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Missione UNIFIL: Caschi Blu italiani controllano la Blue Line

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11 giugno 2019 -  Shama (libano)

Missione UNIFIL: Caschi Blu italiani controllano la Blue Line

Nella missione UNIFIL, I Caschi Blu italiani assicurano il controllo della linea di demarcazione tra Libano e Israele

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​I Caschi Blu italiani nella missione UNIFIL in Libano, continuano senza sosta, ad assicurare il controllo della Blue Line. In particolare i militari della Joint Task Force Lebanon, su base Brigata “Aosta”, hanno assunto il comando del Settore Ovest della missione UNIFIL (United Nation Interim Force in Lebanon) dallo scorso 8 maggio e ad oggi hanno già effettuato oltre 10.000 attività di monitoraggio della linea di demarcazione (Blue Line), di cui oltre 1.700 condotte da Italbatt, contribuendo non solo alla stabilità dell’area, ma soprattutto a dare impulso all’incremento della percezione di sicurezza da parte della popolazione locale che, grazie alle oltre 300 pattuglie effettuate in concorso con le LAF (Lebanese Armed Forces), ripone, grazie a questo sforzo congiunto, piena fiducia nelle proprie istituzioni e nella missione UNIFIL.

La Blue Line rappresenta quella linea “pratica” di demarcazione, lunga circa 51 chilometri nell’area della Joint Task Force Lebanon (JTF-L) - Sector West, che separa il Libano da Israele e che, convenzionalmente, permette l’identificazione di violazioni accidentali tra le parti.

La Task Force di manovra a guida italiana (Italbatt), su base reggimento “Lancieri di Aosta” (6°), insieme alle unità del battaglione di fanteria del 62° reggimento “Sicilia”, assicura, quotidianamente, sulla base della risoluzione 1701 delle Nazioni Unite il monitoraggio della cessazione delle ostilità, favorendo il mantenimento della stabilità nell’area di interesse, in un contesto in cui l’equilibrio si coniuga con l’operato imparziale e trasparente dei peacekeepers del contingente italiano.

Il Generale di Brigata Bruno Pisciotta, Comandante della JTF-L, ha affermato che: “in questo contesto operativo le attività di pattugliamento condotte sul terreno sono la condizione necessaria, ma non sufficiente per garantire la sicurezza dell’area.

Non esistendo ancora un confine internazionalmente riconosciuto, tra le attività condotte dai Caschi Blu italiani, quello del pattugliamento del tratto di pertinenza della Blue Line che insiste nell’area di Italbatt, insieme al contributo ghanese (Ghanbatt) e irlandese (Irishbatt) nelle zone di pertinenza, costituisce l’asse portante della stabilità del settore.

Nell’ambito della risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite - ha concluso il Comandante dell’operazione “Leonte XXVI” - ci viene chiesto un impegno operativo vigile, duraturo e garante del ruolo “super partes” delle Nazioni Unite.

Per questo, noi Peacekepeers dobbiamo uscire dalle basi, in primo luogo, per incontrare i sindaci, le autorità religiose e i principali attori economico-istituzionali del Paese, per consolidare, in un ambiente sempre più sicuro e stabile, la possibilità del dialogo. Ciò ci permetterà di comprendere appieno le reali esigenze e le aspettative della popolazione per il miglioramento delle loro condizioni di vita”.

#UnaForzaPerilPaese

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