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Pillole di Storia

18 maggio 2021

Guerra di Corea, 70 anni fa la prima missione militare internazionale italiana


L'ospedale
Maggiore Fabio Pennacchi visita i bambini
Medici italiani durante la visita al reparto di medicina uomini
Nel 2021 si celebra il 70° anniversario della prima missione militare internazionale italiana: nel 1951, per la prima volta nella storia della Repubblica, una nostra unità militare varcava i confini nazionali per un’operazione di pace.

Alla fine della Seconda guerra mondiale, dopo decenni di occupazione nipponica, iniziata nel 1905, la Corea fu occupata a nord del 38° parallelo dalle forze sovietiche e a sud da quelle statunitensi; questa separazione, che sembrava dovesse essere temporanea, diventò permanente con l’istituzione di due differenti governi: a nord la Repubblica Popolare Democratica di Corea, con capitale Pyongyang, e a sud la Repubblica di Corea con capitale Seul.

La domenica del 25 giugno 1950 il capo della Repubblica Popolare Democratica di Corea Kim Il-sung, con il tacito appoggio dell'Unione Sovietica e della Repubblica Popolare Cinese, diede l’ordine di attraversare il 38° parallelo per invadere la Corea del Sud e unificare il paese. La sorpresa consentì ai nordcoreani di occupare la capitale Seul e i maggiori centri abitati della Corea del Sud. 

Il consiglio di sicurezza dell’ONU, riunitosi d’urgenza, dichiarò l’intervento del governo nordcoreano un atto di aggressione contro la pace, richiedendo l’immediato ritiro delle truppe al di sopra del 38° parallelo. L’ultimatum non sortì alcune effetto, provocando l’intervento delle Forze Armate statunitensi in aiuto di quelle sudcoreane. A quelle USA si aggiunsero le truppe ONU che riuscirono prima a fermare e poi a respingere l’invasione nordcoreana, dopo alterne vicende, pressappoco sulla linea del vecchio confine.

Fin dall’inizio la popolazione civile subì violenze e privazioni: circa un milione e mezzo di coreani morirono nel corso del conflitto sia a causa dei combattimenti che della fame e dalle malattie. Per fronteggiare tale tragica situazione, la Croce Rossa internazionale si attivò per inviare aiuti umanitari, sensibilizzando tutte le nazioni a contribuire dando soccorso alla popolazione coreana.

In questo contesto storico il 20 settembre 1951 l’Italia, pur non facendo ancora parte dell’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU), si rese disponibile a inviare un contingente della Croce Rossa Militare parte della Croce Rossa Italiana (CRI) per installare un ospedale militare da campo. L’unità del Corpo Militare della CRI venne imbarcato su una motonave statunitense che salpò dal porto di Napoli il 16 ottobre 1951 e, dopo una navigazione durata un mese, raggiunse il porto sudcoreano di Pusan.

Questa struttura sanitaria si insediò a Seul nel dicembre 1951 installando l’Ospedale da Campo N.68. Era diretta dal capitano medico Luigi Coia e successivamente dal maggiore medico Fabio Pennacchi e rappresentò uno strumento validissimo per concorrere a fronteggiare l’emergenza umanitaria e sanitaria causata dalla guerra: un impegno profuso da 71 militari tra ufficiali, sottufficiali, graduati e militari, grazie ai quali vennero eseguite centinaia di migliaia di prestazioni ambulatoriali, oltre tremila interventi chirurgici, oltre cento trenta mila giornate di degenza e non meno di settemila pazienti ricoverati. 

La qualità del supporto sanitario sancì il successo della missione e non mancarono riconoscimenti ufficiali, dal Generale Clark, Comandante in Capo delle forze delle Nazioni Unite in Corea, all'allora Presidente della Corea del Sud Syngman Rhee che tributò un encomio presidenziale all'ospedale ed una medaglia all’Ordine del Merito Militare con Stella d'Oro al maggiore medico Fabio Pennacchi. L'importanza dell’operato dell'ospedale è inoltre testimoniata dalla possibilità concessa al maggiore Pennacchi di partecipare, in qualità di ministro plenipotenziario in rappresentanza del Governo italiano, alla firma dell’armistizio tra le due Coree il 27 luglio 1953. Infine ma non ultimo l’impegno italiano in Corea contribuì a far includere l’Italia, il 14 dicembre 1955, come membro dell’ONU, decretandone il ritorno sulla scena diplomatica internazionale.