
Ufficio Attività Sanitaria Internazionale
L’Ufficio attività sanitaria Internazionale dell’Ispettorato Generale della Sanità Militare svolge i seguenti compiti:
• Concorre a sviluppare le attività sanitarie internazionali in ambito NATO e Cooperazione internazionale;
• Concorre all’elaborazione della dottrina sanitaria militare cin riferimento a quella NATO, UE e MIC;
• Collabora con gli Stati Maggiori e con il Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri nell’ambito dei rapporti internazionali in materia sanitaria;
• Organizza e cura l’organizzazione di visite di delegazioni sanitarie estere in Italia, nell’ambito della cooperazione, anche avvalendosi del concorso delle F.A. e dell’arma dei Carabinieri;
• Esprime pareri in materia di standardizzazione, di organizzazione, procedure e di impiego di materiali sanitari in ambito NATO.
L’appartenenza dell’Italia alla NATO ha avuto una forte impronta sull’evoluzione delle sue Forze Armate e, nello specifico, del Servizio Sanitario Militare.
L’Alleanza Atlantica si è evoluta verso una profonda trasformazione divenendo una organizzazione non più incentrata solamente sulle regole dettate dall’articolo 5 del Trattato, ma soprattutto tesa ad impiegare le proprie forze in missioni operative interforze (Joint) e multinazionali (Combined), quali missioni Fuori Area, Non Article 5, Crisis Response Operations (CROs), Peace Support Operations (PSOs) ed Aiuti Umanitari. Ha, inoltre, incentivato la cooperazione con i Paesi del Partnership for Peace (PfP), la Russia, i Paesi del Mediterranean Dialogue (MD) ed altri Paesi Non-NATO.
La dinamica revisione del concetto strategico del l’Alleanza ha portato le Nazioni a ristrutturare le proprie Forze Armate, allo scopo di costituire forze rapide di reazione, flessibili e di immediato rischieramento.
Il nuovo Concetto Strategico ha così disegnato il futuro dell’Alleanza Atlantica intorno a tre pilastri principali:
- la Difesa Collettiva (Collective Defence), e quindi la centralità dell’articolo 5 del Trattato di Washington, attualizzato ed adeguato al nuovo concetto di sicurezza che concepisce la propria difesa anche attraverso attività di stabilizzazione che superano i propri confini territoriali;
- la Gestione delle Crisi (Crisis Management), con riferimento al rafforzamento del concetto denominato Comprehensive Approach (approccio multidimensionale), fattore ritenuto chiave per la risoluzione delle crisi moderne;
- la Sicurezza Cooperativa (Cooperative Security), da attuarsi per il tramite di partnership con Organizzazioni e Paesi esterni all’Alleanza Atlantica, e che mira alla stabilità del panorama internazionale.
D’altro canto, sul suo versante, con l’adozione del Trattato di Lisbona, l'Unione Europea deve avere la capacità di condurre azioni in modo autonomo, potendo contare su forze militari credibili, sui mezzi per decidere di farle intervenire e sulla disponibilità a farlo, integrando le cosiddette missioni di Petersberg [missioni umanitarie e di soccorso; missioni di mantenimento della pace (peace-keeping); missioni di unità di combattimento nella gestione di crisi, comprese le missioni tese al ristabilimento della pace (peace making)] con ulteriori compiti relativi alle missioni di disarmo, di consulenza ed assistenza in materia militare, di stabilizzazione al termine dei conflitti, potendo contribuire alla lotta contro il terrorismo, anche tramite il sostegno a paesi terzi per combattere il terrorismo sul loro territorio.
In tale contesto, le esigenze di miglioramento della capacità di reazione e di maggiore coerenza nell’azione esterna dell’UE, con particolare attenzione anche al rapporto costi-efficacia, hanno reso necessaria, a fattor comune con il concetto strategico della NATO, la realizzazione della “comprehensive approach” nella gestione delle crisi, incentrato su una più stretta interazione tra componenti civili e militari, nonché iniziative di “pooling and sharing” in campo militare.
L’impegno della NATO a prevenire le crisi, gestire i conflitti e stabilizzare le situazioni post-conflitto, anche in collaborazione con i partner internazionali quali Stati Uniti e UE, appare quindi una naturale conseguenza di tale approccio.
Riconoscendo di fatto che un’UE attiva ed efficace contribuisce alla sicurezza complessiva dell’area euro atlantica e, di conseguenza, si qualifica come un partner unico ed essenziale per la NATO.
Parallelamente alla Smart Defence lanciata in ambito NATO pertanto, il “Pooling & Sharing” identifica l’insieme delle misure volte alla razionalizzazione delle capacità militari europee attraverso l’accorpamento e la condivisione delle stesse in una prospettiva di economia generale, anche al fine di affrontare la difficile situazione economico-finanziaria dei Paesi membri. Tutto cio' nell'obiettivo di promuovere, in una visione a lungo termine, la ricerca di soluzioni alle lacune capacitive essenziali per il proprio Livello di Ambizione, impiegando meno risorse secondo un’ottica di cooperazione e flessibilità.
