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Torino - prima Capitale d'Italia


La storia di Torino Capitale d'Italia inizia con la stagione risorgimentale che la maggior parte degli storici tende a collocare tra il Congresso di Vienna del 1815 e il trasferimento della Capitale del Regno d'Italia da Firenze a Roma nel febbraio del 1871.


La sconfitta di Novara del 1849 ad opera degli austriaci vide la fine di Re Carlo Alberto Re di Sardegna. Salì al trono il figlio Vittorio Emanuele II che insieme al suo abilissimo primo ministro, Camillo Benso Conte di Cavour, riuscì ad avviare una politica illuminata tesa al conseguimento dell'Unità d'Italia avvalendosi del sostegno della Francia contro l'Austria Asburgica.


La Seconda Guerra d'indipendenza e la Spedizione dei Mille furono le azioni decisive e conclusive che trasformarono il sentimento patriottico in realtà: l'Unità d'Italia.


In ossequio a quanto disse il marchese Massimo d'Azeglio con la celebre frase "abbiamo fatto l'Italia. Ora si tratta di fare gli italiani", il 27 gennaio 1861 si svolse il primo turno per le elezioni dei deputati del primo Parlamento nazionale che fu inaugurato il 18 febbraio dello stesso anno presso Palazzo Carignano, residenza reale dei Savoia a Torino. Il primo Parlamento italiano, fu composto, tra gli altri, dagli eroi dell'Unità d'Italia come Giuseppe Garibaldi, Giuseppe Mazzini, Alessandro Manzoni e Giuseppe Verdi.


In quei giorni di grande euforia e gioia, per l'avvenuta unificazione, accorsero a Torino, da tutte le regioni della penisola, le genti d'Italia che vollero celebrare la conquistata unità.


La città sabauda sarà la Capitale del Regno d'Italia dal 1861 al 1864, anno in cui il "testimone" passerà a Firenze fino al febbraio del 1871 data della definitiva proclamazione di Roma Capitale.

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