Onorevole Sottosegretario, Signor Capo di Stato Maggiore della Difesa, Autorità graditi ospiti tutti – da parte del personale del Centro Alti Studi per la Difesa ed in particolare dai 267 frequentatori dei corsi appena iniziati – esprimo il mio più sincero e caloroso benvenuto a questa cerimonia di apertura dell'Anno Accademico 2010/ 2011.
Essa rappresenta un momento tradizionale di incontro, ma oggi è resa ancor più significativa da un evento appena concluso: l’intitolazione di una delle sale conferenze di questo Centro Alti Studi, al Ten. dell’Arma dei Carabinieri Marco Pittoni, Medaglia d’Oro al Valor Militare alla Memoria.
L’evento che ha portato al conferimento di questa M.O. ci fa riflettere sul profondo e vero contenuto della missione di noi militari e dei principi di dedizione al servizio che devono ispirare la nostra azione diurnamente.
Desidero esprimere un deferente riconoscimento al Gen. Vincenzo Camporini, Capo di Stato Maggiore della Difesa, per il sostegno alle attività di formazione e di ricerca condotte dal Centro.
Un particolare ringraziamento va anche agli Stati Maggiori della Difesa e di Forza Armata e ai Comandi Generali per il loro crescente impegno nello sviluppo dei principali progetti di miglioramento e razionalizzazione del sistema formativo militare.
Infine un sincero benvenuto al Prof. Dott. Luigi Frati, Magnifico Rettore dell’Università degli Studi “La Sapienza” di Roma. Lo ringrazio per aver voluto gentilmente aderire all’invito a tenere una Lectio Magistralis sul tema “ Collaborazioni tra Istituzioni ”, argomento di assoluta attualità.
Desidero innanzi tutto rivolgermi ai frequentatori militari e civili dei corsi; come i vostri predecessori, voi sarete chiamati a confrontarvi con attività impegnative ma anche stimolanti e ricche di nuove opportunità. avrete modo di sviluppare le vostre competenze professionali per essere domani decisori, dirigenti ed esperti.
Da voi l’organizzazione della difesa del paese attende contributi sostanziali di innovazione, decisioni coraggiose e meditate al tempo stesso, saggezza e intraprendenza, disciplina intellettuale, visione strategica, condivisione profonda di valori e obiettivi, capacità di giudizio ponderato, fermezza nel sostenere le proprie idee ma anche capacità di ascolto e valorizzazione delle idee altrui.
A voi quindi un particolare e sentito incoraggiamento ad affrontare il percorso formativo che vi aspetta, dal quale potrete trarre gli strumenti per affrontare le complesse e imprevedibili sfide dei prossimi anni.
Riflettendo su questi temi, mi è sembrato opportuno riprendere alcuni concetti sull’evoluzione del sistema formativo.
L’anno scorso avevo posto l’attenzione su due aspetti della formazione: il metodo e l’accurata preparazione delle operazioni e l’innovazione nell’elaborazione delle strategie.
Quest’anno vorrei proseguire su questa linea, sottolineando i concetti richiamati poc’anzi di disciplina intellettuale, capacità di giudizio e di ascolto. Cito in tal senso due frasi che vengono dalla tradizione classica della letteratura dottrinale militare.
La prima è la risposta fornita di Scipione l’Africano; quando qualcuno gli disse che mancava di aggressività, egli rispose “mia madre ha partorito un generale, non un combattente indisciplinato e selvaggio”.
La seconda frase riporta: “un Comandante non deve essere tanto indeciso da perdere interamente ogni fiducia in sé stesso, né tanto ostinato da non credere che qualcuno possa avere un’idea migliore della sua”. La frase è tratta dallo Strategicos, testo greco del I sec. D.C. uno dei principali riferimenti dottrinali del millenario impero bizantino.
Permettetemi quindi di declinare questi due concetti in alcune considerazioni.
Nella nostra realtà è importante la diffusione di una cultura comune della sicurezza e difesa, ed attenzione e saggezza devono permeare le dinamiche della presa di decisione.
Va tuttavia chiarito che parlare di cultura comune significa comprendere e condividere concetti e valori, linee strategiche e scelte di fondo. Non certo tentare di uniformare ciò che per sua natura riflette specifiche realtà professionali.
