
Dopo il secondo conflitto mondiale, la preparazione atletica dei militari non venne intesa, dalle ricostituite Forze Armate Italiane, unicamente ai soli fini addestrativi, ma prese sempre più piede il modello di valori propri dello sport olimpico: lo sport come confronto fra uomini, nel pieno rispetto altrui, e come modello di pace.
Proprio in quegli anni, e precisamente il 18 febbraio 1948, a Nizza, per iniziativa di cinque paesi - Belgio, Danimarca, Francia, Lussemburgo e Olanda - venne fondato il CISM (Consiglio Internazionale dello Sport Militare), portatore di una visione dello sport militare) più globale e con l'ambizioso obiettivo di stringere relazioni permanenti tra le Forze Armate di tutto il mondo nel campo dello sport e dell'educazione fisica.
Nonostante la profonda europeiticità dei paesi fondatori, essi hanno senza dubbio posto in essere e sviluppato un grande progetto globale.
Fin dalla sua fondazione, l'universalità del CISM cominciò a crescere concretamente, sviluppandosi poi in maniera esponenziale grazie alla conduzione illuminata dei Presidenti e dei Segretari Generali che la guidarono nei primi anni.
Il motto che venne scelto "Friendship through sport" (amicizia attraverso lo sport) ne spiega, infatti, le finalità: quella di conferire alle Forze Armate, mediante lo sport, una rivalità esclusivamente agonistica.
Il simbolo della struttura e degli scopi del CISM è il suo emblema ufficiale. Questo distintivo, rosso, azzurro, oro e argento è costituito da un globo (rappresentante la natura internazionale del CISM), una spada (per il suo aspetto militare), una corona di lauro (eterno simbolo del valore atletico).
Attorno alla corona sono cinque anelli rossi collegati, rappresentanti i cinque punti contenuti in una massima dello scrittore francese Jean Giraudoux, esso stesso famoso atleta militare. Tale massima, adottata ufficialmente dal CISM è la seguente: “Lo sport significa pace; lo sport è l’opposto di guerra; lo sport è un rimedio contro la guerra; lo sport è internazionale; lo sport porta i Paesi a sentirsi più vicini gli uni agli altri.”.
L’Italia decise di entrare a far parte del Consiglio Internazionale dello Sport Militare, solo un anno dopo la sua costituzione del 1948.
Infatti, il 25 giugno del 1949, l’ITALIA entrò a far parte del CISM, dopo che alle cinque nazioni fondatrici si erano già aggiunte Svezia e Turchia.
Le competizioni sportive classiche si succedono e riscuotono un incoraggiante successo.
In seguito, sono proposte al CISM prove a carattere puramente militare.
Partendo da un’idea olandese, il Col. Debrus (Francia) lancia nel 1947 il Pentathlon Militare. Il Capitano Petit (Francia) sperimenta a Vichy, nel 1948, il suo Pentathlon Aeronautico. Il Capitano di Vascello Vocaturo (Italia) propone a Venezia, nel 1952, il Pentathlon del mare. Una nuova via è tracciata.
Infatti, mentre sotto l’impulso del Comandante Vendelen (Belgio) vengono stabilite le regole delle competizioni sportive, il Calendario del CISM si arricchisce di prove nuove ed originali destinate a diventare in breve tempo dei veri mezzi di allenamento del soldato, del pilota e del marinaio.
Durante questo periodo i Campionati vengono disputati un po’ ovunque nel mondo.
All’Assemblea Generale del Cairo (marzo 1951), su proposta del Capitano Mollet (Belgio) e del Capitano Petit (Francia), il CISM decide di dedicare una parte più vasta della sua attività al problema dell’allenamento fisico senza, per questo, diminuire il suo interesse per le questioni sportive.
La Guerra Fredda e la nascita dell'SKDA - un'organizzazione sportiva militare parallela, alla quale aderirono le nazioni appartenenti al Patto di Varsavia - negò per lungo tempo all'organizzazione uno status realmente universale, fortemente agognato e necessario per ottenere il riconoscimento ufficiale del CIO. Il mutato contesto geopolitico della fine degli anni '80 ed in particolare la caduta del muro di Berlino offrì improvvisamente nuovo slancio all'espansione del CISM.
