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Op. Atalanta: dopo quattro mesi nave Martinengo rientra a casa

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20 dicembre 2018 -  La Spezia

Op. Atalanta: dopo quattro mesi nave Martinengo rientra a casa

La Fregata della Marina Militare ha partecipato all’Op. Atalanta antipirateria

Operazione Atalanta: addestramento altre marine Operazione Atalanta: addestramento altre marine Operazione Atalanta: addestramento altre marine Assemblea con il Comandante in capo della Squadra Navale Operazione Atalanta: Controllo dei flussi marittimi Operazione Atalanta: Controllo dei flussi marittimi Operazione Atalanta: Controllo dei flussi marittimi Operazione Atalanta: Equipaggio Operazione Atalanta: Protezione linee di traffico
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​La cornice del Golfo dei Poeti con l'abbraccio dell'Isola del Tino, di Porto Venere e del Castello di Lerici è lo sfondo che giovedì 20 dicembre ha accolto il rientro in Italia di nave Federico Martinengo, dopo oltre 4 mesi di attività operativa nell' Op. Atalanta.

La settima Fregata Europea Multi Missione (FREMM) classe Bergamini, consegnata alla Marina Militare il 24 aprile 2018, a meno di 8 mesi dall'inizio del suo servizio in linea tra i ranghi della Squadra Navale, ha portato a termine il suo primo ciclo di addestramento e impiego operativo attraverso un impegnativa successione di tappe. Il Comando in Capo della Squadra Navale ne ha assicurato l'approntamento e ha messo il suo primo equipaggio in condizione di raggiungere gli standard addestrativi delle altre unità della flotta.

Al comando del Capitano di Fregata Andrea Quondamatteo, il Martinengo è partito da Taranto il 6 agosto, percorrendo quasi 30.000 miglia per 3000 ore di moto,  partecipando all'operazione antipirateria dell'Unione Europea EUNAVFOR Somalia Atalanta. Un'attività di presenza e sorveglianza lontano dall'Italia, in Oceano Indiano e nel Golfo di Aden, che testimonia il contributo a livello internazionale della Marina Militare nel settore della sicurezza marittima e della cooperazione. L'Unità ha attraversato per la prima volta il Canale di Suez, lo stretto di Bab Al Mandeb e quello di Hormuz, visitando i porti di Gibuti, Mombasa (Kenia), Maputo (Mozambico), Port Victoria (Seychelles), Manama (Bahrein), Doha (Qatar) e Salalah (Oman).

"L'aver puntato sul Martinengo per onorare l'impegno fuori area di EUNAVFOR Atalanta è stata una sfida che la Squadra Navale e l'Equipaggio dell'unità hanno vinto, assolvendo la missione" ha sottolineato l'ammiraglio di squadra Donato Marzano, Comandante in Capo della Squadra Navale, che ha salutato il rientro della nave in mare, mercoledì 19 dicembre mentre l'unità risaliva il mar Tirreno centrale all'altezza di Ventotene. Un impegno che ha visto i militari italiani coinvolti dal 6 agosto al 18 dicembre nel dispositivo aeronavale multinazionale della Task Force 465 al comando del Contrammiraglio Alfonso Perez De Nanclares Y Perez De Acevedo dell'Armada spagnola.

La missione assegnata consiste nella deterrenza e nel contrasto della pirateria nelle acque dell'Oceano Indiano e del Golfo di Aden, nella protezione delle navi affittate dal World Food Programme per la consegna dei beni e aiuti umanitari destinati in Somalia, nella tutela della libertà di navigazione in Alto mare e nella protezione dei mercantili nazionali. Nel corso dell'attività in mare nel dispositivo Atalanta, nave Martinengo ha condotto 67 visite consensuali su pescherecci e imbarcazioni minori, volti a rendere palese la presenza degli assetti europei nelle acque somale e di promuoverne le finalità, sempre a supporto della sicurezza marittima.

La presenza della Marina in Oceano indiano e nel Golfo di Aden è vitale per tutelare gli interessi strategici nazionali, in quanto su questi mari si svolgono quei flussi commerciali di cui i nostri porti sono i terminali e da cui passa il benessere economico della nazione. Le attività addestrative congiunte in mare hanno anche dimostrato l'interoperabilità della Marina con tutti i partner presenti in area, occasione  di travaso di esperienze e confronto che dimostrano l'importanza di essere presenti in questi mari.

Le soste in porto hanno offerto l'opportunità di promuovere il sistema paese esibendo l'ultimo prodotto della cantieristica navale militare, di svolgere attività di presenza in chiave Naval Diplomacy per rinsaldare i rapporti diplomatici e di cooperazione militare che l'Italia intrattiene regolarmente con i paesi visitati. A Manama (Bahrein) ed a Doha (Qatar), l'Unità ha ricevuto rispettivamente la visita del Ministro della Difesa, Elisabetta Trenta e del Ministro dell'Interno, Matteo Salvini, inserite in una serie di appuntamenti internazionali volti a rappresentare l'Italia e a promuovere il sistema paese.

Ciò è stato reso inoltre possibile grazie anche a una ampia offerta formativa di Local Maritime Capacity Building a favore delle Marine Militari e Guardie Costiere dei paesi rivieraschi visitati di cui l'equipaggio si è fatto promotore.

Tale iniziativa ha infatti lo scopo di favorire lo sviluppo, da parte di quest'ultimi, di autonome capacità di contrasto della pirateria, di controllo delle coste e di contrasto ai traffici illeciti.

L'attività non si è limitata al solo ambito militare, numerose sono state le iniziative di cooperazione civile-militare presso le strutture d'accoglienza dedicate a minori vittime di abusi e della tratta di esseri umani, nel corso delle quali sono stati distribuiti generi alimentari, beni di prima necessità, materiale scolastico e giocattoli. Anche in questa occasione, i marinai italiani hanno saputo farsi interpreti della solidarietà, dell'accoglienza e della gioia che nasce dalla condivisione: è il Mare ed i valori cui essi credono che insegnano loro questo.

Ciò ha contribuito fattivamente a dare un segnale di speranza e di fiducia alle popolazioni locali confermando l'impegno concreto dell'Italia, della Difesa e della Marina nel campo della solidarietà, per lo sviluppo e la prosperità dei paesi più bisognosi.

A termine di questo dispiegamento operativo, i risultati conseguiti da nave Martinengo sono espressione della peculiare flessibilità e versatilità dello strumento navale e raccontano il grande gioco di squadra degli uomini e delle donne della Marina.

Per celebrare nel migliore dei modi il rientro in Italia, i familiari dell'equipaggio hanno accolto in banchina i loro cari, condividendo un momento significativo e dal fortissimo valore emotivo che racchiude nel suo significato il sacrificio, la dedizione del personale imbarcato e delle proprie famiglie. Anche questo abbraccio vale il riconoscimento dell'assolvimento della missione e dà il senso delle vicende umane e professionali di cui gli uomini e le donne del Martinengo sono stati i protagonisti.

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