Oggi il navigatore satellitare è uno strumento comune e utilissimo per i nostri spostamenti, e diremmo che per molti di noi si è rivelato quasi indispensabile.
Ma lo sapevate che è nato in ambito militare?
Ebbene sì, il tanto diffuso navigatore, che oggi è a nostra disposizione, ormai di serie nelle nuove auto o sulla maggior parte dei moderni
smartphone, non esisterebbe se non ci fosse stata una necessità nel campo militare.
È stato inventato, nei primi anni ’70 del Novecento, su commissione del Dipartimento della Difesa statunitense per scopi militari.
Il progetto Global Positioning System (Sistema di Posizionamento Globale in italiano) – più noto con il suo acronimo
GPS - è stato infatti sviluppato nel 1973 per superare i limiti dei precedenti sistemi di navigazione satellitari, come ad esempio il “Transit”. Quest’ultimo si avvaleva per il suo funzionamento di una costellazione di satelliti artificiali finanziati dalla Marina militare U.S.A., con l’obiettivo di consentire alle proprie unità navali di determinare con precisione la propria posizione in mare ovunque e in qualsiasi condizione meteorologica. Tuttavia, il limite era nel numero limitato di satelliti che permettevano di calcolare la posizione solo in alcuni istanti della giornata e con una precisione variabile legata al numero di satelliti disponibile sopra l’orizzonte nel momento della misurazione.
La necessità operativa era disporre di un sistema che permettesse di calcolare la posizione in maniera continuativa, con copertura pressoché globale e dotato di grande precisione, per poter anche impiegare armi da guidare su obiettivi a grande distanza, aumentando la probabilità di colpire e riducendo al minimo i cosiddetti danni collaterali.
Integrando studi e le ricerche con i sistemi precedenti, tra cui una serie di progetti segreti degli anni Sessanta, il GPS è stato finanziato e realizzato dal Dipartimento della Difesa statunitense (USDOD). Il primo satellite a trasmettere il segnale GPS sperimentale è l’NTS-2 sviluppato dal Naval Research Laboratory, lanciato il 23 giugno del 1977 e usato insieme ai primi satelliti GPS per i test di posizionamento iniziali. La costellazione originariamente, disponeva di 24 satelliti, il primo dei quali,
Navstar 1, fu lanciato il 22 febbraio 1978. Nel 1991, gli USA aprirono al mondo, per usi civili, il servizio noto con l’acronimo SPS (Standard Positioning System), ma con una precisione minore rispetto a quello riservato all’uso militare e denominato PPS (Precision Positioning System).
Dal 2000 la precisione per usi civili è stata parificata a quello dei sistemi militari con un errore dell’ordine di circa 10 metri; tuttavia, permangono delle differenze per impedirne l’uso nella guida di vettori missilistici per coloro che non appartengano all’insieme dei paesi alleati degli USA.
Oggi sono in orbita ben 31 satelliti (più alcuni dismessi, ma riattivabili in caso di necessità), e i terminali GPS sono ormai indispensabili per una enormità di applicazioni nella vita di tutti i giorni: dai PC ai cellulari, per la navigazione di auto, navi e aerei associati ad un sistema cartografico, per il calcolo dell’ora esatta fino alla topografia per la realizzazione di mappe ecc. Affinché si possano ricevere le coordinate GPS, un ricevitore deve captare contemporaneamente il segnale di almeno 4 satelliti, così da poter effettuare la cosiddetta triangolazione del segnale.
Esistono, comunque, anche altri sistemi satellitari simili al sistema GPS degli Stati Uniti: il più noto è il GLONASS, acronimo di GLObal NAvigation Satellite System, sistema di posizionamento utilizzato dai russi. Altri sistemi di posizionamento sono quello europeo GALILEO, attivo dal 2016 e formato da 30 satelliti, il BEIDOU, creato dalla Cina e l’IRNSS, il sistema indiano.
Un bel salto tecnologico per tutti: che ne dite?