Al Quirinale, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, si è tenuto il tradizionale incontro con gli esponenti delle Associazioni Combattentistiche e d'Arma nella ricorrenza del 73° anniversario della Liberazione
“Ci apprestiamo a celebrare il settantatreesimo anniversario della Liberazione con tutta l’attenzione che questa ricorrenza impone. Con l’ammirazione per quanti si sacrificarono in prima persona. Con il rispetto per coloro i quali vissero un drammatico travaglio interiore. E con grande riguardo per il significato, quanto mai attuale, dei valori politici e sociali conquistati allora, e che abbiamo il dovere di consegnare intatti ai nostri figli”.
È un messaggio forte e chiaro quello lanciato dal Ministro Roberta Pinotti nell’intervento pronunciato questa mattina davanti al Capo dello Stato, Sergio Mattarella, in occasione dell’incontro con le Associazioni Combattentistiche e d'Arma. Incontro al quale hanno preso parte, tra gli altri, il Presidente del Consiglio Nazionale Permanente delle Associazioni d'Arma, Mario Buscemi, e il Presidente della Confederazione Italiana fra le Associazioni Combattentistiche e Partigiane, Claudio Betti.
Nel suo discorso il Ministro ha ribadito infatti l’importanza di “guardare al quel periodo così fondamentale per la nostra storia” non solo per scrivere più dettagliatamente quella pagina “ma soprattutto per negare ogni alibi a chi, con slealtà, sfrutta ogni incertezza per proporre revisionismi o ripensamenti”.
“Ci inquietano i richiami, troppo frequenti, ai simboli di regimi nefandi, o la fascinazione per i moderni autoritarismi, che non possono essere confusi con forme più efficienti di democrazia, ma sono al contrario inganni per svuotare la democrazia di ogni valore e significato autentico” ha detto.
Nei fatti compresi fra l’8 Settembre 1943 e il 25 Aprile 1945, affondano “le radici dell’Italia di oggi e le fondamenta della nostra democrazia costituzionale”.
Giorni che videro una straordinaria reazione del Paese, “reazione che non a caso ha preso il nome di Resistenza”, durante i quali venne la risposta militare da parte della Forze armate “provate ma non vinte da anni di conflitto”, venne la risposta dei partigiani, dei singoli “che non esitarono ad affrontare la morte per difendere, col proprio gesto, la vita dei civili presi in ostaggio”.
Con il pensiero rivolto agli Italiani di allora “che vissero una fase straordinaria e drammatica della nostra storia, e che lo seppero fare animati da giusti ideali ed eccezionale coraggio” il Ministro ha aggiunto: “Li salutiamo idealmente per il tramite dei più alti Rappresentanti delle Associazioni combattentistiche e partigiane, e delle Associazioni d’Arma. Queste Associazioni sono un patrimonio nazionale, sono un patrimonio di conoscenza e sono custodi di valori fondanti per la nostra collettività”.
m.r.e.f.
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