Note di redazione
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Indice
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Parte Prima
Euro/Atlantica (USA-NATO-Partners)
Una sfida cinese per #NATO2030?
L’8 giugno 2020, il Segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg, ha annunciato l’avvio dell’iniziativa #NATO2030, uno sforzo di riflessione a lungo termine volto a rilanciare il ruolo dell’Alleanza Atlantica e a rafforzare la sua azione in uno scenario internazionale in continua e spesso problematica evoluzione. In questa prospettiva, l’iniziativa riserva un ruolo specifico al tema dell’impatto che l’ascesa della Cina sulla scena internazionale e il consolidarsi delle sue ambizioni geopolitiche potrà avere sull’Alleanza. La crescente presenza cinese nel Mediterraneo, anche nel quadro del programma One Belt One Road (OBOR) impone, infatti, alla NATO, l’adozione di un atteggiamento più attento a tale teatro. Parallelamente, lo sviluppo della c.d. “partnership globali” impongono alla NATO stessa di prestare una nuova attenzione alle politiche di Pechino nei suoi ambiti di riferimento regionali, politiche che sono guardate con preoccupazione da diversi “partner globali” dell’Alleanza. È tuttavia chiaro che una rinnovata attenzione alla dimensione mediterranea, così come una maggiore proiezione globale, non potranno essere prive di conseguenze, primo fra tutti il rischio di un overstretching dell’Alleanza stessa (sia in termini geografici, sia di competenze), soprattutto nel caso in cui la tendenza all’allontanamento che ha caratterizzato i rapporti fra Stati Uniti ed Europa negli ultimi anni dovesse proseguire e le tensioni che parallelamente punteggiano l’Alleanza Atlantica dovessero confermarsi.
di Gianluca Pastori
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Iniziative di Difesa Europee e sviluppo tecnologico
La sfida del Recovery fund
A causa dell’emergenza COVID-19, si sono svolti complessi negoziati tra gli Stati Membri più colpiti dal COVID-19, i Paesi "frugali" e i paesi dell’Europa Centro-orientale per il Next Generation EU (NGEU) e il Quadro Finanziario Pluriennale (QFP) dell’UE per il 2021-2027. Il cancelliere merkal ha agito come onesto sensale e ha appoggiato la richiesta francese per un Recovery fund adottato dalla Commissione come NGEU. L’approvazione del pacchetto NGEU e QFP ha però portato ad una riduzione dei fondi europei per la difesa inclusi nel QFP.
di Claudio Catalano
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Balcani e Mar Nero
La Turchia e i nuovi equilibri nel Mediterraneo Orientale
La rinnovata centralità geopolitica, in particolar modo energetica, del Mediterraneo vede il riemergere di una corsa al riarmo navale. Sebbene con differenti obiettivi e capacità, Turchia e Grecia si trovano, nel quadrante del Mediterraneo orientale, a giocare una competizione le cui conseguenze oltrepassano la dimensione regionale e si proiettano a livello globale.
di Matteo Bressan
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Mashreq, Gran Maghreb. Egitto ed Israele
Operazione EUNAVFORMED "Irini": limiti e criticità
La guerra in Libia è il principale ostacolo alla stabilità dell’intero Mediterraneo. Mentre gli attori regionali e internazionali si contendono l'influenza nell’area, gli stati europei sembrano incapaci di rilanciare il percorso diplomatico avviato a gennaio con la Conferenza di Berlino e prevenire un incombente disastro umanitario appena oltre il confine meridionale dell'UE. L'instabilità in Libia potrebbe influire sulla sicurezza del Nord Africa e del sud Europa, inteso anche come fianco sud della NATO. Se c'è instabilità in Libia, se la guerra continua, il rifornimento di armi alle fazioni in combattimento, la migrazione illegale, il traffico di droga e il traffico di esseri umani continueranno e ciò potrebbe influire sulla sicurezza della NATO e dell'Europa.
In tale contesto ha preso avvio l’operazione EUNAVFORMED “Irini” intesa a bloccare il traffico di armi verso la Libia: ma l’obiettivo è lontano dall’essere raggiunto a causa di una mancata coesione politica e di un inefficace strumento militare.
di Claudio Bertolotti
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Sahel e Africa Subsahariana
La resilienza di Boko Haram e i limiti operativi della Multinational Joint Task Force
Da oltre un decennio il gruppo estremista Boko Haram costituisce una grave minaccia alla sicurezza nella regione nord-orientale della Nigeria. Una minaccia che nel tempo si è estesa anche agli altri tre Paesi del bacino del Lago Ciad, che insieme alla Nigeria hanno riattivato la Multinational Joint Task Force, che dopo i primi due anni di attività nei quali ha registrato importanti risultati nella lotta ai jihadisti nigeriani, ha mostrato gravi lacune che hanno limitato le possibilità di contrastare in maniera efficace l’insorgenza nella regione.
di Marco Cochi
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Golfo Persico
Il declino delle economie petrolifere: oil is the new coal
Il paradigma energetico valido per settant’anni – petrolio dai paesi del Golfo in cambio di sicurezza da parte del blocco occidentale – non è più valido: il petrolio ha cominciato il suo declino alterando i rapporti di forza tra paesi esportatori e consumatori. Nonostante il prezzo del greggio sul mercato sia diminuito sino a giungere a valori negativi, la guerra dei prezzi tra Arabia Saudita e Russia, la tecnica del fracking negli Stati Uniti e la contrazione della domanda mondiale a seguito della pandemia ne stanno riducendo la convenienza a favore di altri tipi di energie rinnovabili e per i provvedimenti in merito al climate change.
