
Arma del Genio
L'11 giugno 1775 è formato il Corpo Reale degli Ingegneri al servizio dell'Armata Sabauda, che, per effetto dell'occupazione francese, è sciolto dal giuramento di fedeltà al Re di Sardegna il 9 dicembre 1798.
Con la restaurazione, nel maggio 1814 ha inizio la ricostruzione che si completa nel maggio 1816 con la formazione del Corpo Reale del Genio Militare e Civile denominazione modificata nel 1823 in Corpo Reale del Genio. Il 24 gennaio 1861 è sancita, di fatto, la nascita dell'Arma del Genio che comprende i due reggimenti all'epoca esistenti. Negli anni che seguono i reggimenti aumentano di numero e comprendono varie specialità come gli zappatori, i ferrovieri, i telegrafisti ed in seguito specialisti, minatori e pontieri. Per Regio Decreto 23 dicembre 1900 è concessa all'Arma la Bandiera che sarà custodita dall'Ispettore dell'Arma prima e, dal 1903 alla brigata (battaglione dell'epoca) più anziano dislocato nella Capitale.
Con l'attuazione dell'ordinamento 1910, il genio può disporre di sei reggimenti di cui 2 zappatori, 1 telegrafisti, 1 pontieri, i minatori, 1 ferrovieri ed un battaglione specialisti. Attualmente l'Arma comprende: nove reggimenti guastatori di cui un reggimento guastatori paracadutisti e due reggimenti guastatori alpini; un reggimento pionieri; un reggimento pontieri ed un reggimento ferrovieri. L’addestramento altamente specializzato e i mezzi all’avanguardia in dotazione, permettono ai reparti della Brigata Genio di saper operare nella condotta di operazioni militari ma di essere anche estremamente utili nelle situazioni emergenziali, così come nelle operazioni di bonifica del territorio da ordigni esplosivi.
La capacità tecnica e la grande versatilità che caratterizzano l’Arma del Genio l’hanno resa una pedina fondamentale dell’Esercito che prevede in ogni Brigata pluriarma la presenza di un suo Reggimento. I Reparti del Genio di Supporto Generale sono inoltre caratterizzati dalla loro capacità di “Campalgenio”, un assetto che permette loro di svolgere attività di realizzazione o ripristino di infrastrutture in modo autonomo garantendo una maggiore aderenza alle esigenze infrastrutturali delle Grandi Unità in cui sono inquadrate.