Note di redazione
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Indice
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Euro/Atlantica (USA-NATO-Partners)
Le nuove tensioni del Golfo: un banco di prova dei rapporti Europa-Stati Uniti
Le nuove tensioni nell’area del Golfo hanno messo ancora una volta alla prova il rapporto fra Stati Uniti ed Europa. Sotto l’amministrazione Trump, la posizione di Washington nella regione ha subito un radicale cambiamento rispetto agli anni di Barack Obama. La ricerca di un rapporto privilegiato con l’Arabia Saudita costituisce uno dei pilastri di questa nuova linea politica ma è, allo stesso tempo, fonte di tensione sia all’interno degli stessi Stati Uniti, sia con gli alleati europei, in particolare dopo la scomparsa del giornalista Jamal Khashoggi. Parallelamente, il deteriorarsi dei rapporti fra Stati Uniti e Iran (un cui passaggio importante è l’uscita di Washington dal JCPOA) ha messo sotto tensione il rapporto fra Teheran e i suoi interlocutori europei riguardo alla capacità di questi ultimi di sostenere in maniera credibile i contenuti del “nuclear deal”. In entrambi i casi, l’azione europea è apparsa incerta. I tentativi di sospendere le forniture militari dirette all’Arabia Saudita (anche come risposta al conflitto che dal 2015 si combatte nel vicino Yemen) non hanno interessato i maggiori fornitori e hanno messo in luce la possibile vulnerabilità di una industria della Difesa fortemente integrata. Allo stesso modo, il tentativo di costruire un’architettura finanziaria che permettesse di eludere le misure di Washington contro chi intrattiene rapporti commerciali con Teheran sembra avere fallito l’obiettivo di fondo di mantenere la Repubblica Islamica impegnata politicamente nell’accordo. Su questo sfondo, lo stallo in cui si trovano le istituzioni comuni dopo il voto per il rinnovo del Parlamento europeo e l’approssimarsi delle elezioni presidenziali del 2020 negli Stati Uniti agiscono da ulteriori fattori di complessità, rendendo prevedibile anche per il futuro il divergere delle traiettorie seguite sulle due sponde dell’Atlantico.
di Gianluca Pastori
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Iniziative di Difesa Europee e sviluppo tecnologico
Le nuove politiche militari spaziali di Francia e Italia
Il presidente francese Emanuel Macron ha annunciato, alla vigilia della festa della Repubblica, la creazione di un comando spaziale anticipando la nuova "strategia spaziale della difesa francese" presentata ufficialmente il 26 luglio 2019. L'iniziativa segue le conclusioni del vertice NATO del 26 giugno 2019 in cui gli Stati Membri hanno approvato una NATO "space policy", ma il presidente Macron aveva assicurato già un anno prima, che la Francia si sarebbe dotata di una politica militare spaziale entro il 2019. Anche l'Italia ha approvato il 18 luglio la "strategia nazionale di sicurezza per lo spazio" e lo stesso giorno il Regno Unito ha annunciato un nuovo programma spaziale militare, con finanziamenti e la creazione di un comando militare spaziale. Le iniziative di questi tre Paesi, in attesa di una analoga decisione da parte tedesca, dovrebbero costituire il primo nucleo di una forza spaziale militare, in collaborazione con la "Space Force" annunciata dall'amministrazione Trump.
di Claudio Catalano
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Balcani e Mar Nero
La crescente rilevanza della sub-regione Mar-Nero / Mediterraneo Orientale ed il ruolo della Turchia
I cambiamenti geopolitici avvenuti nello scorso decennio hanno trasformato profondamente il panorama della regione orientale del Mediterraneo, indebolendo il processo di costruzione di uno spazio regionale dell'Europa Sud Orientale e dando un maggiore grado di libertà d'azione a molti attori. Turchia e Russia ne hanno approfittato per rafforzare le proprie agende, al punto da lasciar intravedere una sempre maggiore collaborazione nell'area tra il Mar Nero ed il Mediterraneo Orientale.
di Paolo Quercia
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Masherq, Gran Maghreb, Egitto ed Israele
Tunisia: un nuovo equilibrio politico dopo Béji Caïd Essebsi?
Abstract: il 25 luglio è morto, all'età di 92 anni, il presidente tunisino Béji Caïd Essebsi. Il presidente del parlamento, Mohamed Ennaceur (85 anni), ha assunto la carica di capo di stato sino alla conclusione del processo elettorale, in calendario per il prossimo 15 settembre. Crisi istituzionale ed economica e minaccia jihadista: la morte di Essebsi si verifica in un periodo di potenziale destabilizzazione per il Paese nordafricano.
di Claudio Bertolotti
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Sahel e Africa Subsahariana
L’impatto dello Stato Islamico nel Grande Sahara sulla sicurezza nel Sahel
I gruppi jihadisti che hanno formato le province dello Stato Islamico si sono rivelati fondamentali per portare avanti l’apocalittico progetto di egemonia fondamentalista salafita di al-Baghdadi e consentire alla sua organizzazione di continuare a esercitare la propria valenza anche dopo la perdita dei territori siro-iracheni. Tra i vari gruppi che in Africa sub-sahariana e nel Sahel hanno giurato fedeltà al Califfato ce n’è uno in particolare che si sta distinguendo per l’elevata letalità e l’ampio raggio d’azione: lo Stato Islamico nel Grande Sahara, guidato dall’emiro Adnan al-Sahrawi.
