Dal compendio probatorio di cui sopra, il cui contenuto sarà richiamato anche nel prosieguo, è emerso in modo non controverso quanto segue.
Tra la fine di giugno e l'inizio di luglio del 1944 (più probabilmente intorno al 9 luglio: dichiarazione 27.6.1945 di Aurelio Rossi al S.I.B.) un reparto della Wehrmacht, e segnatamente lo Schwere Heeres-Panzerjäger-Abteilung 525 (in inglese, Heavy Panzer Jager Regiment), occupò le campagne nei dintorni di Forlì, nelle quali si acquartierò.
Per la struttura posseduta, è più corretto (come ha precisato l'esperto di storia militare Daniele Guglielmi in dibattimento il 4.10.2006) definire il reparto non reggimento, ma battaglione, e così sarà qui di seguito denominato.
Durante l'acquartieramento i militari del 525° battaglione portavano di regola uniformi color kaki; occasionalmente indossavano anche uniformi grigioverdi o nere, con fregi su ambedue i lati del colletto ritraenti un teschio con ossa incrociate (dichiarazione 27.6.1945 di Aurelio Rossi al S.I.B.).
Il battaglione (come ha riferito in dibattimento l'esperto Daniele Guglielmi), fin dal 1943 si trovava in Italia, dove aveva partecipato alle campagne militari di Cassino, Firenze e Pisa (dichiarazione 28.6.1945 di Carmen Belli Marangoni al S.I.B.).
Il battaglione era stato costituito nel 1940 come unità specializzata nel combattimento contro i mezzi corazzati. Aveva partecipato a varie campagne ed aveva avuto un lungo periodo operativo sul fronte orientale, subendo molte perdite. Inizialmente aveva operato con cannoni trainati. Nel maggio-giugno del 1943 era stato ritirato dal fronte orientale ed era stato equipaggiato con il cacciacarri Ornis, poi denominato Nashorn (rinoceronte).
Nel settembre del 1943 il reparto arrivò in Italia, ed affrontò i primi scontri significativi a partire dal febbraio del 1944, prima intorno alla testa di ponte Anzio-Nettuno, poi a Cassino. Dopo il superamento alleato di quella linea del fronte, il reparto subì ulteriori perdite nel corso della ritirata, si riorganizzò in Toscana e fu poi spostato sul fronte adriatico intorno ai mesi di giugno-luglio del 1944. Partecipò a combattimenti, rimase in Emilia Romagna e terminò le sue operazioni a sud del Po nel marzo-aprile del 1945. Il reparto doveva essere interamente ritirato in Germania per essere equipaggiato con altri mezzi, ma per la situazione bellica del fronte italiano solo una compagnia, la prima, nel luglio-agosto del 1944 si trasferì in Germania (circostanza, questa, confermata dalla dichiarazione al S.I.B. 9.7.1945 del prigioniero di guerra Hans Hopp, che dichiarò che la prima compagnia si trasferì in Germania circa un mese dopo l'arrivo del reparto a Roncadello, da lui datato tra la fine di giugno e gli inizi di luglio del 1944), mentre la seconda e la terza compagnia continuarono a operare in Italia. Fino alla fine della guerra, la seconda e la terza compagnia, oltre ovviamente alla compagnia comando, rimasero operative sul fronte italiano (deposizione dibattimentale di Daniele Guglielmi).
Il 525° battaglione era comandato dal maggiore Friedrich Karl Guttmacher. I mezzi in sua dotazione avevano come segno distintivo non ufficiale una testa di animale, con la bocca dipinta di rosso e la lingua sporgente. Per ciascuna compagnia dipendente poteva teoricamente contare su quattordici mezzi corazzati anticarro, impropriamente e comunemente denominati Tiger, armati di cannoni collocati sulla torretta, sulla quale era dipinto in bianco il numero 2/4 o 214 (dichiarazioni al S.I.B. di Hans Hopp del 9.7.1945, di Alessandra Bassetti del 4.7.1945 e di Ezio Lega del 20.6.1945; documenti acquisiti presso Daniele Guglielmi).
La dotazione teorica dell'intero battaglione prevedeva quindi quarantacinque mezzi semoventi cacciacarri denominati Nashorn (rinoceronte), suddivisi tra la compagnia comando (tre) e ciascuna delle tre compagnie operative (quattordici per ognuna); la compagnia comando, oltre al plotone pionieri alle proprie dipendenze (Pionier Zug), aveva in dotazione anche tre semicingolati contraerei (documenti acquisiti presso Daniele Guglielmi, che sostanzialmente riscontrano quanto dichiarato al S.I.B. da Hans Hopp il 9.7.1945).
Sulla base dei documenti di archivio acquisiti, è stato possibile accertare, con ragionevole margine di certezza, che il battaglione era formato da un comando, da tre compagnie operative, da una compagnia comando (talvolta denominata o menzionata come compagnia di quartier generale, o compagnia di stato maggiore, e dalla quale dipendeva il plotone pionieri) e da un reparto (o compagnia) di rifornimento, oltre che da un plotone officina.
