Il nostro impegno dovrà proseguire nei punti nevralgici di questo spazio politico-strategico, cruciale per gli equilibri mondiali, nel quale insistono i principali interessi nazionali che vanno perseguiti e difesi.
I processi in atto richiedono una crescente partecipazione che sappia coniugare, attraverso un approccio di “Sistema Paese”, realismo e capacità di intessere rapporti operativi e istituzionali, al fine di gestire le tensioni
attraverso lo sviluppo di una collaborazione stabile e duratura, nel solco di un dialogo costante e reciprocamente rispettoso. Questa impostazione si fonda sul concetto di interoperabilità e sulla capacità della Difesa di
proiettare sia Hard Power che Soft Power, contribuendo ad accrescere il “capitale di credibilità” internazionalmente riconosciuto al nostro Paese, ovvero perseguire un’efficace tutela degli interessi nazionali e abilitare nuovi
spazi di manovra.
Gli equilibri della regione di nostro specifico interesse dipendono anche da Paesi di fondamentale importanza e peso strategico, quali Germania e Francia. Quest’ultima, con Spagna e Grecia e la già citata Turchia, rappresenta
un importante fattore di equilibrio e cooperazione per la sicurezza del Mediterraneo e del Fianco Sud dell’Alleanza.
Nei Balcani incrementeremo il nostro sforzo e il consolidato sostegno all’azione della Comunità Internazionale volta a contenere le tensioni etnico/politiche e favorire l’inclusione della regione nello spazio di sicurezza europeo ed atlantico.
In quest’area di prioritario interesse nazionale andranno valorizzati tutti gli sforzi per favorire lo sviluppo di cooperazioni multilaterali (es. la Defence Cooperation Initiative - DECI con il suo risvolto NATO del Framework Nation Concept, l’Adriatic Ionian Initiative - ADRION nei Balcani occidentali e nella regione Adriatico Ionica) e bilaterali, condividendo visioni comuni su missioni e operazioni. In tal modo, saremo in grado di ricercare convergenza di vedute e strategie, veicolandole anche nei consessi internazionali, a cominciare dalle Nazioni Unite, dalla NATO e dall’Unione Europea.
La Libia ed il suo futuro, reso più incerto dall’azione di attori esterni, fra cui la Russia, saranno per i prossimi anni una priorità al pari della stabilità della Tunisia e del Libano.
La Giordania e l’Egitto restano punti fermi per la stabilità regionale e per la lotta internazionale al terrorismo.
Continueremo a operare con determinazione nell’area del Sahel, che riveste una dimensione strategica per l’azione di contrasto alla minaccia terroristica ed ai traffici illeciti, favorendo la stabilità dell’area. L’espansione della
presenza russa nell’area saheliana, attraverso il Gruppo Wagner, aggiunge un ulteriore elemento di criticità, accentuata dalle più recenti attività di cooperazione lanciate in Sudan. In quest’area concentreremo attività di
capacity building, in particolare in Niger, attraverso la missione bilaterale MISIN, oltre a garantire la nostra apertura verso lo sviluppo di potenziali sinergie con altri Paesi europei ivi operanti.
Proseguiremo i nostri sforzi nell’azione di contrasto alla pirateria e alla criminalità nel Golfo di Guinea, ove la Nigeria è divenuta un partner importante per i nostri interessi in materia di sicurezza, flussi migratori e
approvvigionamento energetico.
La nostra presenza nel Golfo di Aden e in Somalia resterà tra le nostre priorità quale contributo alla Comunità Internazionale per la sicurezza delle rotte marittime, per la stabilità regionale e il contrasto alle attività illecite.
L’area del Golfo Arabico è al centro di dinamiche nuove sul piano politico, tecnologico ed economico (vedasi ad esempio i recenti Accordi di Abramo).
Con questi Paesi la cooperazione nel campo militare e della sicurezza ha acquisito ulteriore importanza anche per sviluppare un rapporto di più ampio respiro a livello politico ed economico.