di Francesca Citossi
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Corno d’Africa e Africa Meridionale
La disputa sulla Grande Diga della Rinascita Etiopica e il ruolo dell’Italia
I negoziati tra Etiopia, Egitto e Sudan sulla ripartizione delle acque del Nilo e le modalità di riempimento della Grande Diga della Rinascita Etiopica sono giunti ad una nuova fase di stallo. La disputa è suscettibile di raffreddare il processo di riavvicinamento tra Etiopia e Stati Uniti. L’Italia è indirettamente coinvolta nelle vicende del Nilo Blu in ragione dell’apporto cruciale offerto all’Etiopia nel corso degli ultimi decenni sul fronte dello sviluppo del settore idro-elettrico.
di Luca Puddu
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Russia, Asia centrale e Caucaso
Armenia, Azerbaigian e l’eterno scontro per il Nagorno-Karabakh
A 30 anni dallo scoppio del conflitto in Nagorno-Karabakh conclusosi con un “cessate il fuoco” costantemente e regolarmente violato, il 12 luglio scorso gli scontri tra le forze terrestri armene e azere sono ripresi. Come successo in passato, le parti si addossano vicendevolmente le responsabilità per lo scoppio (parte armena) e l'escalation dei combattimenti (l'Azerbaigian) ma a differenza del passato, i combattimenti sono scoppiati al di fuori del Karabakh, il che getta una nuova luce sulle azioni dell'Azerbaigian facendone una palese aggressione contro l'Armenia, che quindi potrebbe appellarsi all’Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva. Il conflitto inoltre si palesa all’ombra della cattiva gestione dell’epidemia COVID-19 riuscendo a distogliere l'attenzione dell’elettorato dai problemi intestini e a ‘stringerlo’ attorno ai rispettivi governi.
di Sylwia Zawadzka
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Asia Meridionale e Orientale
Hong Kong: la nuova legge sulla sicurezza nazionale
Il 30 giugno scorso, il principale organo legislativo cinese ha approvato una nuova legge sulla sicurezza nazionale per Hong Kong. La normativa è entrata in vigore nel momento in cui il Presidente della Repubblica popolare Xi Jinping ha apposto la propria firma sul testo. L’obiettivo della normativa è dare una risposta ferma all’ondata di proteste antigovernative scoppiata sull’isola nel giugno 2019. Per molti attivisti, l’approvazione della normativa annulla di fatto lo status di relativa autonomia regolato dal principio “un Paese due Sistemi” che ha caratterizzato Hong Kong dal 1997 ad oggi, e permette a Pechino di accelerare l’annessione formale dell’ex colonia.
di Claudia Astarita
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America Latina
Il ritorno della politica. La democrazia post-pandemica in Bolivia e Ecuador
La diffusione della pandemia da Covid_19 è stata accompagnata da un’iniziale limitazione del dibattito politico in America Latina, a fronte della sfida sanitaria che ogni Paese era chiamato ad affrontare. Dopo quest’iniziale stasi, oggi la politica sembra essere tornata a dividere le società latinoamericane. Le imminenti elezioni presidenziali boliviane e quelle prossime in Ecuador sono due esempi interessanti delle modalità e i termini con cui le dinamiche dello scontro politico si stanno riattivando nella regione.
di Francesco Davide Ragno
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Pacifico
La politica di sicurezza dell’Australia nell’era della competizione tra Cina e Stati Uniti
All’inizio di luglio 2020, il governo australiano ha pubblicato due importanti documenti di pianificazione strategica, il Defence Strategic Update 2020 e il Force Structure Plan 2020. Questi documenti costituiscono una svolta importante per la politica estera e di sicurezza del paese, prevendendo l’espansione del ruolo di Canberra come fornitore attivo di sicurezza nella regione, espandendo il budget della difesa, e promuovendo l’acquisizione di nuove capacità militari nei settori aereo, navale, missilistico e cyber. Questi documenti confermano la tendenza verso il tentativo di consolidare l’ordine regionale a guida americana e di costruire un network di rapporti di sicurezza nella regione, basato sul concetto di Indo-Pacifico.
di Matteo Dian
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Parte Seconda
Alcuni economisti stanno lanciando l’allarme sul dollaro per la mancanza di risparmio privato e l’enorme deficit americano. Questo si somma ai tentativi di alcune nazioni di sostenere nuove monete per gli scambi internazionali. Come viene percepito il problema nelle diverse aree e cosa si sta effettivamente muovendo dietro le quinte?
Euro/Atlantica (USA-NATO-Partners)
di Gianluca Pastori
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Iniziative di Difesa Europee e sviluppo tecnologico
di Claudio Catalano
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Sahel e Africa Sub-Sahariana
di Marco Cochi
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Golfo Persico
di Francesca Citossi
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Corno d’Africa e Africa Meridionale
di Luca Puddu
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Russia, Asia centrale e Caucaso
di Sylwia Zawadzka
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Asia Meridionale e Orientale
di Claudia Astarita
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America Latina
di Francesco Davide Ragno
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Pacifico
di Matteo Dian
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Parte Terza
Sotto la Lente
La corsa al riarmo navale nel Mediterraneo: il caso della Turchia e la risposta della Grecia
di Matteo Bressan
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Lista degli acronimi
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