Il Ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, oggi a Chioggia per la cessione di parte della proprietà di Forte San Felice dal Demanio militare al Demanio marittimo lagunare che è di competenza del Ministero delle Infrastrutture
Nuovo passo in avanti per la valorizzazione, dismissione e razionalizzazione degli immobili militari del Ministero della Difesa.
Oggi, infatti, è stato ufficializzato il passaggio di consegne della proprietà di una ampia parte di Forte San Felice dal Demanio militare al Demanio marittimo lagunare che è di competenza del Ministero delle Infrastrutture.
Il passaggio formale questa mattina alla presenza del Ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, nel corso dell’incontro che si è svolto al Municipio di Chioggia al quale hanno preso parte, tra gli altri, il Sindaco della città Alessandro Ferro, il Vicesindaco e Assessore al Demanio, Marco Veronese.
Presenti, inoltre, il Direttore del Gruppo di progetto Task Force Immobili, Brigadier Generale Giancarlo Gambardella, il responsabile del Provveditorato interregionale alle opere pubbliche per il Veneto, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Roberto Linetti, ed il Presidente del Comitato Forte San Felice, Erminio Boscolo Bibi.
Una cessione frutto di un protocollo sottoscritto il 18 gennaio scorso da Ministero della Difesa, MIT, MIBAC, Comune di Chioggia e Agenzia del Demanio, che consentirà il trasferimento di un’ampia aliquota del Forte San Felice al MIT e quindi alla città, per consentirne l’uso pubblico. La Difesa, da parte sua, manterrà l’uso della parte residua del complesso per la valorizzazione e la successiva gestione economica per il tramite di Difesa Servizi S.p.A..
Nell’occasione il Ministro Trenta ha ricordato che il protocollo rientra in un programma di razionalizzazione voluto dal Ministero della Difesa avvalendosi di una Task Force appositamente costituita che ha ridotto in modo significativo il numero delle infrastrutture non più necessarie alle Forze armate, rendendole disponibili per altre finalità.
Un processo che negli anni consentirà di ridurre in modo significativo il numero degli immobili non più necessari alle Forze armate e quindi di ridurne in modo strutturale i costi di gestione.
Al tempo stesso permetterà di rendere disponibili importanti risorse che potranno essere utilizzate sia per reperire fondi per la Difesa sia per soddisfare, nel contempo, esigenze di altre articolazioni dello Stato e di Enti locali e territoriali.
Tante le infrastrutture già cedute dalla Difesa, ma occorre anche fare molta la strada “affinché il riutilizzo intelligente degli immobili pubblici possa diventare elemento trainante per la crescita dei territori e volano per l’occupazione”.
“L’intento del Dicastero rimane quello di cercare le soluzioni più idonee per riconsegnare al territorio le risorse che la Difesa non utilizza più. Si tratta di beni comuni e quindi della collettività”.
m.r.e.f.
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