Sul versante asiatico, il nostro disimpegno dall’Afghanistan ha reso ancora più importante sia la nostra presenza in Iraq, sia lo sviluppo dei rapporti con il Pakistan, polo orientale nell’ambito della nostra area di interesse
geostrategico, con il quale la Difesa svilupperà più intense relazioni di collaborazione, sostenendo al contempo una necessaria evoluzione dei rapporti bilaterali con l’India.
Alla luce dell’evoluzione del quadro di sicurezza internazionale e dello scenario del Mediterraneo Allargato, la Difesa dovrà affrontare una duplice sfida: da un lato, avviare un profondo rinnovamento dello Strumento
militare, che lo renda pienamente integrato e in grado di prendere parte con efficacia al nuovo confronto anche nei domini cyber e spazio, fondamentali abilitanti per tutte le operazioni; dall’altro, preservare la capacità di operare efficacemente nei domini tradizionali, consolidando concrete capacità di combattimento, prontezza, proiettabilità, sostenibilità logistica ed efficacia complessiva.
Parallelamente, occorrerà:
-
stimolare un’urgente ed approfondita riflessione sui meccanismi d’impiego e di finanziamento delle operazioni fuori dai confini nazionali delle Forze Armate, attualmente disciplinati dalla Legge n. 145 del 2016.
Infatti, stante la dinamicità e la complessità degli scenari moderni, è necessario assicurare l’indispensabile flessibilità strategica e operativa nonché la rapidità di risposta e di impiego dello Strumento militare, in
particolare delle forze di reazione rapida;
- adeguare, attraverso un approccio interdicastero, i meccanismi e le procedure (giuridiche e finanziarie) relative alle iniziative di Defence Capacity Building a favore di Paesi partner nelle aree di prioritario interesse nazionale, consolidando un approccio strutturato di assistenza militare. Agendo quale concreto moltiplicatore di efficacia delle nostre iniziative, tale impostazione consentirà di conseguire gli effetti strategici desiderati e, contestualmente, di rendere il ruolo e la presenza nazionale maggiormente competitivi rispetto ad altri Paesi, rafforzando ulteriormente il legame con la nazione ospitante;
- rivolgere crescente attenzione alle collaborazioni interministeriali, nell’ottica di un più efficace contributo all’auspicata azione Whole of Government, a cominciare dal Ministero dell’Interno, dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, dal Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, dal Ministero dello Sviluppo Economico e dal Ministero della Transizione Ecologica, sviluppando, in parallelo, i rapporti proficui con tutte le altre Amministrazioni che concorrono alle attività delle Forze Armate. Nel quadro delle iniziative a carattere nazionale metteremo a disposizione le nostre risorse ricercando le migliori sinergie con l’Agenzia di Cybersicurezza Nazionale–ACN3, il Comitato Interministeriale per le politiche relative allo spazio ed alla ricerca aerospaziale, l’Ufficio per le Politiche Spaziali e Aerospaziali della Presidenza del Consiglio, il Dipartimento della Protezione Civile;
- concretizzare adeguate riflessioni in tema di Homeland Security Operations, ovvero sulla sostenibilità dell’impegno delle Forze Armate nel quadro delle operazioni di concorso alle Forze di Polizia/Pubbliche Istituzioni e, più nello specifico, dell’Operazione “Strade Sicure” (Legge 125 del 2008);
- predisporre poli logistici interforze distribuiti nell’area di interesse strategico nazionale per supportare l’azione del Paese a livello regionale, contribuendo a rendere stabile la presenza della Difesa nei settori di interesse, a sostegno degli interessi economici, diplomatici e di cooperazione dell’Italia.
3 L’ACN ha riunito e assunto le competenze della “cyber security and resilience”, uno dei 4 pilastri identificati a livello nazionale per la gestione del dominio cibernetico, insieme alla “cyber intelligence” (competenza del Dipartimento Informazioni per la Sicurezza), alla “cyber defence” (competenza del Ministero della Difesa) e della “cyber crime and investigation” (competenza del Ministero dell’Interno).