Tale composizione è sostanzialmente confermata dai documenti contenuti nella cartella n. 6 delle produzioni del Pubblico ministero, acquisiti presso l'esperto di storia militare Daniele Guglielmi. Secondo gli studi di quest'ultimo, infatti, il battaglione era basato su una compagnia comando, da cui dipendeva il plotone pionieri, e su tre compagnie cacciacarri, oltre al reparto officina e rifornimenti e a piccole unità di servizi. Ogni compagnia cacciacarri era composta da tre plotoni operativi e da un plotone comando; ciascuno dei tre plotoni operativi di ciascuna compagnia cacciacarri aveva in dotazione quattro semoventi, mentre il plotone comando di ogni compagnia operativa ne aveva due; la compagnia comando, infine, aveva in dotazione, come già detto, tre semoventi (e ancora si riscontrano le dichiarazioni rese sul punto specifico da Hans Hopp al S.I.B.). Poiché all'epoca dei fatti il 525° battaglione aveva subìto gravi perdite, non è da escludere che operasse a ranghi ridotti, con due plotoni anziché tre per ogni compagnia.
Sempre sulla base dei documenti agli atti (consistenti sostanzialmente negli specchi degli ufficiali del reparto, acquisiti dall'Archivio federale di Aachen, e nelle loro schede personali) e alla luce delle dichiarazioni di Hans Hopp è stato possibile accertare, con ragionevole margine di certezza, chi fossero gli ufficiali delle varie compagnie all'epoca dei fatti.
La compagnia comando (o compagnia di quartier generale, o compagnia di stato maggiore) era certamente comandata dal capitano (Hauptmann) Karl Ernst Funk; in tale compagnia era inquadrato anche il tenente (Oberleutnant) Hans Otto Gross come ufficiale di trasmissione, e da essa dipendeva il plotone pionieri (Pionier Zug), comandato dal sottotenente (Leutnant) Heinrich Nordhorn (dichiarazione in data 9.7.1945 al S.I.B. di Hans Hopp, in forza alla 2° compagnia del 525° battaglione). Per quanto riguarda il Gross, va subito rilevato che nelle dichiarazioni di Hans Hopp, sin dall'originale verbale manoscritto in lingua tedesca (poi seguito dalle traduzioni in lingua inglese ed italiana), tale ufficiale è appellato con il grado di Oberleutnant, vale a dire di tenente. Con lo stesso grado di tenente il Gross è anche annotato negli atti trasmessi dall'Archivio federale di Aachen datati 15.3.1945. La sua anzianità nel grado di Oberleutnant risaliva all'1.11.1942. Sempre nella compagnia comando, secondo le dichiarazioni di Hopp, era inquadrato un altro ufficiale, il sottotenente (Leutnant) Hoffmann. Egli si identifica nel sottotenente Alfred Hofmann, nato l'1.8.1920, con anzianità nel grado dall'1.8.1942. Detto ufficiale risulta poi trasferito, alla data del 15.3.1945, al reparto comando del 525° battaglione, ma non si può escludere che già all'epoca dei fatti fosse formalmente inquadrato non nella compagnia comando bensì nel reparto comando del battaglione, e che tale formale e sottile distinzione non fosse nota all'Hopp, che apparteneva ad una compagnia operativa, anche perché dal punto di vista sostanziale l'inquadramento nella compagnia comando o nel reparto comando non comportava di fatto alcuna differenza mansionale. Tale ufficiale compare nella dichiarazione al S.I.B. di Alessandra Bassetti del 4.7.1945 con il cognome Hoffman, il prenome Rudolf e il grado di tenente. A tal proposito sono evidenti, a giudizio del collegio, l'irrilevanza della leggera difformità grafica del cognome (neppure percepibile nella pronuncia), e l'irrilevanza della difformità del grado, ascrivibile o alla mancata conoscenza da parte della Bassetti delle precise gerarchie militari o, più probabilmente, al fatto che nel comune parlare, ancora oggi, non si distingue tra i due gradi (sottotenente e tenente). Occorre invece sottolineare che, mentre nella traduzione in lingua italiana degli specchi degli organici acquisiti dall'Archivio di Aachen l'Hofmann compare con il grado di sottufficiale del Reich, negli originali in lingua tedesca, nella colonna riferita al grado gerarchico, in corrispondenza del nome di Alfred Hofmann compare l'indicazione «Lt. d. R.», in cui le lettere "Lt." sono abbreviazione della parola Leutnant (sottotenente). Non residuano dubbi, quindi, sul fatto che Alfred Hofmann fosse sottotenente del Reich, e non semplice sottufficiale, come pure, per un evidente errore materiale di trascrizione nella traduzione, risulta nel documento in italiano. Gli uffici della compagnia comando, e probabilmente anche quelli del comando dell'intero battaglione (comando di quartier generale), furono sistemati in San Martino di Villafranca, nei locali di Villa Todghem.
