Fin quasi alla fine dello scorso secolo, la pace e la guerra erano stati contrapposti ed incompatibili: la pace era la vita, condizione normale di benessere e di sviluppo per il cittadino e per la società; la guerra era la morte, evento estremo, ostracizzato, ma nello stesso tempo sempre incombente nell'immaginario collettivo. Le Forze Armate rappresentavano l'ultimo strumento cui far ricorso nel momento decisivo del passaggio dalla pace alla guerra, l'estremo baluardo a difesa della popolazione, del territorio, dei valori della Patria. Tutte le risorse, morali e materiali, del Paese erano messe a disposizione dello sforzo militare ed, ogni cittadino era pronto a lottare con le Forze Armate e per le Forze Armate.
Oggi tutto questo è profondamente mutato. All'alternarsi di quelle paci e di quelle guerre storiche, è subentrato uno stato stabile, anche se non necessariamente permanente, di conflittualità diffusa, logorante, che, se di rado distrugge le nostre case, costantemente turba il nostro animo, offende i nostri sentimenti, insidia il nostro benessere materiale, perché, in una cultura ed in una società sempre più globali, i valori, gli interessi, le economie dei Paesi del Mondo si confrontano, si fondono, diventano, pur nella propria individualità, strettamente interdipendenti.
In questo nuovo Mondo, di fronte a questa sua atipica ma quotidiana conflittualità, ambiguo ed insidioso connubio tra pace e guerra, l'Italia ha il diritto ed il dovere di far sentire la sua costante presenza, di intervenire per portare un contributo originale di valori e di opere alla costruzione del proprio benessere e di quello di tutti gli altri popoli.
Ed in questo nuovo Mondo, di fronte a questa nuova conflittualità, le Forze Armate non sono tanto o non sono più l'estrema risorsa, lo strumento da mettere in campo nel giorno del giudizio finale. Esse divengono le artefici primarie della sicurezza di tutti i giorni, uno strumento di progresso, di sviluppo sociale ed economico, al servizio di ogni singolo cittadino e della Nazione e, per suo tramite, della Comunità Internazionale.
Oggi le Forze Armate producono benessere morale ed economico e ricevono sostegno dai cittadini e risorse dallo Stato in proporzione al contributo che si dimostrano in grado di fornire, direttamente ed indirettamente, alla società nazionale ed a quella internazionale.
In questa nuova prospettiva, lo strumento militare si colloca in primo piano, accanto ad altre componenti di natura più strettamente politica ed economica, nel quadro della strategia multidimensionale, ma finalizzata e coerente in tutte le sue espressioni, attraverso la quale l'Italia persegue il benessere, lo sviluppo, il superamento della disuguaglianza discriminatoria nel Mondo.
Questa è dunque la grande missione delle Forze Armate italiane nel XXI secolo, il significato profondo del loro costante ed intenso impegno dei nostri giorni, sul duplice fronte delle operazioni a difesa della sicurezza e della pace in tante tormentate regioni del pianeta, da una parte, e, dall'altra, del difficile processo di riorganizzazione interna, originato da queste esigenze e proiettato verso uno strumento totalmente professionale e pienamente integrato in prospettiva interforze e multinazionale.
Al momento le Operazioni in corso comportano l'impegno operativo dei nostri 8.728 militari impiegati tra Bosnia, Kosovo, Albania, FYROM, Afghanistan ed in altre parti del mondo, e l'impegno, altrettanto significativo di oltre 4.000 uomini, profuso in Patria nelle attività di sostegno, di preparazione e di riorganizzazione sul territorio nazionale.
La comunanza degli scopi e l'integrazione degli sforzi delle tante e diverse componenti della strategia nazionale ed euro-atlantica per la sicurezza, non devono infatti farci dimenticare le sostanziali peculiarità del contributo fornito dallo strumento militare; quelle peculiarità, esaltanti e logoranti allo stesso tempo, che contraddistinguono la professionalità degli uomini e delle donne con le stellette: il rischio, il sacrificio, il coraggio morale e fisico, la determinazione, la capacità di decidere della propria e dell'altrui sorte, anche nei momenti più difficili.
Le operazioni in corso