

DIFESA: SU "IL MANIFESTO" RICOSTRUZIONE FUORVIANTE
25 lug 2025
In merito all’articolo pubblicato in data odierna dal quotidiano Il Manifesto, dal titolo “I COOPERANTI - L’incontro che svela le bugie del Governo”, il Ministero della Difesa smentisce categoricamente ogni ricostruzione fuorviante e tendenziosa in esso contenuta.
L’articolo in questione si fonda su un costrutto logico volutamente distorto, che mira a insinuare il dubbio sull’operato delle Istituzioni e a mettere in discussione la trasparenza dell’azione governativa in materia di esportazione di materiali d’armamento. È necessario ribadire con assoluta chiarezza che le autorizzazioni all’export di armamenti dall’Italia verso Israele sono state formalmente sospese dal Governo italiano a partire dall’ottobre 2023, e tale decisione è pienamente rispettata da tutte le articolazioni dello Stato.
Il riferimento contenuto nell’articolo a un presunto coordinamento industriale per aggirare tale sospensione è infondato e mistificatorio. Ciò a cui si allude – in modo artatamente allarmistico – è una prassi tecnico-militare consolidata denominata “Staff Talks”, incontri bilaterali tra Stati Maggiori finalizzati allo scambio di informazioni e valutazioni operative. Questi incontri, che non hanno alcuna natura commerciale né implicano trattative di procurement, sono pubblicamente documentati e perfettamente coerenti con i canali di comunicazione interforze tra Stati.
In vista degli Staff Talks del 23 luglio 2025 tra lo Stato Maggiore della Difesa italiano e l’omologo delle Forze Armate israeliane, è stata richiesta – come di prassi – una scheda Paese aggiornata alla Direzione Nazionale Armamenti (DNA), comprensiva di elementi informativi generali, tra cui i rapporti industriali pregressi o sospesi. La DNA, a sua volta, ha inoltrato una richiesta di aggiornamento all’AIAD (Federazione Aziende Italiane per l’Aerospazio, la Difesa e la Sicurezza), per un quadro conoscitivo tecnico aggiornato agli interlocutori dello Stato Maggiore Difesa.
In nessun momento si è parlato di forniture militari, né sono state intraprese trattative commerciali. Il tentativo di suggerire il contrario appare del tutto scorretto, ed è lesivo dell’integrità, della trasparenza e della correttezza con cui le Forze Armate italiane operano ogni giorno, nel pieno rispetto delle direttive del Governo e del Parlamento.
Lo Stato Maggiore della Difesa respinge con fermezza l’insinuazione che i suoi atti, le sue richieste e i suoi incontri tecnici possano nascondere intenti illeciti o manovre opache.
Attribuire a un’istituzione dello Stato finalità diverse da quelle previste, insinuando che agisca in contrasto con le decisioni del Governo e le leggi dello Stato, non è solo un grave atto di disinformazione, ma rappresenta un'offesa inaccettabile alla dignità e al senso del dovere delle donne e degli uomini della Difesa.
La Difesa non accetta che venga messa in discussione la propria lealtà costituzionale e istituzionale.
È doveroso che chi esercita il diritto di cronaca lo faccia con responsabilità e rigore, evitando di trasformare un'attività tecnica trasparente e legittima in un sospetto privo di fondamento, alimentando così il discredito verso un'Istituzione che agisce con disciplina, onore e nell’esclusivo interesse del Paese.