Nel quadro delle alleanze, le Nazioni Unite, la NATO e l’Unione Europea sono i nostri riferimenti valoriali e politici per la tutela della sicurezza e dello sviluppo economico e sociale.
Il nostro Paese riconosce nelle Nazioni Unite l’ineludibile e condiviso strumento di legittimazione e di salvaguardia della pace e della stabilità: il rafforzamento della nostra partecipazione alle missioni di pace onusiane viene sollecitato alla luce del contributo sostanziale e autorevole dell’Italia, riconosciuto e apprezzato a livello internazionale.
La NATO è l’Alleanza di riferimento per la difesa e per la deterrenza. La strategia nazionale contempla un marcato impegno sul Fianco Est dell’Alleanza in linea con gli sviluppi della recente crisi ucraina e le conclusioni del Summit di Madrid (giugno 2022), quale doverosa risposta alla minaccia alla sicurezza dei Paesi più esposti in quel quadrante, salvaguardando tuttavia, attraverso la postura nazionale, l’attenzione e l’impegno verso le esigenze di Cooperative Security e Crisis Management.
Nell’ambito dell’Unione Europea è necessario perseguire una crescente integrazione di risorse e capacità tra Stati membri, rafforzando la Politica di Sicurezza e Difesa Comune in sinergia e complementarietà con l’Alleanza Atlantica. Dobbiamo favorire il consolidamento del c.d. “pilastro europeo” della NATO, valorizzando appieno l’Approccio Integrato dell’Unione.
L’ambizione è quella espressa nell’European Union Global Strategy (EUGS) del 2016, con la quale l’Unione mira ad ergersi a global security provider, obiettivo verso il quale ha compiuto un deciso salto di qualità dotandosi di
un ambizioso piano d’azione delineato nello Strategic Compass.
Nella cornice delle Alleanze di riferimento, il recente trattato bilaterale con la Francia (c.d. Trattato del Quirinale, siglato il 26 novembre 2021), la cooperazione rafforzata con la Germania e le relazioni storicamente strutturate con il Regno Unito possono inoltre rappresentare un’opportunità per sviluppare iniziative comuni volte ad orientare una maggiore attenzione della NATO e dell’Unione Europea verso il Mediterraneo.
Se la dimensione Atlantica e quella Europea rappresentano i cardini della nostra collocazione internazionale, il Mediterraneo Allargato si conferma l’area di primaria importanza, ove gli interessi dell’Italia si proiettano e devono essere protetti a tutela della sicurezza nazionale. Esso rappresenta un crocevia di influenze e un ampio campo di azione in materia di hard security, ma anche di opportunità commerciali, finanziarie, di approvvigionamento economico ed energetico. Ne sono parte integrante, peraltro, le rotte marittime, fondamentali per assicurare l’interdipendenza economica, sociale e culturale del nostro Paese.
Tale spazio geopolitico è caratterizzato da sfide sempre più complesse e interconnesse con le macro aree ad esso attigue: fragilità statuale, divario economico, squilibri sociali, flussi illegali, tensioni etniche e religiose sono
oramai fenomeni quasi endemici. Ne consegue il progressivo deterioramento delle condizioni di sicurezza per la presenza di una più ampia gamma di minacce (terroristiche, tradizionali e non). Di riflesso, le situazioni di instabilità sono diventate teatro di competizione, a volte di conflitto: l’attivismo della Russia, che ha ampliato la sua presenza militare e influenza politica in tutti gli epicentri di crisi del Mediterraneo Allargato, è accompagnato da un’accresciuta, tangibile e, in prospettiva, costante influenza della Cina sul piano strategico ed economico.
La Turchia è artefice di iniziative politico-militari in aree di potenziale convergenza strategica con il nostro Paese (Caucaso, Medio Oriente, Corno d’Africa, Libia, Mediterraneo, Europa orientale e balcanica) e si propone, in prospettiva, quale importante interlocutore e partner per la stabilità regionale. Altro tassello fondamentale della stabilità nell’area è Israele, che ha stabilito rapporti più strutturati sul piano politico e economico con Bahrein, Emirati Arabi, Marocco e Sudan (Accordi di Abramo) e che sta sviluppando un dialogo costruttivo con Ankara.
In parallelo, la Difesa rivolge crescente attenzione all’Artico, destinato ad assumere nel medio termine una significativa rilevanza strategica ed economica. È attuale la possibilità che si aprano vie di comunicazione alternative (passaggio a Nord-Ovest) rispetto a quelle già consolidate.
Non mancano, peraltro, segnali di una possibile spinta competitiva condotta da alcuni Paesi (Russia su tutti) volta ad assicurarsi posizioni privilegiate per lo sfruttamento delle importanti risorse minerarie ed energetiche presenti nell’area.
Infine, i rapporti di potenza sono in costante evoluzione anche nella regione Indo-pacifica. L’accordo strategico “AUKUS” fra Stati Uniti, Regno Unito e Australia è parte di un sistema di relazioni, di cui fanno parte il Dialogo
quadrilaterale di sicurezza o “QUAD” (Stati Uniti, Regno Unito, India e Giappone), l’ASEAN e il rapporto rafforzato con l’India, nella prospettiva di contenere l’espansionismo della Cina nell’area Indo-pacifica. Pechino e
Washington svolgono un ruolo di protagonisti, spingendo Bruxelles a dare maggiore concretezza alla strategia per una sua più incisiva presenza e per una cooperazione rafforzata con la regione Indo-pacifica, di importanza
fondamentale per gli interessi dell’Unione Europea.
Tale scenario influenzerà l’area di nostro prioritario interesse, facendo verosimilmente emergere possibili necessità di intervento e, parallelamente, opportunità da cogliere per il nostro Paese.