Da allora, il CISM organizza Campionati Internazionali Militari non soltanto per la maggior parte degli sport olimpici ma anche nelle discipline sportive che gli sono proprie. Esso, inoltre, assegna un posto importantissimo alle questioni relative all’allenamento fisico e sportivo e in questa prospettiva appoggia la realizzazione di Congressi medici, di Corsi di Informazione e di Giornate di Studio con lo scopo di dare a tutti i Paesi interessati la possibilità di utilizzare risultati ed esperienze comuni.
Tale rapido progresso portò quindi al tanto agognato riconoscimento del CISM da parte del Comitato Olimpico Internazionale e successivamente addirittura da parte dell’ONU nel 2007.
Il CISM è attualmente l'unica organizzazione multisportiva militare internazionale, cui aderiscono 133 Paesi e nella quale si riconoscono circa 40 milioni di persone, dell'Europa, delle Americhe, dell'Africa e dell'Asia.
Oltre agli sport di pura competizione, il CISM incoraggia la ricerca e lo scambio di idee sull’allenamento ed il condizionamento fisico nell’interesse del miglioramento della salute e della costituzione fisica dei militari dei Paesi membri.
Sono, attualmente, 24 gli sport in seno al CISM che sono oggetto di campionati del mondo: una ventina di questi vengono organizzati annualmente. Essi vengono praticati anche a livello regionale e sono inoltre ripresi in parte nel programma dei Giochi Mondiali Militari, organizzati ogni quattro anni.
Sport militari: pentathlon aeronautico, pentathlon militare, pentathlon navale, paracadutismo e tiro.
Sport individuali: atletica leggera (compreso il cross-country), ciclismo, golf, equitazione, nuoto (compreso tuffi, salvataggio e pallanuoto), orientamento, pentathlon moderno, sci (alpino e nordico), triathlon e vela.
Sport di combattimento: boxe, scherma, judo, lotta e taekwondo.
Sport collettivi: basket, calcio, pallamano e pallavolo.
I Giochi Mondiali Militari
Altra pietra miliare nel processo evolutivo del CISM fu l'organizzazione, nel 1995 a Roma, della prima edizione dei Giochi Mondiali Militari. Lo sport militare si dotò, in questo modo, di uno strumento che, oltre al grande valore simbolico, appartiene oggi a pieno titolo al ristretto novero delle competizioni sportive internazionali di più elevato contenuto tecnico ed agonistico.
L'idea di organizzare in Italia questo evento nacque nel 1993 nel corso del Symposium a Roma, a cui presero parte i vertici dirigenziali del CISM e i rappresentanti di quasi tutte le nazioni aderenti. Il progetto, anche grazie al costante appoggio del CONI ed all'attenzione dello Stato Maggiore della Difesa, si concretizzò quindi due anni più tardi, quando a Roma si svolse la prima edizione. Vedere sfilare allo stadio Olimpico gli atleti militari di 93 nazioni, ciascuno nella propria uniforme variopinta, fu per il pubblico, numerosissimo ed entusiasta, un'emozione unica e difficilmente comparabile.
In occasione dei primi Giochi Mondiali Militari svoltisi a Roma nel 1995, vennero inclusi nel Comitato Sportivo Militare gli atleti dei Dicasteri dell’Interno, della Giustizia e delle Politiche Agricole e Forestali, che furono equiparati al personale di leva in ragione della possibilità, allora esistente, di poter prestare servizio quali “ausiliari”. Tale determinazione conseguì ad una specifica richiesta avanzata dall’allora Presidente del CONI, Dott. Mario Pescante, volta ad unificare il patrimonio atletico ed accrescere le potenzialità competitive della compagine “in uniforme” salvaguardando il prestigio sportivo nazionale. Con la sospensione della leva, tale opportunità decadde e, dal 2006, tali atleti non possono partecipare alle competizioni C.I.S.M.
Forti dell'enorme successo riscosso dalla manifestazione, il CISM fu incoraggiato ad andare avanti, assegnando a Zagabria l'organizzazione della seconda edizione. Nell'agosto 1999 gli atleti militari di 82 nazioni diedero vita alla manifestazione in un'area martoriata da un conflitto di cui ancora non si erano spenti gli ultimi echi, praticamente in contemporanea con l'inizio della missione umanitaria di supporto alla pace. Il forte e tangibile messaggio di solidarietà e di speranza lanciato in quella circostanza attraverso lo sport fu largamente apprezzato, rinnovando e se possibile incrementando il consenso ottenuto dall'edizione romana.
