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I giardini


Nel 1699 il Duca Don Antonio Maria Salviati (figlio di Francesco Maria Salviati e di Caterina Sforza) fece scavare nel pendio della collinetta un teatro di forma ovale con tre ordini di sedili in pietra per ospitare gli Arcadi. I poeti dell'Arcadia (accademia dell'Arcadia 1690) avevano lo scopo di rievocare una poesia semplice e limpida vicina ai modelli bucolici greci e dell'elegia latina. Nel 1707, tre anni dopo la morte del Duca Salviati, i poeti dell'Arcadia dovettero trasferirsi nel giardino del Principe Don Francesco Maria Ruspoli all'Esquilino, poi nel giardino Ginnasi sull'Aventino.

Nel 1883 il Palazzo Salviati fu destinato a sede del Collegio Militare di Roma, ciò comportò la trasformazione dello stesso Palazzo e del giardino ove dopo la prima guerra mondiale, alle spalle del teatro un tempo usato dagli Arcadi, fu creato un parco della rimembranza ed

eretto, nel 1921, un piccolo monumentoalla memoria degli allievi della scuola militare caduti in combattimento; in loro memoria fu in seguito (1938) realizzato il Sacrario. Sul monumento un cartiglio bronzeo a memoria della vittoria (1^ guerra mondiale) e sullo sfondo, l'esedra a gradoni
I Salviati arricchirono il loro Palazzo romano con una collezione di sculture antiche (incrementata con statue trasportate da Firenze all'inizio del settecento) poi successivamente destinate in altri luoghi.

Oggi l'unico reperto archeologico di età romana rimasto nel Palazzo (che potrebbe anche essere stato rinvenuto nell'area della proprietà), è una statua acefala di Dioniso, (il Dio del vino e dell'estasi, ma anche il protettore della fertilità e originariamente della vegetazione. La statua è collocata in perfetta armonia in un ninfeo sul declivio della collinetta che discende dal Granicolo in una nicchia sulla sommità della scala d'acqua di quello che fu parte del giardino segreto. "Figura maschile ignuda, insistente sulla gamba destra, mentre la gamba sinistra, collegata da un piccolo puntello, è leggermente piegata in avanti. La figura, dal corpo giovanile ma possente, si appoggia con l'avambraccio sinistro su un alto tronco su cui scarica il peso; sulla spalla corrispondente è posato un mantello che scende in pieghe consistenti sul retro. Il braccio destro è sollevato e piegato di lato. Intorno al tronco si avvolge un tralcio di vite con alcuni grappoli d'uva".


L'elezione al Pontificato nel 1831 di Gregorio XVI (Bartolomeo Alberto Cappellani, 1765-1846) ebbe un significato per l'Orto Botanico; infatti lo fornì di mezzi per ampliare le collezioni e migliorare gli aspetti tecnici. A ricordo delle sue benemerenze nei confronti dell'istituzione furono apposte due sfingi sui pilastri del cancello su Via della Lungara e l'epigrafe commemorativa del Papa in latino. "Gregorio XVI Sommo Pontefice nell'anno 1837/Per il progresso della scienza botanica". Qualche anno dopo nel 1840 il Palazzo fu acquistato dal Governo Pontificio che vi collocò la sede dell'archivio urbano, privando l'immobile della sua antica funzione residenziale. Il Giardino di Palazzo Salviati occupa una porzione di territorio romano dalla lunga storia anche per la posizione che occupa, si trova infatti alle falde del Gianicolo. Poche case edificate nel Medio Evo presso la fine di Via della Lungara tanto a destra che a sinistra fecero denominare l'estrema parte di esso Borgo di San Leonardo che prende il nome da una chiesetta edificata dalla parte del fiume in onore di questo Santo. Il giardino di Palazzo Salviati è tra i più belli di Roma, dotato di un grande fascino evocatore secondo il più avvertito gusto del classicismo barocco, circondato da un pittoresco, vastissimo bosco, quasi poi completamente cancellato a seguito dei lavori di trasformazione del giardino stesso in Orto botanico nei primi decenni del XIX secolo.

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