Autori: VARI
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Formato: 17x24
Pagine: 242
II XIX secolo è stato quello durante il quale il patrimonio ideale della Rivoluzione francese - fine della società di ordini, affermazione del ceto borghese, sviluppo e diffusione delle idee liberali - si è esteso in Europa, sia pure in maniera difforme, promuovendo lo sviluppo di movimenti politici liberal-democratici che hanno lottato per la realizzazione dello Stato nazionale come rappresentazione concreta dell'idea di nazione.
La libertà dei popoli prefigura le più ampie libertà di una rappresentanza politica liberamente scelta attraverso l'identificazione di una cultura, di una lingua, di comuni tradizioni e di un territorio specifico. La nota frase di Vittorio Emanuele II "non possiamo rimanere insensibili al grido di dolore che da tante parti si leva verso di noi"; il rientro di Garibaldi - incaricato di organizzare un corpo di volontari (Cacciatori delle Alpi), anche attraverso l'arruolamento di fuoriusciti dal Lombardo-Veneto sotto sovranità austriaca- inducono il governo di Vienna a dichiarare guerra (ultimatum del 29 aprile 1859) al Piemonte.
E' l'occasione che Cavour attende - e che ha contribuito a provocare - per rendere operativi gli accordi di Plombières, stipulati segretamente con Napoleone III nel 1858, per i quali in cambio di alcune concessioni (Nizza, Savoia, ecc.) la Francia sarebbe intervenuta a fianco del Piemonte in caso di aggressione dell'Austria. La partecipazione alla guerra di Crimea (1855) e ai lavori per la pace (Congresso di Parigi, 1856) avevano consentito al Piemonte di inserirsi (a fianco della Francia e dell'Inghilterra) nella grande politica europea così come le riforme liberali in politica interna avevano fatto di Torino la capitale di tutti coloro che lottavano, in varie parti d'Italia, per la realizzazione di uno Stato nazionale indipendente.
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