Al di là del significato squisitamente sportivo la realizzazione in Sicilia della 3^ edizione dei Giochi Mondiali militari assume uno straordinario valore simbolico.
In un periodo segnato da una crescente tensione tra i popoli in diverse aree del mondo, l’avere riunito di nuovo in Italia oltre 4.500 atleti in rappresentanza delle Forze Armate di 90 paesi, conferma la naturale vocazione italica tradizionalmente riconosciuta come meta ideale per soggiorni sportivi, culturali e ricreativi. L’evento, organizzato dal 4 al11 dicembre 2003, quindi è importante sotto due profili: la grande e sana competizione sportiva e la comunione dei popoli che in esso si sono incontrati, al di là delle diversità politiche, religiose e culturali.
Il 4° appuntamento a livello universale si è svolto dal 14 al 21 settembre 2007 a Hyderabad in India coinvolgendo ampiamente il continente asiatico in questa manifestazione sportiva legata alla fratellanza e amicizia tra i popoli e ha visto la partecipazione record di 101 paesi.
Il prossimo appuntamento è previsto nel luglio 2011 a Rio De Janeiro per la 5^ edizione dei Giochi Mondiali Militari nella considerazione e nella speranza di coinvolgimento di tutti i 133Stati confluiti in qualità di membri del CISM.
Una ulteriore pietra miliare è costituita dalla proposta della candidatura, accolta favorevolmente dal Ministro della Difesa, da parte della Valle d’Aosta, che ha consentito di organizzare la prima edizione dei Giochi Mondiali Militari Invernali nel periodo dal 20 al 25 marzo 2010.
Il Comitato Sportivo Militare
Nei due anni immediatamente successivi al suo ingresso nel Consiglio Internazionale dello Sport Militare, l’Italia ottenne risultati ragguardevoli in quelle discipline tipicamente olimpiche:
Ø due vittorie nel calcio nel 1950 e nel 1951;
Ø un primo posto ex equo nella vela nel 1951;
Ø due secondi posti nell’atletica leggera nel 1950 e nel 1951;
Ø un terzo posto nel pugilato nel 1950,
mentre ottenne risultati scarsi nelle competizioni prettamente di carattere militare quali il Pentathlon Militare (due penultimi posti nel 1951) ed Aeronautico (due ultimi posti nel 1951). Da qui la necessità di uno stretto coordinamento dell’attività sportiva delle Forze Armate per ottenere una più accurata preparazione ed una maggiore economia: nasce il modello interforzearmate. Questa visione interforze portò alla nascita, il 18 agosto 1952, del Comitato per lo Sport Militare (C.S.M.) composto da un:
· Ufficiale Superiore Esercito, Capo Sezione Sport;
· Ufficiale Superiore Marina, Capo Ufficio Sportivo;
· Ufficiale Superiore Aeronautica, Capo Ufficio Sportivo;
· Ufficiale Commissiario (poi di Amministrazione);
· Ufficiale Superiore Medico;
con i compiti di:
a. proporre allo Stato Maggiore della Difesa:
Ø il programma annuale della partecipazione delle Forze Armate italiane alle competizioni sportive internazionali;
Ø programmi particolari di competizioni sportive militari extra programma stabilito;
Ø disposizioni da impartire alle Forze Armata circa la partecipazione alle competizioni;
b. organizzare competizioni inter Forze Armate ed internazionali assegnate all’Italia;
c. formulare proposte in sede di C.I.S.M. circa nuove gare e perfezionamenti da apportare a quelle in programma;
d. controllare, da un punto di vista tecnico-amministrativo e sanitario, lo svolgimento della preparazione alle competizioni sportive internazionali ed inter Forze Armate;
e. mantenere contatti con il C.O.N.I. e con le Federazioni sportive per la necessaria assistenza tecnica;
f. indirizzare principalmente la propria attività verso lo sport militare che interessa l’addestramento delle Forze Armate, lasciando invece alla competenza del “Benessere del Soldato” l’organizzazione di quelle manifestazioni sportive che hanno fine esclusivamente ricreativo.
