1860 - Fante in Uniforme da fatica di tela bianca

 

 

Le immagini che proponiamo nella tavola sono tratte da un ''regolamento d'esercizi ed evoluzioni per le truppe a piedi'' considerato un testo ufficiale dell'Esercito. Nelle pagine di presentazione del volume, il Ministro stesso ne aveva sancito la distribuzione a livello di battaglione per tutta la fanteria.

 

Autore è il signor Efisio Ungher capitano nel 47° reggimento fanteria; già il nome dell'ufficiale la dice lunga sulla sua provenienza e formazione militare, se vi fossero ancora incertezze in proposito, la precisione e la cura dei dettagli profusi nella stesura del manuale sgombrerebbero completamente il campo da ogni residuo dubbio (probabilmente proveniva dall'Imperial Regio Esercito Austriaco).

 

Gli aspetti che rendono questo testo di particolare interesse sono due: il primo è il suo valore di testimonianza circa l'importanza che già all'epoca si attribuiva alla preparazione ginnica degli uomini; il secondo si riferisce invece proprio all'uniforme.

 

Infatti sono le tavole dedicate agli esercizi ginnici che ci forniscono una documentazione di prima mano sulle caratteristiche della tenuta di tela bianca, prescritta come tenuta di fatica, da indossare nei servizi interni e nelle istruzioni di caserma.

La rarità sta nel fatto che questi effetti vestiario, al momento del congedo, il soldato li riversava al magazzino; qualora poi gli indumenti fossero in buone condizioni erano ridistribuiti ad altro coscritto, nella peggiore delle ipotesi le parti di tessuto ancora utilizzabili venivano recuperate per mille altri usi.

In definitiva, trovare un bell'esemplare della tenuta di tela è una vera rarità.

 

Notiamo che la combinazione degli indumenti comprende giubba e pantalone. La giubba, detta anche ''giubbetta'', ha falde cortissime, davanti è chiusa ad un petto con una sola fila di bottoni di osso bianco, il collo è rovesciato, le maniche sono prive di paramani ed al centro della falda posteriore vi sono due pieghe leggermente distanziate tra loro, tenute ferme sul punto vita mediante due bottoni.

 

Il soldato porta la cravatta del colore distintivo: rossa per i granatieri, azzurra per la linea. I pantaloni sono tenuti mediante una correggia di cuoio, non ci sono tracce di bretelle. Trattandosi di tenuta da fatica le ghette previste sono quelle di tela.

 

Il copricapo del militare è il nuovo berretto da fatica precursore della moderna ''bustina'', un oggetto di chiara ispirazione francese; infatti è nel novero delle innovazioni che all'epoca furono chiamate i segni dell'amicizia italo-francese, gli altri sono il cappotto e le spalline. Tutto classificato come mod. 1860.

 

I fregi previsti per il berretto erano la granata dei reggimenti granatieri, il numero del reggimento per la fanteria di linea e la cornetta per i cacciatori, che si portavano ricamati in filo rosso per i graduati e la truppa, ricamati in filo d'argento per i sottoufficiali.

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