di Marco Cochi
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Golfo Persico
Lo scontro Iran-Stati Uniti: quel che resta dell'accordo nucleare
Il JCPOA, l’accordo sul nucleare firmato dopo anni di faticosi negoziati con l’Iran dal gruppo P5+1 (Stati Uniti, Russia, Cina, Francia, Germania e Regno Unito), si è infranto contro il ritiro di Washington nel maggio 2018. Per un anno Teheran ha continuato a rispettare gli obblighi del trattato – derivanti dalla United Nations Security Council Resolution n. 2231/2015. Dopo un anno esatto, poiché non emergevano nuovi elementi negoziali, l’Iran ha cominciato un’escalation con gli Stati Uniti. Ha aumentato la tensione nello Stretto di Hormuz con sequestri di petroliere, abbattimenti di droni, dichiarazioni infuocate ma anche rinnovate aperture al dialogo, mentre ha ripreso l’attività nucleare sforando i termini previsti dall’accordo come strumento di pressione nei confronti della comunità internazionale.
di Francesca Citossi
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Corno d’Africa e Africa meridionale
Gli sviluppi politici e sotto il profilo della sicurezza in Somalia
L’osservatorio analizza l’evoluzione della situazione politica interna e delle relazioni internazionali della Somalia nella prima metà del 2019. Le tensioni legate all’appuntamento elettorale nelle regioni e i disaccordi tra i partner internazionali sul futuro del Paese minano i progressi finora registrati sul piano della sicurezza e delle riforme istituzionali.
di Luca Puddu
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Russia, Asia centrale e Caucaso
Le relazioni russo-georgiane e la nuova ondata di tensione
Le rivolte nei pressi del Parlamento georgiano a fine giugno, provocate dall'orazione di un parlamentare russo dinanzi alla stessa Assemblea, hanno causato un'escalation di tensione tra Russia e Georgia. Mosca ha accusato Tbilisi di non essere in grado di proteggere i cittadini russi e ha sospeso i voli da e per la Georgia. Nonostante la minaccia di sanzioni da parte della Duma (bloccate da Putin), la tendenza degli ultimi anni verso il graduale miglioramento delle relazioni bilaterali non dovrebbe arrestarsi.
di Alessio Stilo
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Asia Meridionale e Orientale
Il Partito del Popolo Indiano (Bharatiya Janata Party - BJP) stravince le elezioni: cosa possiamo aspettarci dalla seconda legislatura Narendra Modi
Le elezioni in India hanno confermato la maggioranza assoluta al partito nazionalista di Narendra Modi, il BJP. Una seconda investitura che, agli occhi degli esperti, appare ingiustificata visto che il Premier non è stato in grado di rispettare le promesse fatte nella precedente campagna elettorale, quella del 2014. Nel 2019, Modi ha puntato su sicurezza e nazionalismo, tant’è che l’obiettivo chiave per la sua seconda legislatura sembra essere quello di trasformare l’India in una grande potenza regionale. Resta da vedere come questo possa essere possibile senza poter contare su un’economia forte e dinamica.
di Claudia Astarita
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America Latina
America Latina 2.0. I social media e la politica in Brasile e Porto Rico
Due casi di pubblicazione di chat private di importanti leader politici, uno a Porto Rico e l'altro in Brasile, mostrano la situazione che stanno vivendo le due democrazie latinoamericane. Due casi che, ad ora, si sono risolti in maniera totalmente differente: da un lato il governatore portoricano, Ricardo Rosselló Nevares, si è dimesso dopo la pubblicazione di alcune comunicazioni private; dall'altro il Ministro della Giustizia brasiliano, Sergio Moro, è ancora in carica e sembra non aver ancora perso legittimità e consenso.
di Francesco Davide Ragno
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Pacifico
Dispute marittime e rivendicazioni delle nazioni ASEAN nel Mar Cinese Meridionale
Nelle scorse settimane sono riemerse e si sono acuite le tensioni che oppongono alcuni stati membri dell'ASEAN (Vietnam, Filippine e Malesia) e la Cina, connesse a rivendicazioni territoriali e di sovranità nel Mar Cinese Meridionale, che di fatto contribuiscono a destabilizzare l'area e minacciare la sicurezza della navigazione e dei traffici marittimi. Le origini del contenzioso derivano dal fatto che gran parte del territorio rivendicato dalla Cina - sulla base della nine-dash line che trova applicazione su quasi la totalità del mar Cinese Meridionale - si sovrappone alle Zone Economiche Esclusive di alcuni stati membri dell’ASEAN. L'abbondanza delle risorse energetiche ed ittiche esistenti e la rilevanza strategica di questa porzione di Oceano Pacifico (1/3 delle esportazioni petrolifere mondiali transitano in questo tratto di mare, oltre all’80% del traffico commerciale cinese) contribuiscono a spiegare l’importanza geopolitica e gli interessi in gioco tra le nazioni coinvolte
di Fabio Indeo
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Parte Seconda
Sistemi di pagamento alternativi al Dollaro negli scambi internazionali.
Quali possibilità di successo e quali conseguenze per l’economia mondiale?
Euro/Atlantica (USA-NATO-Partners)
di Gianluca Pastori
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Balcani e Mar Nero
di Paolo Quercia
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Mashreq, Gran Maghreb. Egitto ed Israele
di Claudio Bertolotti
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Golfo Persico
di Francesca Citossi
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Corno d’Africa e Africa Meridionale
di Luca Puddu
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Russia, Asia centrale e Caucaso
di Alessio Stilo
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Asia Meridionale e Orientale
di Claudia Astarita
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America Latina
di Francesco Davide Ragno
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Pacifico
di Fabio Indeo
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Parte Terza
Sotto la lente
Gli effetti e criticità dell’accordo sull’Area di libero scambio continentale africana (AfCFTA)
di Marco Cochi
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Da Theresa May a Boris Jonhson: cronologia del primo semestre 2019 sulla Brexit
di Claudio Catalano
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Lista degli acronimi
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