Nei giorni scorsi il Comandante delle Forze da Combattimento e della 1^ Regione Aerea, Generale di Divisione Aerea Silvano Frigerio ha fatto visita al rischieramento italiano impegnato in Romania, nella missione di Enhanced Air Policing denominata “Black Shield”.
Accolto dal Comandante della Task Force Air 4th Wing, Colonnello Andrea Fazi, e dal personale schierato, il Generale Frigerio ha assistito ad un briefing di presentazione sulla Task Force, in cui sono state illustrate le molteplici attività svolte dagli assetti e dal personale italiano durante le settimane di permanenza in Romania. Da un punto di vista operativo, infatti, il periodo è stato molto intenso e ricco di impegni: dall’attività di volo congiunta con le forze aeree della nazione ospitante e di altri Paesi Alleati, a missioni in supporto alle forze di superficie, alle quali si sommano attività addestrative tecnico operative a terra.
La visita è poi proseguita presso l’area dedicata alla Quick Reaction Alert. (Q.R.A) dove sono posizionati i velivoli Eurofighter in prontezza operativa e dove alloggia il personale d’allarme, impegnato quotidianamente a “concorrere alla difesa dell’integrità dello spazio aereo rumeno”, quale missione prioritaria del rischieramento italiano su Mihail Kogalniceanu.
Durante l’incontro con il personale schierato, non sono mancati da parte del Generale Frigerio gli apprezzamenti “al Comandante e agli uomini e donne della Task Force Air per la professionalità e dedizione mostrata nell’espletamento dell’importante missione a supporto di un Paese della NATO” e gli auguri per il proseguo della missione che “contribuisce a dare lustro all’Italia per l’impegno profuso nelle operazioni fuori dai confini nazionali, il cui successo è frutto del continuo addestramento e del sacrificio quotidiano in patria”.
La visita è terminata con la firma dell’albo d’onore della Task Force ed il consueto scambio di crest.
L'attività di Air Policing è condotta sin dal tempo di pace e consiste nella continua sorveglianza dell’integrità dello Spazio Aereo della NATO nonché nell’identificazione di eventuali sue violazioni all'integrità, dinnanzi alle quali devono scattare appropriate azioni di contrasto, come, ad esempio, il decollo rapido di velivoli caccia intercettori, che in termini tecnici è definito scramble.
L'Air Policing viene svolta nell'ambito dell'area di responsabilità del Comando Operativo Alleato della NATO (Allied Command Operation - ACO) di stanza a Bruxelles e viene coordinata dal Comando Aereo (Air Command) di Ramstein (GER).
Nel 2004, con l’ingresso nell’Alleanza Atlantica dei Paesi Baltici e della Bulgaria, gli spazi aerei di quei paesi sono divenuti parte integrante dello spazio euro-atlantico e, come tali, sono stati inclusi nel sistema di difesa aerea e missilistico della NATO.
Peraltro, taluni membri dell’Alleanza non dispongono di assetti in grado di garantire appieno la propria difesa aerea secondo gli standard richiesti dalla NATO e, in questi casi, altri Paesi membri si fanno carico – permanentemente o a turno – di integrarne le capacità di difesa aerea. È quanto svolge, ad esempio, la nostra Aeronautica Militare nei confronti della Slovenia (permanentemente), dell’Albania e del Montenegro.
La NATO ha deciso inoltre un potenziamento di tali attività – la cosiddetta enhanced Air Policing – a favore dei Paesi membri del fianco orientale. Tali missioni rappresentano quindi la capacità dei Paesi dell’Alleanza di condividere e ottimizzare l’impiego di mezzi, di personale e di professionalità, per salvaguardare lo spazio aereo NATO, riducendo i costi e massimizzando l’efficienza.