
1863 - Capitano dei Bersaglieri in grande uniforme
Gli ufficiali dei bersaglieri avevano mantenuto, nella foggia e nel taglio delle loro uniformi, lo stile innovativo deciso alle origini del Corpo (1836).
L'ispirazione alla moda militare francese era piuttosto evidente, in particolare alla tenuta degli ''chasseur d'Afrique'', come dimostrano la lunghezza e l'ampiezza delle falde della tunica stessa; questa si chiudeva a doppio petto con due file di nove bottoni. L'ampiezza delle falde era determinata dalle pieghe fisse cucite sul punto vita, ciascun fianco poteva averne da 18 a 20.
Anche la forma del pantalone ricalcava lo stile delle truppe d'Africa, erano larghi fin sotto il ginocchio e più stretti man mano che scendevano verso le caviglie, un po' come i sirual.
Il fatto che inizialmente l'impiego dei bersaglieri dovesse essere quello di truppe di montagna, era testimoniato dal pennacchio verde degli ufficiali e dai cordoni verdi ''alla foraggiera'' dei sottoufficiali e truppa.
Colore distintivo del Corpo era il ''chermisino'' riportato nel collo, paramani, banda dei pantaloni e filettatura alle finte tasche; il metallo distintivo era invece l'oro.
Spalline del tipo da fanteria a squame diritte ma dorate come la frangia, che è di tortiglio brillantato.
Dragona del capitano con cordone oro, moschettature in seta blu e fiocco oro con frangia aperta.
Sciabola del tipo da fanteria ma con l'elsa di modello speciale con cinque branche al guardamano, queste sono raccordate all'impugnatura mediante una testa di leone, tutto è in metallo dorato.
Cappello di forma e dimensioni diverso da quello che si diffonderà dall'inizio del '900; presenta la cupola più alta, sempre ricoperta di felpa nera per gli ufficiali, le falde sono più strette sui lati e più lunghe sul davanti e dietro. Alla base della cupola è applicata una fascia di pelle nera lucida, sul davanti, al centro, è applicato il fregio del Corpo su coccarda nazionale.
Da notare che all'epoca il bianco della coccarda da ufficiale era quasi sempre infilato d'argento, perché il bianco araldicamente corrisponde all'argento.