Lieta di rappresentare la Difesa all'inaugurazione di questa mostra itinerante, porto il saluto del Ministro Lorenzo Guerini cui unisco il mio personale.
Un plauso alle nostre Forze Armate e alla Marina in particolare – stasera presenti coi propri vertici militari, l'Ammiraglio Cavo Dragone e l'Ammiraglio di Squadra Credendino –, che insieme al coinvolgimento di Difesa Servizi Spa hanno nuovamente testimoniato la proverbiale disponibilità nel supportare prontamente ogni iniziativa orientata a conoscere e riflettere sul nostro passato.
Del resto nel De Oratore di Marco Tullio Cicerone il riferimento alla 'storia maestra di vita' è emblema dell'importanza del conoscere e comprendere ciò che abbiamo alle spalle per costruire il futuro.
Merito, quindi, al Procuratore Generale Militare Dottor De Paolis per avere curato questo interessante progetto informativo-divulgativo, che peraltro si inquadra in un più ampio disegno volto a creare un Centro di documentazione nazionale sui crimini commessi durante la Guerra di Liberazione e sui loro risvolti giudiziari.
Del resto anche questa mostra itinerante è essa stessa un ulteriore tassello nell'opera attenta e costante portata avanti negli anni dal Dottor De Paolis rispetto alle vicende narrate.
Inaugurata l'8 settembre scorso a Roma con l'allestimento al complesso del Vittoriano, la mostra compie la sua prima tappa proprio qui a La Spezia; visitabile da oggi e per un intero mese.
Sono grata alle Istituzioni locali per il prezioso coinvolgimento – il Presidente Toti per il contributo finanziario della Regione Liguria e il Sindaco Peracchini la sede del Centro d'Arte Moderna e Contemporanea – a cui si affianca quello altrettanto lodevole di vari sponsor.
Un grazie anche all'opera silenziosa della macchina organizzativa che ha reso possibile questa cerimonia nella suggestiva cornice del Circolo Ufficiali e l'allestimento di questa tappa presso il CAMeC, a cui faremo visita a breve.
"Nonostante il lungo tempo trascorso"! … vorrei prendere spunto da questa preposizione avversativa per aggiungere alcune mie riflessioni agli interessanti interventi di chi mi ha preceduto.
Il lungo tempo trascorso dalla fine della seconda guerra mondiale, non cancella i crimini commessi.
Le stragi nazifasciste continuano a rappresentare pagine complesse e dolorose della nostra storia nazionale che devono essere conosciute e mai dimenticate!
Non far cadere nell'oblio questi eccidi – con oltre 5.500 episodi di violenza omicida perpetrati su buona parte del territorio nazionale e causa di oltre 23mila uccisioni tra cui più di 1.500 bambini e adolescenti trucidati – significa innanzitutto rinnovare il nostro perenne omaggio alla memoria di quanti, combattenti e civili inermi, ne hanno pagato con la vita le atrocità o ne sono rimasti comunque profondamente segnati pur essendone sopravvissuti.
Oggi, più che mai, abbiamo il dovere di mettere in campo ogni risorsa per contribuire a mantenere vivo l'esempio di quanti – allora e nel tempo – si sono impegnati e si impegnano, mettendo a repentaglio e perfino sacrificando la propria vita, per costruire, rafforzare e preservare la Nazione libera e democratica in cui viviamo.
"Nonostante", descrive anche l'ulteriore merito di questa mostra nell'accendere un faro anche sul valoro delle Procure Militari dell'ultimo trentennio.
In particolare quella con sede qui a Spezia fino al giugno 2008, ha svolto numerose indagini e celebrato altrettanti processi per fare luce su alcuni degli eccidi più gravi avvenuti nell'Italia centro-settentrionale.
Un lavoro encomiabile che ha visto proprio il Dottor De Paolis, tra il 2003 e il 2012, istruirne e portarne a dibattimento ben 18, per le più efferate di queste stragi, tra cui Monte Sole e Sant'Anna di Stazzema.
"Nonostante" … può a mio avviso descrivere anche la sintesi di quell'Italia e quell'Europa che subito dopo la fine del sanguinoso secondo conflitto mondiale seppero intraprendere un nuovo corso.
… superando non senza fatiche le macerie materiali e morali della guerra per ispirarsi e conformarsi ai principi di democrazia, eguaglianza e giustizia che tutt'oggi connotano il blocco valoriale Occidentale in cui siamo pienamente integrati e parte attiva.
Questo è lo spirito da cui è nata la straordinaria visione degli Adenauer, De Gasperi e Schumann grazie alla quale gli acerrimi nemici di poco prima unirono le forze verso l'ambizioso progetto di integrazione europea, capace da allora di garantirci concordia e stabilità ininterrotte.
La combinazione di queste letture del 'nonostante' ci dice quindi alcune cose fondamentali.
Che non possiamo e non dobbiamo dimenticare il nostro passato, la cui conoscenza e consapevolezza deve essere in tutti noi viva e realistica, rendendogli giustizia.
Che sta a noi avere al contempo la forza e la lungimiranza di guardare al futuro!
Come fecero i padri dell'Europa che ho citato e prima ancora figure come Spinelli e Rossi che col 'Manifesto di Ventotene' teorizzarono l'importanza di quel sogno addirittura durante i momenti bui del loro confino!
Malgrado avessero tutti laceranti ragioni per far prevalere il rancore, seppero mettere in gioco l'umiltà, la determinazione e il senso di responsabilità per andare oltre.
Il valore abilitante che, quindi, attribuisco a meritorie iniziative come questa mostra sta nel connubio tra storia e giustizia – almeno quella della memoria – che vuole promuovere.
Uno stimolo alla comprensione costruttiva di quelle vicende, superando le improduttive divisioni del passato e proiettandone il significato più autentico anche in una riproposizione contemporanea e prospettica.
Ciò grazie al suo fattivo contributo a custodire e tramandare, in primis alle nuove generazioni, la memoria delle basi su cui poggiano la nostra libertà e la nostra democrazia, e sull'impegno prioritario che ogni cittadino deve profondere per la continuità e la diffusione di questi valori fondamentali, anche oltre i comprensibili livori di un passato lontano o recente.
Valori che sono alla base della vita e della irrinunciabile libertà individuale … e che non vanno mai dati per scontati bensì apprezzati e coltivati ogni giorno!