Ho già avuto modo di sottolineare in passato l’importanza della gestione delle crisi: essa è la vera sfida da affrontare oggi tanto nell’impiego che nella preparazione dello strumento di difesa nazionale. Essa non può tuttavia essere raccolta e affrontata senza sinergia delle risorse, senza coerenza e continuità di direzione a tutti i livelli, strategico, operativo, tattico.
La formazione, ne sono più che convinto, ha questo ruolo insostituibile: non può limitarsi a semplice attività di acquisizione di conoscenze tecnico-professionali, ma deve andare ben oltre. Essa è l’unico strumento in grado di creare le condizioni, cui ho prima accennato, soprattutto sul piano concettuale e dei valori. Deve essere ed essere considerata come un moltiplicatore di potenzialità e di capacità strategiche dello strumento di difesa nel suo complesso.
Per dare qualche elemento concreto a quanto appena detto, desidero fare un cenno alle attività dell’Anno Accademico che stiamo per inaugurare.
La 62^ Sessione Ordinaria e la 10^ Sessione Speciale dell’Istituto Alti Studi della Difesa (IASD), hanno avuto inizio il 25 ottobre scorso, con 64 partecipanti complessivi (tra i quali 15 Ufficiali esteri e 21 civili).
Da quest’anno è attiva una nuova convenzione con l’Università degli Studi “La Sapienza di Roma”, per poter attribuire ai frequentatori della Sessione Ordinaria un master interfacoltà di 2° livello su “Strategia Globale e Sicurezza”.
Di questo vorrei dare personale riconoscimento al Magnifico Rettore Prof. Luigi Frati, ai presidi delle facoltà interessate e al rispettivo corpo docente, per la disponibilità e la competenza manifestate nell’aver recepito le esigenze formative dell’Istituto e aver sviluppato un curriculum di studi coerente e approfondito.
Questa convenzione è un’ulteriore conferma della validità della cooperazione tra istituzioni tanto necessaria nell’attuale contesto politico-strategico.
La Sessione Speciale si conferma come elemento fondamentale per conferire il carattere interagency della formazione dell’alta dirigenza. Essa offre opportunità uniche di scambio di esperienze e di idee tra rappresentanti di componenti pubbliche e private, professioni e mondo accademico.
In campo internazionale, anche quest’anno l’Istituto collaborerà con il George C. Marshall European Center For Security Studies di Garmish e il Nato Defence College di Roma.
Nel quadro degli accordi multilaterali, saranno inoltre svolti i consueti colloqui con gli Istituti paritetici di Francia, Portogallo e Spagna, sulle tematiche della sicurezza del Mediterraneo, allargati ai paesi dell’iniziativa “5+5”.
Il 13° corso dell’Istituto Superiore di Stato Maggiore Interforze (ISSMI) ha avuto inizio il 13 settembre scorso, con 203 frequentatori (di cui 166 Ufficiali italiani, 27 esteri e 10 civili).
L’Istituto conferma la validità e l’attualità del suo modello formativo, fondato sulla docenza non permanente, la tutorship e il sistema di valutazione, orientati a garantire un alto livello qualitativo della formazione, interattività tra frequentatori, docenti ed esperti, possibilità di orientare la formazione in funzione delle effettive esigenze di impiego.
Tale modello non può prescindere per la sua attuazione dalla collaborazione esterna e internazionale con gli Istituti paritetici europei. In particolare devo dare atto alle Università Statali di Milano e Luiss di Roma del grande e quasi decennale impegno espresso a favore dei frequentatori militari e civili dell’ISSMI, per l’attribuzione del master di 1° livello in “Studi Internazionali Strategico-Militari”.
La partecipazione attiva dei laureati civili agli stessi impegni formativi degli Ufficiali realizza, sia pure in contesto didattico, quelle dinamiche di interazione e comprensione interculturale richieste dalle attuali operazioni di gestione delle crisi.
L’Istituto organizzerà, inoltre, al termine del 13° corso due attività formative a carattere spiccatamente interagency: il corso di cooperazione civile-militare e il corso per Consigliere giuridico, a favore del personale della difesa e delle altre componenti della pubblica amministrazione.
L’Istituto infine sta procedendo nell’implementazione concreta del sistema di gestione della qualità, in vista della successiva certificazione.
Un rapido sguardo ora alle numerose attività svolte al di fuori di Palazzo Salviati, che concretizzano ulteriormente le linee strategiche indicate.