La seconda compagnia era comandata dal tenente (Oberleutnant) Kurt Scholz, giunto a tale unità dalla compagnia di stato maggiore del medesimo reparto l'1.7.1944, e che aveva alle proprie dipendenze il tenente (Oberleutnant) Friedrich Wogerbauer (di nascita austriaca, passato tenente dal grado di sottotenente - Leutnant - l'1.8.1944) ed il sottotenente (Leutnant) Friedrich Ramisch, catturato il 2.5.1945, con l'incarico di capo plotone ed il grado di sottotenente, come si ricava dalla scheda di prigionia in lingua originale tedesca, dove compare l'abbreviazione «Lt.», che sta per Leutnant (sebbene nel testo italiano sia erroneamente stato tradotto come «tenente»).
La prima compagnia era comandata dal capitano (Hauptmann) Karl Koob, che lasciò la zona delle operazioni con la propria unità, spostata in Germania, circa un mese dopo il suo arrivo, e quindi intorno al luglio-agosto 1944 (ufficiale che viene ricordato da Hans Hopp come capitano Koop, e che invece viene menzionato con il suo corretto cognome dal teste Evaristo Zambelli, nelle sue dichiarazioni al S.I.B. del 2.7.1945 ).
La terza compagnia, infine, era comandata dal tenente (Oberleutnant) Waldemar Paffrath, il quale, dopo i fatti, ed almeno fino alla data del 15.3.1945, fu assegnato al comando della prima. Anche in questo caso, Hopp lo ricorda come tenente Pafrath (anziché Paffrath).
I militari tedeschi del 525° battaglione presero alloggio nelle abitazioni private delle varie località della zona: chi a Roncadello, chi a Villafranca di Forlì, chi a San Martino di Villafranca, chi a San Tomè e chi a Branzolino.
Il comandante Guttmacher prese dimora, inizialmente, a Villa Belli a San Tomè, dalla quale dopo circa quindici giorni si trasferì a Villa Bernabei a Roncadello. Il tenente Scholz, insieme ad altri sei militari tra i quali l'Hofmann, prese dimora a Roncadello, nei locali della proprietà di Nella Matteucci. Un altro tenente di cui agli atti non risultano le generalità prese dimora a Roncadello in casa di Domenico Sansoni, insieme al proprio attendente (non meglio identificato, ma di nome Fritz). Il caporalmaggiore Hopp, insieme ad altri quattro militari, si sistemò nella casa di Guglielmo Furgani, nella cui proprietà fu anche messa in sosta un'autobotte con il carburante. Altri sette militari tedeschi, tra i quali tre sottufficiali (di cui uno di nome Ernesto o Ernst) presero sistemazione a Roncadello in casa di Gino Fiorentini. Altri tre sottufficiali, invece, in casa di Marcello Cimatti, Aldo Cimatti e Arturo Cimatti (dichiarazioni al S.I.B. di Carmen Belli Marangoni, Alessandra Bassetti, Domenico Sansoni, Hans Hopp, Guglielmo Furgani, Gino Fiorentini, rispettivamente datate 28.6.1945, 4.7.1945, 18.7.1945, 9.7.1945, 10.7.1945 e 222.6.1945; testimonianza di Marcello Cimatti in dibattimento il 9.10.2006).
Nell'abitazione di Aurelio Rossi in San Martino di Villafranca prese invece dimora un ufficiale privo di un occhio, presumibilmente identificabile con il capitano Funk (che risulta essere stato ferito sul fronte orientale ad un occhio il 15.6.1942, ed alla testa il 22.7.1942). Presso la casa di Aurelio Rossi fu anche installata un'insegna con la scritta «Pio/Zug» (dichiarazione al S.I.B. di Aurelio Rossi), evidentemente identificativa del plotone pionieri, come da lista degli acronimi ufficiali prodotta in dibattimento.
Insieme a quello che quasi certamente era il capitano Funk, presso il Rossi alloggiava un altro ufficiale, che il teste riferì avere il grado di tenente, la cui identità, all'esito dell'istruzione dibattimentale, per i motivi che saranno illustrati nel prosieguo, secondo il collegio è risultato provato essere quella di Heinrich Nordhorn (dichiarazione al S.I.B. del 27.6.1945 di Aurelio Rossi).
Il 525° battaglione lasciò la zona di Forlì nel mese di ottobre del 1944, si diresse verso quella di Ravenna, ed infine più a nord, dove fu catturato dalle forze armate alleate il 2 maggio 1945 (dichiarazioni al S.I.B. di Carmen Belli Marangoni del 28.6.1945, di Domenico Sansoni del 18.7.1945 e di Hans Hopp del 9.7.1945).
Sullo specifico punto dei movimenti del 525° battaglione successivi alle date di commissione dei fatti per cui si procede ha pure riferito, in sede di interrogatorio ed in qualità di coindagato, Friedrich Wogerbauer, all'epoca tenente del 525° battaglione, in forza alla 2° compagnia, che in sostanza ha confermato tali postfatti così come in passato riferiti agli investigatori del S.I.B. dalla Belli, da Sansoni e da Hopp.