
Generalità
L’intervento delle forze armate italiane nell’operazione Odissey Down prima ed Unified Protector dopo, trova le fondamenta nelle risoluzioni 1970 e 1973 delle Nazioni Unite approvate dopo i gravi scontri tra le forze di polizia e la popolazione in Libia.
La rivolta in Libia sorge sulla scia dei tumulti già accaduti nel mondo arabo e nord – africano: la così detta “primavera araba”. Gli scontri suscitano l’immediato dissenso della comunità internazionale al punto che l’Unione Europea e gli Stati Uniti d’America decidono di applicare sanzioni al governo libico.
Le Nazioni Unite si esprimono ufficialmente il 26 Febbraio emanando la risoluzione 1970 che impone l’embargo verso la Libia per interrompere l’importazione delle armi che potrebbero essere utilizzate per reprimere la rivolta.
Il progressivo degradarsi della situazione, il susseguirsi di scontri e di vittime tra civili e militari libici spinge le Nazioni Unite ad emanare il 17 Marzo una ulteriore risoluzione: la 1973, in cui viene disposto al Governo libico il cessate il fuoco immediato, viene proclamata una zona d’interdizione al volo sopra la Libia e autorizzato l’impiego di tutti i mezzi necessari per proteggere la popolazione.
Alla prima fase dell’intervento denominata Odissey Down interviene anche l’Italia mettendo a disposizione aerei e alcune basi aeree.
Il 28 Marzo, la coalizione dei volenterosi impegnata nella Operazione Odissey Down viene inquadrata sotto il Comando NATO e prende la denominazione di Unified Protector. Il comando della operazione passa al Generale Canadese Charles Bouchard che dal JFC (Joint Force Command) di base a Napoli controlla le operazioni navali ed aeree.
Le unità della SNMG2 (Standing NATO Marittime Group 2) comandate dal Contrammiraglio Gualtiero Mattesi si schierano nelle acque antistanti la Libia con il compito di far rispettare l’embargo.
Gli aerei della NATO, comandati dal Generale Ralph J. Jodice decollano dalle basi messe a disposizione dall’Italia per imporre la No – Fly Zone .
L’operazione “Unified Protector”, protrattasi per circa sette mesi, ha avuto termine, in aderenza a quanto sancito dal Consiglio Atlantico, alle 23.59 del 31 ottobre.