I conflitti ed il bisogno di informazioni
Agli inizi della storia della civiltà umana, quando i capi si conoscevano l'un l'altro ed il campo di battaglia era noto ad entrambi i contendenti, il bisogno di espletare "attività informative" era estremamente limitato. Solo quando i conflitti coinvolsero le tribù, ossia degli agglomerati sociali organizzati e distinti, le condizioni cambiarono ed i Capi, pur conoscendo i loro avversari, cominciarono ad evere bisogno di informazioni più dettagliate sui loro avversari e sull'area in cui si sarebbero svolti gli scontri
Infatti, la necessità di spostare gruppi numerosi di soldati in modo rapido ed efficace rendeva indispensabili alcuni tipi di conoscenze sul terreno, sulla posizione del nemico, sulla sua forza e sulla sua attività.
Contestualmente si ravvisò che il soldato medio non era un agente adatto a procurare questo tipo di notizie in quanto sebbene abile nel maneggio delle armi e formidabile per la sua resistenza, non era capace di penetrare tra le file del nemico, o di fare una sua valutazione. Pertanto, i primi "Servizi Informativi" si basarono su personale appositamente designato, che per inclinazione o per addestramento specifico era in grado di valutare quali fossero le notizie importanti.
Nel 3° secolo A.C. Annibale, prima della sua campagna contro Roma, fece infiltrare i suoi agenti nell'Italia del Nord e, senza dubbio, tra le informazioni più importanti che dovevano riportare ci fu quella sui passi attraverso i quali il suo esercito avrebbe potuto procedere con la cavalleria e con gli elefanti.
In modo analogo, Gengis Khan, nel 13° secolo, impiegò gli esploratori per la ricognizione, ma usò anche "agenti" opportunamente infiltrati per diffondere voci riguardo alla sua crudeltà ed alla sua audacia.
Gli Hyksos nell'antico Egitto avevano un'organizzazione informativa insolitamente efficiente che utilizzava una varietà di mezzi di comunicazione, dalle torce alle staffette, ed impiegava speciali unità da ricognizione per perlustrare il terreno e catturare prigionieri per interrogarli. E' interessante osservare come nei rapporti informativi trasmessi comparisse la fonte delle loro informazioni, pratica che, con alcune varianti, è ancora impiegata oggi da quasi tutte le comunità Intelligence. Questa è una delle prime testimonianze dell'esistenza di una procedura sistematica per la raccolta di informazioni. Tuttavia delle procedure similari esistevano persino prima degli Hyksos; infatti nel Vecchio Testamento, è scritto "Osserva la natura del terreno e se le persone che vi abitano sono forti, poche o tante. Osserva se si tratta di una terra facile o difficile da abitare e se le città sono difese debolmente o se sono fortificate; se la terra è arida o fertile, e se vi sono o meno alberi".Riferimenti biblici a parte, il primo che abbia scritto e documentato l'importanza delle notizie riguardo ad un nemico vero o potenziale fu Sun Tzu nel IV secolo A.C.. Egli sosteneva che "Ciò che consente al sovrano assennato e al buon generale di colpire e conquistare e conseguire gli scopi è la preconoscenza" la quale era, secondo Sun-Tzu, fondamento della capacità di fare previsioni. Altra affermazione interessante fatta da Sun Tzu è: "La conoscenza dell'essenza del mondo è possibile solo tramite divinazione; informazioni sulla scienza naturale sono acquisibili per tramite del ragionamento induttivo; le leggi universali sono verificabili tramite calcoli matematici; ma l'atteggiamento e le capacità del nemico sono acquisibili solo ed esclusivamente per mezzo delle spie".Ciò che è notevole riguardo a Sun Tzu non è tanto il fatto che egli riconoscesse l'importanza delle informazioni, ma che abbia formulato dei principi sulla raccolta e sulla valorizzazione delle notizie nel suo testo l'"Arte della Guerra".
Uno dei primi esempi di dottrina Intelligence, si trova nelle "Istituzioni Militari dei Romani" di Vegezio (400 a.C. circa) in cui vengono enunciati principi sull'importanza delle notizie relative al terreno, alle vie di avvicinamento ed ai percorsi di marcia, tuttora validi.
Altro esempio di attività informativa strutturata lo si riscontra con Mitridate, che potremo definire uno "staff Intelligence" composto da un solo uomo, egli era un genio dal punto di vista intellettuale in quanto conosceva perfettamente ventidue lingue e si preoccupava di raccogliere le informazioni necessarie in prima persona vagando a piedi attraverso l'Asia Minore. Durante il I secolo a.C. il suo esercito costituì la più grave minaccia all'egemonia romana nel Mediterraneo. Tuttavia la conoscenza che Mitridate aveva del nemico era superiore a quella che aveva della minaccia interna, infatti non fu in grado di prevedere un ammutinamento tra le file del suo esercito.
Altra testimonianza dell'applicazione della dottrina Intelligence nei tempi antichi è fornita da un ufficiale romano, il Generale Svetonio Paulino che, anche grazie alla raccolta di notizie fatta sul terreno e sugli abitanti, con soli 10.000 uomini riuscì a sconfiggere nel 62 d.C., 230.000 britanni.
Ad eccezione di Gengis Khan, durante il medio evo sembrerebbe che i comandanti abbiano prestato poca attenzione alla raccolta e all'impiego sistematico di informazioni. Edoardo III, ad esempio, prima della battaglia di Crecy, aveva a disposizione pochissime informazioni sul terreno, tanto che dovette fare uso di un indigeno per guidare il suo esercito attraverso un guado della Somme.
Un motivo della scarsa importanza data alla produzione di informazioni strategiche era il modo in cui erano condotte le guerre. Le campagne militari, di solito, erano basate su una serie di combattimenti nei quali la personalità dei capi, la loro audacia tattica, i loro sistemi d'impiego della fanteria, della cavalleria e dell'artiglieria erano noti ai contendenti. Non solo le personalità erano note agli avversari, ma anche la tattica impiegata dalle controparti generalmente era la stessa. E' infatti interessante notare come le innovazioni, ogni qualvolta adottate, abbiano comportato per la controparte delle conseguenze disastrose. Ad esempio, gli Spagnoli intendevano impiegare l'Armata contro gli Inglesi nello stesso modo in cui ingaggiarono le navi turche nella battaglia di Lepanto. Le navi da guerra avrebbero dovuto affiancare quelle inglesi, per consentire alla fanteria di impadronirsi delle navi stesse; gli Inglesi però, ingaggiando il nemico con i cannoni, evitarono di venire a contatto con i soldati spagnoli. La tattica spagnola che nel passato aveva dato buoni risultati si era rivelata quindi inutile, nei confronti di un avversario che aveva impiegato i suoi mezzi anticipando le metodologie tattiche dell'avversario.
Gustavo Adolfo di Svezia fu un innovatore nel campo delle informazioni; il fatto di avere aggiunto un "Capo degli Esploratori" al suo staff, anticipò di circa un secolo gli analoghi "staffs Intelligence" degli eserciti francese e tedesco.
Un altro motivo della scarsa importanza data alla produzione di informazioni strategiche fu che nel periodo fra il Medio Evo e la metà del Rinascimento i conflitti erano, in termini di territorio, limitati; quindi le notizie relative al terreno ed alle abitudini di un popolo non venivano considerate essenziali ai fini del successo di una campagna militare.
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