Nel 1960, in occasione delle XVII Olimpiadi a Roma, al fine di avere una diretta collaborazione tra CONI e Forze Armate venne istituita la figura dell’Ufficiale di collegamento Forze Armate CONI con sede presso il CONI.
Nel 1965, nel riordino dello Stato Maggiore della Difesa, venne istituito l’Ufficio Sport, vero organo interforze qualificato in materia, che esautorava, di fatto, le prerogative sino ad ora assunte dal Comitato dello Sport Militare tanto che ne fu, in un primo tempo, ipotizzato lo scioglimento, inglobando, tra l’altro, i compiti propri dell’Ufficiale di collegamento Forze Armate CONI. Invece, esso assunse una nuova fisionomia complementare all’Ufficio Sport includendo permanentemente, quali membri, altri Corpi Armati dello Stato (Carabinieri, Finanza e Polizia) e puntando, oltremodo, alla creazione di nuovi “Centri Sportivi Interforze”.
La composizione restò, praticamente, la stessa con l’aggiunta del Presidente (Capo del 2° Reparto di SMD) e dei rappresentanti dell’Arma dei Carabinieri, della Guardia di Finanza e della Pubblica Sicurezza. I compiti che esso assunse furono:
a. studiare e formulare proposte sull’organizzazione dello Sport Militare negli Organi Centrali e periferici delle Forze Armate e anche dei Corpi Armati dello Stato (qualora richiesti);
b. studiare e proporre gli orientamenti da conferire all’attività sportiva di massa e di specializzazione nelle Forze Armate e nei Corpi Armati dello Stato in vista delle comuni esigenze dello sport militare italiano;
c. esaminare e proporre la costituzione di nuovi Centri Sportivi Interforze nonché il perfezionamento tecnico e di gestione di quelli già esistenti;
d. coordinare l’utilizzazione degli impianti ginnico sportivi esistenti ed esprimere proposte e pareri sui progetti per nuove costruzioni;
e. proporre i programmi annuali di sviluppo dell’attività sportiva interforze e di partecipazione delle rappresentative militari alle competizioni sportive internazionali e nazionali ad alto livello;
f. esprimere pareri e proposte su questioni statutarie e procedurali che interessano l’attività del C.I.S.M.;
g. proporre l’utilizzazione dei contributi finanziari erogati dal CONI alle Forze Armate.
Le conclusioni degli studi e le proposte del Comitato Sportivo Militare venivano sottoposte, a cura dell’Ufficio Sport dello SMD (Organo Esecutivo Permanente), alle decisioni del Capo di Stato Maggiore della Difesa e, se necessario, alla sanzione del Ministro della Difesa.
Il riordino della Pubblica Sicurezza e la riconfigurazione come Polizia di Stato ad ordinamento non più militare bensì civile, ne determinò l’uscita dal Comitato Sportivo Militare.
Nel 1988 il Comitato Sportivo Militare, con DM Difesa 459 del 4 agosto, assieme ai rappresentanti CONI, assurse a commissione per il riconoscimento di atleti “di livello nazionale” chiamati alle armi.
In occasione dei primi Giochi Mondiali Militari svoltisi a Roma nel 1995, vennero nuovamente inclusi nel Comitato Sportivo Militare gli atleti dei Dicasteri dell’Interno, della Giustizia e delle Politiche Agricole e Forestali, che furono equiparati al personale di leva in ragione della possibilità, allora esistente, di poter prestare servizio quali “ausiliari”.
Con la sospensione della leva, tale opportunità decadde e, dal 2006, tali atleti non possono partecipare alle competizioni C.I.S.M.
Benché gli atleti dei Corpi Armati dello Stato, e non, non possano più partecipare alle attività sportive C.I.S.M. , tuttavia i responsabili dello sport di tali dicasteri continuano a partecipare , quando convocati, alle riunioni del Comitato Sportivo Militare, anche in virtù di un gentlemen agreement sorto tra i responsabili del settore.
Il Comitato Sportivo Militare è l’organo consultivo incaricato di studiare e sottoporre al Capo di Stato Maggiore della Difesa studi e proposte per lo sviluppo ed il coordinamento dello sport nelle Forze Armate e per l’armonizzazione dell’attività sportiva svolta in comune tra le Forze Armate ed i Corpi Armati dello Stato.
