Oggi a Porta San Paolo si sono svolte le celebrazioni del 76° anniversario della Difesa di Roma, alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella e del Ministro della Difesa, Lorenzo Guerini
La data dell’8 settembre 1943 ha assunto, per la nostra Nazione, un grande significato quale giorno dell’Armistizio e inizio di una serie di eventi, drammatici e allo stesso tempo esaltanti, che avrebbero segnato il cammino dell'Italia verso la riconquista della libertà e l’avvento della democrazia.
Così il Ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, in occasione delle celebrazioni del 76° anniversario della Difesa di Roma, svolte alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Il Capo dello Stato ha deposto una corona d’alloro alla stele commemorativa che ricorda i Caduti per la difesa di Roma, italiani e stranieri, civili e militari.
A seguire, al Parco della Resistenza, la deposizione di una corona d’alloro al monumento eretto in memoria degli 87.000 militari Caduti durante la Guerra di Liberazione.
“Ogni anno sentiamo il bisogno, non il dovere, ma il bisogno, di essere qui a Porta San Paolo per ricordare da questo luogo l’avvio della Resistenza. Qui vengono le Istituzioni, i Reduci, le Associazioni combattentistiche e d’Arma, i cittadini, perché Porta San Paolo è un luogo impresso nella memoria collettiva di tutti gli italiani” ha detto il Ministro che nel suo intervento ha rivolto il pensiero a quanti, militari e civili, “si raccolsero intorno al Tricolore, uniti dal sacro dovere di difendere la Patria”.
“Se oggi viviamo in un Paese libero e democratico, è grazie al loro sacrificio. Siamo qui per dire ai Caduti di Porta San Paolo che non li abbiamo dimenticati, che il loro sacrificio non è stato vano, ma soprattutto per dire che non abbiamo dimenticato il motivo per cui hanno pagato un prezzo così alto”.
Nel suo intervento, il Ministro ha richiamato l’impegno dei soldati italiani che “continuano ad essere presidio degli irrinunciabili valori di libertà, uguaglianza, giustizia sociale e solidarietà sui quali si fonda la nostra Carta Costituzionale”.
Militari al servizio del Paese e della comunità internazionale, che si adoperano per affermare i valori universali della libertà, per difendere i diritti dei più deboli e di chi soffre, ma anche per difendere la nostra stessa sicurezza.
“Questo vuol dire, concretamente, essere Italiani oggi; raccogliere l’eredità di chi ci ha preceduto, di chi ci ha indicato la strada e ha fecondato la nostra Costituzione e la nostra Repubblica. Dobbiamo essere fieri del nostro passato, ma mai dobbiamo smettere di costruire il nostro futuro” ha concluso.
Alla cerimonia hanno preso parte, tra gli altri, il Capo di Stato Maggiore della Difesa, Generale Enzo Vecciarelli, il Sindaco di Roma, Virginia Raggi, il Prefetto di Roma, Gerarda Pantalone, l’Assessore Regionale Gianpaolo Manzella in rappresentanza del Presidente della Regione Lazio, il Vice Presidente dell'Associazione Nazionale Combattenti della Guerra di Liberazione Gen. C.A. (aus) Antonio Li Gobbi, rappresentanti delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma e numerosi cittadini.
m.r.e.f.
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