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Passaggio di consegne tra il 7° Reggimento Bersaglieri e l'82° Reggimento Fanteria ''Torino''

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19 giugno 2006 - 

Passaggio di consegne tra il 7° Reggimento Bersaglieri e l'82° Reggimento Fanteria ''Torino''

La caserma ''Tito'' restituita alle autorità locali.

Al termine di 6 mesi di intensa attività in Teatro Operativo, il 7° Reggimento Bersaglieri di Bari, al comando del Colonnello Antonio Randine, lascia la guida del Contingente Italiano dell’Esercito in Bosnia -Erzegovina per fare rientro in Italia.  

Una cerimonia, tenutasi questo pomeriggio presso la caserma “Maresciallo Tito” a Sarajevo, ha ufficializzato il passaggio di consegne tra il contingente cedente e quello subentrante, su base 82° Reggimento Fanteria “Torino” di Barletta, al comando del Colonnello Gian Luca Giovannini.

Alla cerimonia, svoltasi alla presenza delle pluridecorate Bandiere di Guerra dei due Reparti, hanno presenziato, tra le numerose autorità intervenute, il Comandante di EUFOR, il Generale di Divisione italiano Gian Marco Chiarini, l’Ambasciatore d’Italia in Bosnia-Erzegovina, Dott. Antonio Fallavolita, e il Comandante della Brigata Corazzata “Pinerolo”, a cui appartengono entrambi i reggimenti, Generale di Brigata  Attilio Borreca.

Il Colonnello Randine ha rivolto un ringraziamento “... a tutti gli uomini del Contingente Nazionale per l’efficienza, la professionalità, l’impegno ed il sacrificio dimostrati nei sei mesi trascorsi in Bosnia”.

Uno dei momenti più intensi della cerimonia è stato l’ultimo Ammaina Bandiera italiano svoltosi nella Caserma “Maresciallo Tito”, che ha segnato la riconsegna alle autorità locali della caserma che ha accolto per circa 8 anni i Reparti italiani dell’Esercito a Sarajevo.

Nel corso degli ultimi 6 mesi il Contingente Italiano dell’Esercito ha condotto circa 300 pattuglie in tutta l’area di competenza, conseguendo il recupero di una ingente quantità di matteriale bellico:
– 68.650 munizioni di vario calibro;
– 245 bombe a mano ordinarie e artigianali;
– 60 bombe da fucile;
– 26 razzi M79 ed M57;
– 13 bombe da mortaio;
– 50 munizioni anti carro di vario calibro;
– 30 mine anti uomo e anti carro.
Gli uomini dell’Unità CIMIC (cooperazione civile militare) hanno inoltre provveduto a circa 100 distribuzioni di aiuti umanitari ed all’invio in Italia per cure mediche di quasi 60 persone.

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