Da qui la necessità di uno stretto coordinamento dell’attività sportiva delle Forze Armate per ottenere una più accurata preparazione ed una maggiore economicità: nasce il modello interforze armate.
I lavori del Comitato Sportivo Militare si sviluppano secondo “Ordine del Giorno” tempestivamente approntati e preventivamente resi noti dall’Ufficio Sport e di Collegamento FA/CONI dello Stato Maggiore della Difesa. Le Forze Armate ed i Corpi Armati dello Stato hanno facoltà di proporre l’inclusione negli “Ordini del giorno” di qualunque questione giudicata di particolare e di comune interesse.
Il Comitato Sportivo Militare si riunisce, ogni qualvolta giudicato necessario, su convocazione del Presidente. Ciascun Membro del Comitato può chiedere la convocazione, indicandone il motivo. Resta, comunque, obbligatoria una riunione all’inizio di ciascun anno per la definizione delle proposte in merito al programma di attività annuale.
La conclusione degli studi e le proposte del Comitato Sportivo Militare vengono sottoposte al Capo di Stato Maggiore della Difesa, a cura dell’Ufficio Sport e Collegamento FA/CONI dello Stato Maggiore della Difesa e, se necessario, alla sanzione del Ministro della Difesa.
Per quanto concerne l’applicazione delle disposizioni derivate dagli studi e dalle proposte sopraindicate, l’Ufficio Sport e Collegamento FA/CONI dello Stato Maggiore della Difesa svolge la funzione di Organo Esecutivo Permanente del Comitato Sportivo Militare.
La formazione sportiva delle Forze Armate
Le Forze Armate hanno da sempre posto particolare attenzione alla cura e alla pratica dello sport; il Sottotenente di Genova Cavalleria Gian Giorgio Trissino, vinse nel lontano 1900 alle Olimpiadi di Parigi la prima medaglia olimpica della storia dello sport italiano nella specialità salto in alto degli sport equestri. Le Forze Armate sviluppano fondamentalmente tre tipi di attività sportiva:
- l’attività formativa;
- l’attività addestrativa;
- l’attività di élite o di vertice.
L’attività formativa ha come scopo il compito primario di educare alla pratica dello sport i giovani neo arruolati, indirizzando la loro cultura e il loro interesse verso il mantenimento di una adeguata efficienza psico-fisica. Essa viene svolta presso gli Istituti di formazione di ogni singola Forza Armata e dell’Arma dei Carabinieri.
L’attività addestrativa ha come scopo quello di consentire il mantenimento dell’efficienza psico-fisica del personale militare.
L’attività di vertice ha come scopo sostenere lo sport nazionale, consentire agli atleti nazionali di vertice arruolati nelle Forze Armate di esercitare la pratica della loro disciplina “a tempo pieno” e assicurare, attraverso gli atleti, un ritorno di immagine per le Forze Armate. Viene svolta presso i
Centri sportivi agonistici di Forza Armata o in strutture del CONI.
L’Ufficio sport e di collegamento FA/CONI dello Stato Maggiore della Difesa (17)
Tra i vari compiti
a. studiare e formulare proposte sull’organizzazione dello Sport Militare delle Forze Armate, in coordinamento con i Corpi Armati dello Stato;
b. studiare e proporre gli orientamenti da conferire alla attività sportiva di massa e di specializzazione nelle Forze Armate e nei Corpi Armati dello Stato in vista delle comuni esigenze dello sport italiano “in Uniforme”;
c. esaminare e proporre la costituzione di nuovi Centri Sportivi Interforze, nonché il perfezionamento tecnico e di gestione di quelli già esistenti;
d. proporre i programmi annuali di sviluppo dell’attività sportiva interforze e di partecipazione delle rappresentative con le stellette alle competizioni sportive internazionali e nazionali ad alto livello;
e. esprimere pareri e proposte su questioni statutarie e procedurali che interessano l’attività del “Consiglio Internazionale dello Sport Militare” (C.I.S.M.);
L’Ufficio sport e di collegamento FA/CONI dello Stato Maggiore della Difesa coordina l’attività sportiva interforze e del Consiglio internazionale dello sport militare delegando ogni Forza Armata, Arma dei Carabinieri e Guardia di Finanza alla gestione delle specifiche discipline.