La prospettiva futura di operazioni Joint e Combined infine, ha spinto tutti i Paesi partecipanti a unificare e a rendere il più possibile compatibili le procedure ed i materiali, aprendo le porte a un processo di standardizzazione definito come il “processo di sviluppo ed applicazione dei concetti tattici, delle dottrine, delle procedure e delle caratteristiche operative degli equipaggiamenti, volto ad acquisire e mantenere il richiesto livello di compatibilità, intercambiabilità e uniformità in campo operativo, procedurale, materiale, tecnico ed amministrativo al fine di raggiungere l’interoperabilità”.
Il perseguimento di tali obiettivi, anche alla luce della attuale crisi economica, dei tagli conseguenti ai bilanci della Difesa e dell’impegno dei singoli Paesi espresso attraverso il NATO Defence Planning Process (NDPP) ha spinto i Paesi membri a spendere meno e meglio, optando per la politica della smart defence e del burden sharing.
In ambito sanitario, il ruolo di coordinamento e orientamento giocato da IGESAN all’interno di un tale processo si configura come delicato, importante e asseverato dalla presenza dell’Italia, nella persona dell’Ispettore Generale, all’interno del Committee of the Chiefs of Military Medical Services in NATO (COMEDS), Tasking Authority delegata dal Military Committee, nonchè Medical Advisor per la politica sanitaria dell’Alleanza.
Nell’ambito di progetti paralleli, sotto l’egida del Comando Strategico NATO Allied Command of Transformation (ACT) e dell’Agenzia europea per la difesa (EDA), l'Ispettorato Generale della Sanità Militare - IGESAN - coordina con SMD IV Rep. per la parte di competenza, la leadership congiunta con Francia e Germania nel progetto NATO Smart Defence (SD) - Tier 1.15. “Pooling and Sharing Multinational Medical Treatment Facilities (ROLE 2)” e quella su base unilaterale nell’iniziativa EU Pooling & Sharing Medical Support to Crisis Management Operations (CMO), che prevede la costituzione di unità mediche multinazionali denominate M3U.
Le citate iniziative hanno lo scopo di permettere anche a Paesi non in grado di fornire assetti campali autonomamente, di contribuire con propri moduli, personale o materiali di funzionamento e sostentamento agli assetti sanitari proiettati in operazione; inserendo i propri moduli nella struttura ROLE 2 di una Framework/Lead Nation incaricata di fornire le funzioni C2, CIS, CSS.
Nell’ambito del progetto europeo M3U, infine, l’Italia si è impegnata (Gruppo di Progetto Interforze a guida SME) a costituire un centro di addestramento (Multinational Medical Joint Training Center - M2JTC) al fine di garantire la piena e mutua conoscenza dei materiali ed equipaggiamenti dell’assetto sanitario di previsto impiego, il rispetto degli standard qualitativi, l’addestramento e l’integrazione del personale, incluse le attività addestrative/preparative riconducibili alla fase di pre-deplyment, personnel integration and evaluation, per far convergere moduli/materiali/personale per le necessarie attività preparatorie all’immissione in teatro Operativo.
In conclusione, il livello di ambizione condiviso della NATO e dalla UE ha focalizzato obiettivi in termini qualitativi di capacità operativa e di priorità che orientano ogni singola nazione a realizzare lo sforzo comune associato al processo di trasformazione in atto.
L’impegno richiesto non si riferisce a specifici servizi, risorse materiali o mezzi, ma piuttosto ai risultati da ottenere in teatro, nel rispetto dell’impegno assunto da parte dei Servizi sanitari delle Nazioni che s’impegnano a promuovere la salute e contribuire al successo delle operazioni, facilitando l’ampio novero delle attività mediche militari in tutte le fasi operative, assicurando un’assistenza sanitaria dagli standard qualitativi elevati e garanti della Best clinical practice.
I numerosi piani di cooperazione internazionale aprono infine a uno scambio di professionalità ed esperienze, coinvolgendo nuove e sempre più Nazioni in un progetto globale e in linea col nuovo concetto di sicurezza comune per la stabilità del panorama internazionale.
Approfondimenti:
Comitato dei Capi dei Servizi Sanitari Militari della Nato (COMEDS) disponibile QUI
Nato Strategic Concept disponibile QUI
Centro si eccellenza in medicina militare della Nato (MEDMIL COE) disponibile QUI - Scarica Brochure: QUI
"La politica di sicurezza e difesa comune della UE" (Trattato di Lisbona) disponibile QUI
Le notizie QUI pubblicate sono a cura dell'Attività Sanitaria Internazionale presso IGESAN