol Unit, rappresentata unicamente dal contingente italiano della Marina Militare. La fase di preparazione è iniziata lo scorso ottobre, con diverse ricognizioni della baia di Nabq, volte allo studio della geografia, dei fattori meteorologici e del fondale.
«Dal momento della rimozione della precedente boa, l’impegno del Contingente italiano è stato totalizzante. Per diversi mesi – ha commentato il Comandante del Decimo Gruppo Navale Costiero, Capitano di Fregata Daniele Di Tullio – abbiamo raccolto una serie di dati meteorologici pattugliando le aree nella baia di Nabq, che ci hanno consentito di fare un’analisi costi/benefici per arrivare oggi alla posa di nuova boa MFO.
Questo – ha continuato il Comandante – consentirà sia ai nostri equipaggi di sviluppare modelli di pattugliamento più sostenibili, in termini di sforzo ed efficienza, sia di concorrere all’importante missione di MFO con ancor più vigore ed efficacia. La nuova collocazione della boa rappresenta un tassello importante per la MFO e grazie a questo intervento, il contingente italiano, ancora una volta, ha concorso al rafforzamento della missione di pace, dimostrandosi un asset altamente valente ai fini della stabilità di un quadrante dello scenario del medio oriente».