In particolare l’Esercito coordina calcio, taekwondo, lotta libera, pugilato, sport equestri, paracadutismo e pentathlon militare.
La Marina coordina vela, pentathlon navale, canoa/ kayak, canottaggio, tiro a volo. L’Aeronautica coordina pallacanestro, scherma, pallavolo, volo a vela, ginnastica, pentathlon aeronautico e tiro con l’arco.
I Carabinieri coordinano sport invernali, judo, triathlon e pentathlon moderno.
Da ultimo, la Guardia di Finanza coordina atletica leggera, nuoto, nuoto per salvamento, tuffi e tiro a segno.
Sin dal 1954, in occasione della preparazione delle Olimpiadi di Roma, venne realizzata una stretta collaborazione tra il CONI e le Forze Armate attraverso l’istituzione di un ufficiale di collegamento e attraverso la stipula di un protocollo d’intesa tra il Ministero della Difesa e il CONI, orientato alla realizzazione di programmi finalizzati al quadriennio olimpico e agli interventi in materia di impianti sportivi.
Le discendenti convenzioni CONI/Forze Armate sono volte al conseguimento ottimale dei rispettivi compiti istituzionali nel campo dell’attività sportiva. In tale contesto gli impegni CONI sono: assicurare l’affiliazione dei Gruppi sportivi militari alle Federazioni sportive nazionali; facilitare l’attuazione dei programmi sportivi delle Forze Armate; favorire la formazione di istruttori militari.
Parimenti, la Difesa si impegna a gestire Centri sportivi di élite per gli sport olimpici; promuovere l’attività sportiva di massa; concedere concorsi per eventi organizzati dal CONI o Federazioni sportive nazionali, favorire iniziative promozionali per la divulgazione dell’organizzazione militare e consentire alloggiamenti per rappresentative nazionali in raduni per la preparazione olimpica.
La convenzione Difesa-CONI, per regolare i rapporti riguardanti la realizzazione di infrastrutture sportive militari e la relativa utilizzazione, prevede, tra l’altro, finanziamenti congiunti per:
- realizzare impianti sportivi per esigenze dell’amministrazione della Difesa, realizzati a esclusiva proprietà del Demanio militare;
- possibilità di utilizzo degli impianti da parte di società sportive affiliate al CONI, con custodia e manutenzione ordinaria a cura dell’A.D.
La policy sportiva dello Stato Maggiore della Difesa
La Difesa individua tre diverse tipologie sportive svolte in seno alle Forze Armate e ai Comandi generali Carabinieri e Guardia di Finanza. Esse caratterizzano le “tre anime” sportive militari e cioè l’anima dello sport assoluto, l’anima dello sport militare e l’anima dell’addestramento psico-fisico.
Le tre anime sono: discipline olimpiche d’élite; discipline del CISM divise in olimpiche e non olimpiche (pentathlon militare e navale, paracadutismo, ecc.); sport di massa, svolto attraverso Campionati militari Interforze a favore del personale militare non propriamente “atleta agonista”. Indubbio sottolineare che le tre anime dello sport militare presuppongono una differenziazione di intenti:
· le discipline olimpiche di élite rappresentano l’obiettivo primario dello sport militare così come stabilito dal citato Protocollo d’intesa Ministero Difesa/CONI;
· le discipline CISM olimpiche rappresentano il “banco di prova” per gli atleti emergenti attraverso le quali hanno la possibilità di maturare esperienze internazionali di alto contenuto sportivo in previsione della loro formazione olimpica;
· le discipline CISM non olimpiche esprimono gli sport tipicamente militari quali il pentathlon militare, navale e aeronautico, il paracadutismo, il tiro con armi da fuoco ecc.;
· lo sport di massa rappresenta l’identità propria del militare nonché l’esaltazione del mantenimento dell’efficienza operativa.
Una completa e attenta revisione dell’organizzazione sportiva militare risulta oggi condivisibile dalla maggior parte dei responsabili del settore e di conseguenza appare sempre più necessario realizzareun programma realmente interforze, economizzando ed ottimizzando tutte le risorse umane, infrastrutturali e finanziarie da destinare alle singole discipline sportive, alla luce della contrazione dello strumento militare e delle risorse umane strettamente imprescindibili: questa è la sfida dei prossimi anni.