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Generalità


A seguito degli attacchi terroristici del 11 settembre 2001 una Coalizione Multinazionale diede avvio ad una campagna contro il terrorismo internazionale, che prese il nome di Operazione “Enduring Freedom” (OEF).

L’Operazione, supportata dalle risoluzioni ONU nr. 1368, 1373 e 1386 del 2001, si prefiggeva lo scopo di disarticolare e distruggere l’organizzazione terroristica AL QA’IDA, interdire l’accesso e l’utilizzo, da parte di gruppi terroristici, di Weapons of Mass Destruction (WMD), scoraggiare determinati Paesi a continuare a sostenere, in modo diretto o indiretto, il terrorismo internazionale.

L’operazione militare era parte della guerra globale che impegnava la grande coalizione nella lotta contro il terrorismo, denominata Global War Against Terrorism (GWAT).

Circa lo sviluppo dell’operazione era stato reso noto che era previsto ed fu più volte detto che la campagna afghana dovesse comportare un impegno lungo.

Era previsto che l’operazione si articolasse in fasi successive:

  1. la prima fase, che prevedeva lo schieramento delle forze navali ed aeree e l’ingresso di forze speciali, e la seconda, che prevedeva una campagna aerea contro obiettivi talebani e di Al Qaeda, attività umanitarie, il supporto all’Alleanza del Nord e la capitolazione del regime dei Talebani, sono state completate;
  2. al rientro del Contingente nazionale era in atto la terza fase, che prevedeva l’impiego di unità di terra, la definitiva pacificazione e stabilizzazione del Paese, la definizione, d’intesa con gli altri Paesi della coalizione, degli strumenti necessari a prevenire il riemergere del terrorismo e a supportare le operazioni umanitarie, l’addestramento dell’Afghan National Army. Circa le attività volte a neutralizzare le sacche di terrorismo ancora presenti, le possibili basi logistiche ed i centri di reclutamento, la fase, dopo un periodo iniziale di intensi combattimenti, stava evolvendo in operazioni di interdizione di area per la completa bonifica del territorio. Queste operazioni condotte mediante pattugliamenti, posti di blocco ed eliminazione delle residue presenze di Al Qaida, sulla base dell’attività di “intelligence”;
  3. nel frattempo era già in atto, in alcune aree, una quarta fase dell’operazione, volta alla stabilizzazione e ricostruzione del Paese e caratterizzata da un più spiccato orientamento umanitario.

Presso USCENTCOM, era stato attivato il Coalition Coordination Centre (CCC - Centro di Coordinamento della Coalizione) con compiti di collegamento e coordinamento tra i Paesi della Coalizione e l’Alto comando USA.  Qui era presente un Team interforze nazionale (Italian Joint Cell – ITJC) con a capo un Generale di Brigata (Italian Senior Military Representation – IT SNR).

All’operazione contribuivano 70 Paesi dei quali 27, tra cui l’Italia, avevanno offerto “pacchetti di forze” da impiegare, per la condotta dell’operazione militare vera e propria.

Il 26.10.2004 l'Ambasciatore USA in Italia, Mel Sembler, insigniva otto piloti di velivolo AV8B Harrier con l'onorificenza statunitense "Air Medal". Il conferimento era stato decretato dal Presidente Bush "per le efficaci e meritorie attività aeree svolte da bordo di Nave Garibaldi in appoggio alla coalizione internazionale nell'operazione "Enduring Freedom" in Afghanistan nel periodo gennaio - febbraio 2002".

Dal 28 giugno  al 3 dicembre 2006 l’Italia ebbe la leadership della Task Force 152 che con il Gruppo Navale italiano fu al Comando del Contrammiraglio Emilio FOLZER.


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