Nel quadro delle esigenze formative prospettate dall’European Defence Agency, sarà sviluppato un corso sulla cooperazione europea nel settore degli armamenti a favore di dirigenti militari e civili dei 27 paesi membri dell’Unione Europea. Esso sarà realizzato in coordinamento con analoghe iniziative del Centro di Formazione Logistica Interforze e con l’Università di Roma Tor Vergata.
Proseguono le attività dell’European Security and Defence College, alle quali il CASD intende contribuire con proposte di corsi in materia di Security Sector Reform, fondamentali per contribuire al processo di stabilizzazione e ricostruzione delle Istituzioni in paesi che hanno subito drammatiche situazioni di crisi e conflitto. Il contributo italiano a tali corsi è quanto mai opportuno per dare valore e diffusione alla cosiddetta Italian way nella gestione delle crisi, ampiamente apprezzata dalla collettività internazionale.
Per quanto riguarda l’implementazione dell’iniziativa “Erasmus Militare”, i moduli didattici sulla Common Security and Defence Policy, offerti dalle Accademie di Austria, Grecia, Portogallo e Spagna, hanno riscosso ampio apprezzamento da parte dei paesi membri e degli stessi allievi e giovani Ufficiali che vi hanno partecipato.
Nell’arco degli ultimi 6 mesi si sono svolte le conferenze dei Comandanti delle Accademie delle singole Forze Armate, che hanno consentito un ampio dibattito sulle linee di sviluppo dell’iniziativa e l’identificazione delle principali problematiche da affrontare. Da esse si è percepito chiaramente un interesse diffuso e condiviso a proseguire nella realizzazione dell’iniziativa che, come già accennato in passato, concorre ad incrementare l’interoperabilità delle forze e favorire lo sviluppo di una comune cultura europea della sicurezza e difesa.
Il Centro Militare di Studi Strategici (CeMiSS), 3° Istituto di questo Centro, svolge un ruolo essenziale di sostegno concettuale e scientifico ai due Istituti di formazione e alle attività di studio in generale svolte dal Centro.
Tra le attività più importanti svolte dal CeMiSS, vorrei citare:
- il supporto offerto al similare Istituto comune ai paesi dell’iniziativa 5+5, con sede a Tunisi;
- le proficue collaborazioni con vari centri di ricerca esteri. In particolare vorrei citare il China International Institute for Strategic Studies di Pechino, l’Emirates Centre for Strategic Studies and Research di Abu Dhabi, l’Institut de Recherche Strategique de l’Ecole Militaire di Parigi, la Russian Academy of Sciences – Institut for African Studies di Mosca e la Nasser Academy del Cairo;
- la conclusione dei 37 progetti di ricerca entro fine anno, su temi a carattere complesso, a cui è stata data ampia pubblicità allargando tra l’altro la già vasta base di selezione dei migliori esperti in campo nazionale.
L’osservatorio per la sicurezza nazionale (OSN), nell’ambito del CeMiSS prosegue la sua attività di monitoraggio delle situazioni di crisi nazionali e internazionali, in una prospettiva multidisciplinare e comprensive della sicurezza nazionale.
Nel corso dell’anno saranno valutate soluzioni per rendere più continuativi ed efficaci i rapporti di collaborazione con ricercatori ed esperti esterni. E’ questo un aspetto di vitale importanza per il Centro che fonda la sua eccellenza e la sua stessa ragion d’essere sulla capacità di acquisire tempestivamente le migliori expertise in campo nazionale e internazionale.
Vengo quindi alle conclusioni.
In premessa ho ricordato il sacrificio del Ten. Pittoni ed ho poi citato due frasi storiche.
Sono fermamente convinto che i concetti espressi non siano solo formule – da discorsi Ufficiali o presentazioni di libri. Sono esse in realtà le pietre angolari, i pilastri dell’architettura della sicurezza e difesa del nostro paese, della collettività europea ed internazionale.
Sono le condizioni irrinunciabili per la realizzazione delle cooperazioni tra Istituzioni, vera arma vincente sulle sfide che il futuro ci pone.
Mi è sembrata questa la migliore premessa alla Lectio Magistralis del Prof. Frati, che ascolteremo tutti con estrema attenzione e a cui rinnovo il mio grazie.
Con questi sentimenti e questi propositi, chiedo al Capo di Stato Maggiore della Difesa, Generale Vincenzo Camporini, di voler prendere la parola per la dichiarazione ufficiale di apertura dell'Anno Accademico 2010/2011 del Centro Alti Studi per la Difesa.