Il COFS rappresenta lo strumento specifico per la gestione delle Forze Speciali nella condotta di Operazioni Speciali.
Il COFS è stato costituito con lo status di Reparto Incursori paracadutisti interforze, sulla base di una decisione dell'allora Capo di Stato Maggiore della Difesa (Amm. Giampaolo Di Paola) scaturita da una precisa iniziativa del Ministro della Difesa pro-tempore (On. Antonio Martino).
Con tale decisione, la Difesa si è dotata, per la prima volta nella sua storia, di uno strumento specifico per la condotta delle Operazioni Speciali, completando così la ristrutturazione iniziata con la creazione dell’allora COI (oggi COVI) per il comando delle operazioni convenzionali.
In particolare, la costituzione del COFS ha posto finalmente l’Italia in linea con l’orientamento degli altri principali Paesi dell'Alleanza Atlantica. In tale consesso, le Forze Speciali rappresentano una risorsa di rilevanza strategica alle dipendenze del Vertice politico-militare nazionale tramite una specifica struttura di Comando e Controllo.
Oltre alla funzione di Comando di Pianificazione nelle mani del Capo di Stato Maggiore della Difesa, il COFS è un Comando proiettabile, recentemente validato dalla NATO quale Comando di Componente per le Operazioni Speciali nel quadro dell'NRF (NATO Response Force). Tale risultato è stato conseguito nel corso del 2021 dopo un lungo, articolato e complesso percorso addestrativo che ha portato le nostre Forze Speciali a confrontarsi con procedure e tematiche NATO di estrema complessità.
Al COFS fanno capo tutte le Forze Speciali italiane attualmente impiegate in operazioni nazionali e internazionali.
Il baricentro dell'attività del COFS è rappresentato, infatti, da sei unità di Forze Speciali appartenenti alle tre Forze Armate e dell'Arma dei Carabinieri e destinatarie di una specifica "Missione Interforze" loro assegnata dal Capo di SMD.
L’azione delle Forze Speciali viene normalmente integrata e potenziata da quella di alcune unità di
Supporto Operativo, tra le quali il 3° Reggimento Elicotteri per Operazioni Speciali “Aldebardan”
(Esercito), l'11° Reggimento Trasmissioni (Esercito), il Reparto Eliassalto (REA) della Marina
Militare e il 9° Stormo dell’Aeronautica Militare.
Le Forze Speciali italiane sono unità delle Forze Armate addestrate ed equipaggiate per condurre
Operazioni Speciali. In particolare vengono impiegate per compiere azioni dirette (sabotaggi,
incursioni in ambienti controllati dal nemico e contro obiettivi strategici, ricerca e salvataggio di
ostaggi in zone di guerra, eliminazione degli ostacoli e preparazione del territorio per l'invio delle
forze convenzionali), ricognizioni speciali e assistenza militare di vario tipo. A queste si aggiungono
operazioni di contro-terrorismo e evacuazione di connazionali da Paesi a rischio.
La capacità delle Forze Speciali di soddisfare requisiti politici, militari, economici e psicologici, di
operare anche in clandestinità o in condizioni di isolamento, in unità tattiche di ridotta entità numerica
e non convenzionali, in contesti non permissivi o ostili, ne fanno un assetto strategico.
Gli ampi margini di flessibilità e autonomia operativa e logistica unitamente alla capacità di muoversi
in qualunque ambiente, utilizzando tutti i mezzi, gli equipaggiamenti ed i sistemi d’arma necessari
all’assolvimento della missione, fanno delle Forze Speciali uno strumento di grande efficacia.