Secondo alcuni studiosi, “il disagio è la manifestazione delle difficoltà di assolvere ai compiti evolutivi che vengono richiesti dal contesto sociale, per il conseguimento dell’identità personale e per l’acquisizione delle abilità necessarie alla soddisfacente gestione delle relazioni quotidiane”. Per altri studiosi, “Il disagio è una domanda non patologica inerente i bisogni psicologici ed affettivi, le difficoltà familiari e di relazione”.
Tre sono i livelli del disagio:
- il disagio evolutivo endogeno, legato alla crisi di transizione dell’età adolescenziale;
- il disagio socio-culturale esogeno, legato ai condizionamenti della società complessa;
- il disagio cronicizzante, legato all’interazione di fattori di rischio individuali con le precedenti forme di disagio; è questa la forma più grave di disagio, che prepara il terreno al disadattamento vero e proprio.
In ambito psicologico e psichiatrico, si tende a separare ciò che è patologico da ciò che non lo è, definendo chiaramente i confini ed introducendo specifici criteri diagnostici di eventuali disturbi a cui far risalire il disagio, sia in ambito personale che di gruppo.
E’, quindi, fondamentale in ambito Difesa l’approccio multifattoriale al disagio che parta dalla selezione, ma che contempli, in maniera sistemica e circolare, tutte le altre fasi del ciclo di vita del militare. Di seguito viene riportata una breve descrizione dei disturbi maggiormente diffusi e di possibile interesse nel nostro contesto